Jessica Alba: la donna dei sequel
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Jessica Alba: la donna dei sequel

Così la diva, presto sugli schermi nei sequel di Machete e di Sin City: "Più che di crisi di idee si tratta di vendibilità del marchio: fare un  film originale è un rischio, realizzare il seguito di un  prodotto già collaudato una garanzia"

La premessa suona come scusa: “Sono mamma da quattro anni, non ho avuto modo di fare, né vedere molti film”. Jessica Alba esordisce così al Giffoni Film Fest, come per far crollare di colpo l’aura di femme fatale e insieme difendersi dagli attacchi di chi trova non brilli particolarmente per guizzo intellettuale.

Trentuno anni, un fisico mozzafiato che non tradisce postumi di gravidanza e un sorriso disarmante, la musa di Rodriguez ripercorre la sua carriera cinematografica, a partire proprio dal legame speciale con il regista amico di Tarantino: “Ho un grande rispetto di Robert da un punto di vista sia artistico che umano. Siamo grandi amici, forse perché siamo cresciuti in famiglie con le stesse dinamiche ed entrambi amiamo un certo cinema. E dire che ci siamo incontrati quando io avevo diciotto anni, anche se poi abbiamo lavorato insieme solo a ventuno”.

Prosegue così nell'analisi del suo percorso lavorativo: “Ho iniziato a lavorare nel mondo dello spettacolo da giovanissima e credo sia importante abituare i ragazzi all'arte”, non a caso la sua prossima esperienza lavorativa riguarderà proprio l'universo giovanile: “Doppierò il personaggio di Lena nel film di animazione “Escape from the earth”.

Dopo il debutto come doppiatrice, l’attrice tornerà sul set per due sequel molto attesi, quello di Machete e Sin City: A dame to kill for:Cosa penso dei sequel? Più che di crisi di idee a Hollywood si tratta, diciamolo, di questioni di soldi, di vendibilità del marchio. Insomma, fare un film ‘originale’ è sempre un rischio, devi sperare che tutto vada bene, se invece fai un film numero due o tre ti metti sulla scia di un prodotto già collaudato, e per molti rappresenta una garanzia. Del resto trovo molto interessante come interprete avere tra le mani un personaggio da portare avanti, da sviluppare nel tempo: hai una chance unica per farlo maturare negli anni, anche a livello di performance”.

Nell’escludere la possibilità di un musical imminente (“Mi incuriosisce coma sfida ma ho una voce terribile”, confessa sorridente, “dovrei prendere serie lezioni di canto”), racconta i suoi ruoli ideali: “Vado matta per i personaggi femminili forti e grintosi. La verità? La situazione dei ruoli per le donne sta migliorando a Hollywood, per fortuna ci sono sempre più registe, sceneggiatrici e produttrici. E anche gli uomini se ne stanno accorgendo: i produttori hanno capito che le donne vanno al cinema come gli uomini, e vogliono personaggi in cui riconoscersi”.

Nel futuro si vede produttrice - un futuro prossimo, dato che ammette di avere “già un paio di idee su cui sto lavorando” - ma non regista, per il momento: “Ho troppo rispetto per chi firma la regia di un film, forse mi sentirei più sicura ad affiancare qualcuno, però non escludo di sentirmi davvero pronta per il grande passo al di qua della macchina da presa, prima o poi”.

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Claudia Catalli