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Foxcatcher: film su lotta, ambizione e follia. 5 cose da sapere

Una lenta e inesorabile ricostruzione verso la tragedia, percorsa da interpretazioni possenti e sentimenti contraddittori

Come in un incontro di lotta libera, momenti di attesa e studio guardingo si alternano a strette prese emotive in Foxcatcher - Una storia americana, film di sport, follia e sangue dal 12 marzo al cinema.

Presentato in anteprima allo scorso Festival di Cannes, candidato a cinque premi Oscar ma rimasto a bocca asciutta, è una lenta ricostruzione verso la tragedia, percorsa da interpretazioni possenti e sentimenti contraddittori, silenziosi e pericolosi. Bennett Miller, regista statunitense attratto da storie gravitanti attorno a persone reali dalla singolare personalità (già autore di Truman Capote - A sangue freddoL'arte di vincere), porta sul grande schermo un ritaglio di vite e cronaca vere: la carriera di Dave e Mark Schultz, fratelli lottatori americani entrambi oro olimpico, e l'uccisione di Dave, il maggiore dei due, da parte del miliardario americano John Eleuthère du Pont, suo mecenate e finanziatore, fondatore del team di lotta libera "Foxcatcher" e presunto amico. 

Nell'interpretare Dave e Mark danno tutta la loro solidità fisica ed espressiva Mark Ruffalo (per lui nomination all'Oscar), carismatico e volitivo, e Channing Tatum, più rigido ma anche più inquieto. Insolitamente alle prese con un ruolo drammatico, nei panni dell'instabile riccone e filantropo con manie di grandezza John du Pont c'è Steve Carell (anche per lui nomination all'Oscar), che dà subito inclinazioni eccentriche e stranianti al suo personaggio.

Ecco cinque cose da sapere su Foxcatcher - Una storia americana:

1) Il lungo lavoro documentazione di Miller

Miller è stato subito affascinato dalla contorta vicenda dei fratelli Schultz e di John du Pont, presentatagli tramite un articolo di giornale dai produttori esecutivi Michael Coleman e Tom Heller. "Le circostanze mi sono sembrate comiche e assurde, ma le conseguenze erano terribili e reali", ricorda il regista. Accettato immediatamente il progetto, ha dato il via a un intenso percorso di ricerca e documentazione, durato diversi anni. Ha girato gli Stati Uniti viaggiando in Iowa, California, Colorado, Missouri e Pennsylvania, per scovare materiali e intervistare decine di persone, compresi Mark Schultz, la vedova di Dave Nancy, gli amici e colleghi lottatori dei due fratelli, persone che avevano lavorato per conto di du Pont, poliziotti e chiunque fosse stato testimone di qualche capitolo della storia. Il regista ha anche messo insieme una miniera di video sia di Du Pont sia dei fratelli Schultz. "Volevo scoprire gli aspetti sconosciuti della vicenda e per farlo ci vuole tempo", ha detto. "È una storia che nasconde delle verità scomode: tutte le persone con cui ho parlato mi hanno dato la sensazione di custodire un qualche aspetto segreto di quanto è accaduto".
Nel frattempo nel 2014, in occasione dell'uscita del film, è stato pubblicato il libro di memorie di Mark Schultz Foxcatcher - Una storia vera di sport, sangue e follia (Sperling & Kupfer).

2) Il rapporto tra i fratelli Schultz

Benché Dave fosse più grande di Mark solo di pochi mesi, i due non erano legati da un classico rapporto fraterno. I loro genitori si erano separati quando loro erano piccoli e Dave aveva assunto un ruolo paterno nei confronti di Mark, mentre venivano sballottati tra la casa del padre e quella della madre, dovendosi arrangiare per conto loro. Mark provava nei confronti del fratello un amore immenso, una grande riverenza e una dipendenza emotiva: aveva bisogno di lui per sentirsi appoggiato, come partner nella lotta e come allenatore, ma al tempo stesso era estremamente geloso del successo di Dave e il suo malessere interiore non fece che acuirsi con il passare degli anni.
L'intricata dinamica tra i due fratelli trova una sua rappresentazione poetica e bellissima nella scena in cui si allenano insieme nella lotta, all'inizio del film: tra i due è una sorta di danza, che diventa man mano un instradamento delicato, un abbraccio, uno scontro, un duello con rivendicazioni recondite. "C'è una vera e propria tenerezza tra loro e una profonda comunicazione non verbale. È il massimo livello di intimità che due uomini possono raggiungere senza essere amanti", sostiene Ruffalo, che ha ben 13 anni di più di Tatum. Aveva 45 anni quando ha girato Foxcatcher. Dave Schultz, quando è stato freddato il 26 gennaio 1996, ne aveva 36.
Miller ha fatto una scelta ardita nello scegliere un attore largamente più vecchio rispetto alla verità storica, ma è stato brillantemente ripagato. 

3) L'ego di John du Pont, la preparazione di Steve Carell

Per certi versi ci sono non poche analogie tra Mark e Du Pont. Quando il folle milionario convince Mark a far parte della sua squadra e gli dice che non sta avendo l'apprezzamento e il riconoscimento che si merita, è come se di fatto Du Pont stesse parlando di se stesso. Sua madre (interpretata da Vanessa Redgrave) era una donna piuttosto fredda. Du Pont le era legato ma lei aveva più venerazione per i suoi preziosi cavalli che per il figlio. 
Ornitologo, patriota, esperto di filatelia, filantropo, pentatleta, esploratore, Du Pont aveva cercarto di lasciare la propria impronta nel mondo in tanti modi, sponsorizzando anche tutta una serie di pratiche sportive.
"Desiderava ardentemente essere rispettato. Credo che volesse ottenere dalle persone la stessa considerazione che spontaneamente mostravano di avere per Dave Schultz", afferma Carell, che ha cercato di avvicinarsi quanto più al suo personaggio. "Aveva una serie di ostentazioni molto particolari che ho ritenuto importante riprodurre. Ho ascoltato il suo modo di parlare e la cadenza della sua voce, non solo in riferimento all'eloquio, ma anche rispetto alle parole che sceglieva di utilizzare per esprimersi. A volte Bennett ci faceva improvvisare, quindi ho cercato di conoscere il contesto del personaggio".
Nancy Schultz, la vedova di Dave interpretata da Sienna Miller, ha detto: "Mi sentivo molto a disagio a stare vicino a Steve nei panni di John du Pont. Restava quasi tutto il tempo calato nel personaggio e scorgerlo anche solo con la coda dell'occhio mi provocava un forte turbamento".

4) La preparazione fisica di Ruffalo e Tatum

Tatum e Ruffalo hanno dovuto imparare la lotta e fare propri gli stili particolari dei due fratelli, le loro posture, le loro mosse. Nel giugno 2012 i due attori hanno iniziato gli allenamenti separatamente sotto la guida del coreografo specializzato nella lotta Jesse Jantzen e nel mese di ottobre, all'inizio delle riprese nella zona di Pittsburgh, sono passati a svolgere insieme allenamenti regolari. Per lasciare loro quanto più tempo possibile per prepararsi, tutte le scene dei tornei sono state girate a metà dicembre e le sequenze di allenamento presenti all'inizio del film sono state girate nel gennaio 2013. Il fatto che Ruffalo avesse praticato un po' la lotta durante gli anni del liceo si è rivelato un handicap, poiché Dave Schultz era mancino e Ruffalo ha dovuto disimparare tutto quello che sapeva e ripartire da zero, per non parlare del fatto che, a 45 anni, doveva essere convincente nei panni di un trentatreenne considerato da molti come il più grande lottatore di tutti i tempi. 
Ruffalo iniziamente ha avuto contro anche l'ostentato scetticismo della comunità dei lottatori statunitensi, presso cui sono stati selezionati gli interpreti della squadra di Foxcatcher e degli altri lottatori che si vedono nel film. A un'audizione di lottatori Miller l'ha però esortato a lottare con loro. Ruffalo ha incontrato come primo avversario un lottatore medaglia olimpionica e si è subito impegnato in una delle tipiche mosse di Dave. "Poi ho alzato lo sguardo e Tadaaki Happa, uno dei più grandi allenatori di lotta olimpica, mi ha fatto un cenno con la testa, che per lui è un'espressione di grande entusiasmo", ha raccontato l'attore. Il "provino" di Ruffalo ha segnato una svolta nel sostegno della comunità di lottatori al film.

5) Allusioni gay, la rabbia del vero Mark e poi la pace

Tatum è stato l'unico dei tre attori principali a dover recitare davanti alla persona che stava interpretando (Du Pont è morto nel 2010). "È stato difficile per Mark guardare il film e adottare la giusta distanza per valutarlo perché il suo parametro è soltanto quello che è successo nella realtà della storia", ha affermato Tatum. "Averlo sul set è stato incredibilmente utile in certe circostanze, per tutte le informazioni che è stato in grado di fornirmi. Ma in altri momenti è stato molto spiazzante cercare di tenere separate le vere emozioni del Mark reale dal mio lavoro di attore che doveva interpretare lui nel film".
Il vero Mark Schultz ha un piccolo cammeo nel film, nella scena in cui Mark si fa pesare per il Campionato del mondo dopo aver perso dei chili. 
Dopo aver sostenuto Foxcatcher - Una storia americana in verità Mark ha avuto un momentaneo e violento ripensamento. La sua rabbia è piovuta su Twitter e Facebook a inizio gennaio 2015 dopo che alcuni critici hanno colto nel film sfumature omosessuali nel rapporto tra Du Pont e Mark. Aveva scritto: "Le personalità e le relazioni tra i personaggi del film sono principalmente fiction e un po' offensive. Lasciare al pubblico la sensazione che in qualche modo ci potrebbe essere stato un rapporto sessuale tra me e Du Pont è una bugia nauseante e offensiva". Si era poi lasciato andare a qualche insulto a Miller.
I post sono stati poi cancellati e Mark si è scusato pubblicamente. "Mi dispiace", e ha aggiunto: "Penso che il problema che ho avuto sia dato dal contesto del film. Quello che è successo è stato così difficile. L'omicidio di mio fratello. La mia carriera rovinata".
Alla cerimonia degli Oscar era presente anche lui, sorridente e rappacificato.

Foxcatcher - Una storia americana, le immagini del film

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Channing Tatum e Mark Ruffalo in "Foxcatcher"

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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