Lido di Venezia
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Leone d'oro di Venezia: 10 film belli da (ri)vedere

Da "Rashomon" di Akira Kurosawa ad "America oggi" di Robert Altman, ecco una selezione di film premiati al Lido

Sabato 8 settembre la 75^ edizione della Mostra del cinema di Venezia assegnerà il suo Leone d'oro al film migliore. Il vincitore si accoderà a una lunga lista di film che hanno fatto la storia del cinema, hanno segnato giurati e cinefili, hanno diffuso emozioni, a volte contraddittorie. 

Dall'elenco di grandi film premiati con il Leone d'oro, eccone 10 che consigliamo di vedere o rivedere. 

1) Rashomon (1950) di Akira Kurosawa

Akira Kurosawa è adorato dai cinefili del Lido (e non solo). Fu proprio grazie al Leone d'oro che il regista vinse nel 1951 che l'Occidente aprì il suo sguardo al cinema giapponese. Rashomon è una storia di samurai (in bianco e nero), dall'innovativa struttura narrativa: un omicidio viene raccontato da quattro testimoni, ognuno con versioni differenti. Un capolavoro sulla natura soggettiva della verità. Anche Oscar come miglior film straniero. 

2) La grande guerra (1959) di Mario Monicelli

La grande guerra vinse il Leone d'oro nel 1959 ex aequo con Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini. Si trattava della seconda volta che la Mostra premiava con il riconoscimento maggiore un film italiano (dopo Giulietta e Romeo di Renato Castellani nel 1954). Alberto Sordi e Vittorio Gassman sono due soldati smidollati durante la prima guerra mondiale, abituati a eludere il dovere in ogni modo, ma coraggiosi oltremodo pur di non tradire. Bianco e nero. Musiche di Nino Rota. Cinema italiano di alto livello.

3) La battaglia di Algeri (1966) di Gillo Pontecorvo

Rappresentazione rigorosa (in bianco e nero) della lotta algerina per l'indipendenza dalla Francia. Un film potente, dal taglio quasi documentaristico, che non invecchia e tuttora è testimonianza di fatti storici non così distanti, dalle ripercussioni attuali. Narrato per lo più in flashback, recitato soprattutto da attori non professionisti (algerini), inquadra il rivoluzionario algerino Ali La Pointe (interpretato da Brahim Haggiag). Musiche di Ennio Morricone, sceneggiatura scritta da Pontecorvo insieme a Franco Solinas. 

4) Bella di giorno (1967) di Luis Buñuel

Un film che fece scandalo, il terzo a colori di Luis Buñuel, provocatore che interseca i piani del sogno con quelli della realtà, affidando a Catherine Deneuve il ruolo di una riccona annoiata, frigida col marito ma alla ricerca di esperienze forti fuori, prostituta in una casa d'appuntamenti. Uno studio curato e appassionato sull'erotismo. 

5) Anni di piombo (1981) di Margarethe von Trotta

Il buon Alberto Barbera, attuale presidente della Mostra, è stato accusato di maschilismo dall'Hollywood Reporter, perché sono poche le registe presenti quest'anno. Lui ha replicato una risposta condivisibile: "Inserire un film nella competizione, solo perché diretto da una donna, dal mio punto di vista sarebbe offensivo per la regista. Il problema è che nell'industria c'è ancora molto pregiudizio e le cose devono cambiare".

La Mostra del cinema di Venezia, dal 1932 a oggi, solo quattro volte ha consegnato il Leone d'oro a una donna. La prima volta fu nel 1981 a Margarethe von Trotta (poi Agnès Varda 1985, Mira Nair 2001, Sofia Coppola 2010). Anni di piombo si ispira alla storia vera delle sorelle tedesche Christiane e Gudrun Ensslin, la prima giornalista, la seconda terrorista della Banda Baader-Meinhof morta in carcere, due donne diverse e opposte, nate da uno stesso nido. Le loro vicende private scuotono riflessioni universali. 
L'espressione del titolo italiano è diventata poi d'uso comune (titolo originale Die bleierne Zeit, ovvero "Il tempo di piombo").

6) Città dolente (1989) di Hou Hsiao-Hsien

Dramma familiare apprezzato più dalla critica internazionale che da quella italiana, Città dolente è stato il primo film taiwanese a vincere un Leone d'oro.
Visto attraverso gli occhi della famiglia Lin, è narrato un momento breve ma cruciale nella storia di Taiwan, tra il 1945, quando venne meno la dominaizone giapponese, e il 1949, quando si insediò il governo nazionalista di Chiang Kai-shek in fuga dalla Cina. La nascita di una nazione, al prezzo della dissoluzione di una famiglia.

7) America oggi (1993) di Robert Altman

Leone d'oro condiviso con Tre colori - Film bludi Krzysztof Kieślowski.
Altman con America oggi intreccia meravigliosamente nove racconti di Raymond Carver, trasferendo le ambientazioni in una Los Angeles a volte opprimente. Storie di disconnessione e vuoto emotivo, un impietoso affresco della società americana.

8) Hana-bi - Fiori di fuoco (1997) di Takeshi Kitano

Hana-bi - Fiori di fuoco è il film che consacra Takeshi Kitano, proprio grazie al Leone d'oro di Venezia. Il terzo (e al momento ultimo) giapponese incoronato al Lido dopo Kurosawa e Hiroshi Inagaki (L'uomo del risciò, 1958). Kitano è anche attore, nei panni di un poliziotto le cui emozioni sembrano muoversi solo in direzioni estreme, tranquillità piena o rabbia brutale. E poi una moglie malata, un amico sulla seggiola a rotelle, un finale disperato.

9) Il cerchio (2000) di Jafar Panahi 

Terzo film del regista iraniano che non può lasciare il suo Paese, costantemente sotto controllo.
Cupo e potente, Il cerchio attraverso otto storie di donne a Teheran, che si chiudono a cerchio, addita le oppressive condizioni femminili in Iran.

10) Magdalene (2002) di Peter Mullan 

Una critica tagliente e straziante. Con gli occhi blu di Nora-Jane Noone che bruciano nel petto. Mullan denuncia i soprusi subìti nei conventi da giovani donne macchiatesi di peccati gravi secondo la perbenista comunità cattolica irlandese. Basato su fatti veri, sconvolgenti.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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