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Forza maggiore, la valanga famigliare di Ruben Östlund: 5 motivi per vederlo

Dramma che esplora i lati meno nobili della natura umana, è percorso da uno stile originale e suadente. E da un'ironia a tratti esilarante

In un villaggio sciistico delle Alpi francesi si consuma un dramma esistenzale e famigliare che indaga le debolezze umane e le relazioni tra individui, osservandole nel loro lato più grottesco e inconfessabile ed elargendo gratificanti manciate di caustica ironia. Dal 7 maggio al cinema, Forza maggiore è uno dei film più interessanti dell'anno, che conferma il talento e lo sguardo innovativo di Ruben Östlund, regista svedese che già si era fatto notare a Cannes nel 2011 con Play. E proprio dal Festival della Costa Azzurra Forza maggiore è uscito nel 2014 come vincitore della sezione Un Certain Regard. 

Ecco 5 cose da sapere su Forza maggiore (attenzione: saranno narrati alcuni dettagli di trama):

1) All'origine una domanda intrigante

Un'amabile famiglia svedese trascorre una settimana di vacanza in montagna. Östlund scandisce la narrazione giorno per giorno, sul filo di un ritmo paziente che affascina e tiene incollati. Nel primo giorno vediamo Tomas (Johannes Kuhnke) ed Ebba (Lisa Loven Kongsli) coi loro due figlioletti sulle piste da sci, in una quotidianità consueta quanto accattivante: la famiglia avanza in fila sullo skilift, si sottomette docile alle pose richieste da un fotografo, si riversa stanca in albergo sul lettone, tutti e quattro in identico pigiama blu. Nel secondo giorno, quando la routine sembra ripetersi, avviene l'imprevisto: durante una pausa sulla terrazza di un rifugio, una valanga travolge la struttura. Il panico paralizza Ebba e i figli, non Tomas che ha una reazione imprevista e sconvolgente. Potrebbe essere una tragedia, ma non lo è. L'evento mina prepotentemente il rapporto tra Tomas ed Ebba e mette completamente in discussione il ruolo di "capo famiglia", di padre e di uomo di Tomas.
Un'intrigante domanda c'è dietro a tutto ciò, un dubbio che ha sedotto a lungo Östlund: come reagiscono gli esseri umani in situazioni improvvise come una catastrofe? Chi si scopre eroe e chi vigliacco? Ecco così che i lati più oscuri e meno nobili di noi vengono a galla.

2) Gli studi e la storia vera dietro il film

Forza maggiore nasce da un aneddoto vissuto da Östlund e da susseguenti studi. "Qualche anno fa una coppia di amici era in vacanza in Sudamerica, quando sono sbucati dal nulla dei tizi con la pistola e hanno aperto il fuoco: il marito istintivamente è scappato, lasciando sola la moglie", racconta il regista che del film è anche sceneggiatore. "Tornati in Svezia, dopo un bicchiere o due di vino, lei iniziava a raccontare questa storia e continuava a ripeterla… La mia immaginazione ha cominciato a correre, ho fatto ricerche su altre storie vere simili a questa e ho scoperto che in situazioni estreme la gente reagisce in modi del tutto inaspettati e di grande egoismo. Ci sono degli studi che dimostrano che buona parte delle coppie che sopravvivono alle catastrofi finiscono per divorziare".
Secondo i canoni odierni e ancestrali, gli uomini dovrebbero proteggere le loro donne e loro famiglie. Invece in situazioni di pericolo sembra che siano proprio loro a reagire più spesso con la fuga. Analizzando un archivio di diciotto disastri marittimi avvenuti nell'arco di tre secoli, Östlund ha notato che le donne sono svantaggiate in termini di sopravvivenza rispetto agli uomini e lo stesso vale per i passeggeri rispetto all'equipaggio. Invece della regola "prima le donne e i bambini", prevale il "si salvi chi può". 

3) Ironia e scene esilaranti

In Forza maggiore Ebba rimane scioccata dall'atteggiamento del marito. Non solo dalla sua fuga vigliacca, ma anche e soprattutto dal suo negare l'evidenza. La crisi di coppia aleggia nell'aria pronta a scoppiare fragorosa e con inattesi risvolti. Ecco così che nei giorni a venire si aprono dei siparietti davvero irresistibili, dominati da un'ironia corrosiva e dalla capacità di guardare alle inadeguatezze umane con sguardo smaliziato e sorridente. Diventano patetici fino alla risata la menzogna ostinata di Tomas e il suo buonumore ostentato. Notevole è l'entrata in scena della coppia di amici Mats (Kristofer Hivju) e Fanni (Fanni Metelius), su cui si riflettono i dubbi e le incertezze di Tomas ed Ebba. 
È esilarante il rosso barbuto Mats quando cerca di appianare le divergenze dei due coniugi e di trovare giustificazioni a Tomas: "Forse volevi scappare per diseppellirli". 

4) Stile originale

Girato nella stazione sciistica francese di Les Arcs, Forza maggioreesplora la natura umana con uno stile originale e totalmente suadente. Utilizzando spesso la camera fissa, regala sequenze di fascino visivo, come l'emozionante scena della valanga. Le vette innevate, i silenzi solleticati dai rumori che gli amanti dello sci conoscono bene, la nebbia che risucchia, le atmosfere rarefatte accompagnate dalla musica di Vivaldi... A questi ammalianti esterni nordici fanno pari gli interni dalle architetture in legno e dai rimandi stranianti. 
Attraverso le dinamiche sulle piste da sci vediamo una famiglia "perfetta" lacerarsi, mettere in gioco e distruggere i suoi ruoli stabiliti, pian piano riabilitarli. 

5) Lo stupendo finale

Il finale, girato tra i tornanti del Passo dello Stelvio in Italia, è un altro colpo da maestro di Östlund. Quando i turisti scendono dall'autobus, si accorgono di avere esagerato le loro emozioni, ma presto entrano in connessione. Nello scendere a piedi avanzano camminando a mo’ di Quarto Stato di Pellizza da Volpedo. Un forte momento rappacificatore e di solidarietà: le debolezze umane sono smascherate, comprese e condivise.

Forza maggiore, immagini del film

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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