5 film che fanno sperare in una politica migliore
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5 film che fanno sperare in una politica migliore

Da Viva la libertà a Milk, pellicole luminose e capaci di far sognare e pensare a un modo diverso di governare o fare propaganda

È ormai alle spalle il voto per il Parlamento europeo, tra chi incassa la sconfitta archiviando il #vinciamonoi e chi saluta la vittoria ma sa che ormai è davvero tempo di riforme.
Ma soprattutto è alle spalle una brutta campagna elettorale incentrata su odi e attacchi personali più che su contenuti sul futuro dell'Unione. 

Per infarcirci il cuore di speranza, nonostante tutto, ecco cinque film che parlano di una politica diversa o comunque fanno sperare in una politica migliore. 

1) NO - I giorni dell'arcobaleno (2012) di Pablo Larraín

Un'opera luminosa e un interessante e gioioso pezzo di storia cilena. Larraín ci porta nel suo Cile nel 1988, quando il dittatore militare Augusto Pinochet, a causa della pressione internazionale, fu costretto a indire un referendum per far scegliere al popolo se farlo rimanere o meno alla guida del Paese: uno spiraglio di democrazia messo come esca per gli occhi oltreconfine, ma che secondo lo staff del tiranno si sarebbe tradotto in un'ennesima vittoria di Pinochet, che avrebbe abbagliato il popolo con il successo economico raggiunto e lo avrebbe spaventato con lo spettro del comunismo e della povertà e ovviamente con la sua presenza autoritaria, gettando oblio su anni di esiliati, desaparecidos, violenze. 
In quella che sembrava una battaglia senza speranze, i leader dell'opposizione convinsero un giovane e audace pubblicitario, René Saavedra (interpretato da Gael García Bernal), a condurre la campagna per il NO. Un'improbabile sfida politica si trasformò in una strategia pubblicitaria... vincente.

Guarda un estratto del film.

2) Viva la libertà (2013) di Roberto Andò

Lo scrittore e cineasta siciliano ha tradotto in cinema il suo stesso libro Il trono vuoto, consegnandoci un film rigenerante e necessario di questi tempi, che fa sperare in una politica più nobile. Toni Servillo è il mago della recitazione che interpreta sia il segretario di partito dei nostri giorni, pressato e incapace, sia il fratello gemello un po' fuori di testa che lo sostituisce e inietta i suoi discorsi di una folle e sognante lucidità. La sua lingua è diversa, è poetica e incisiva. E riapre gli elettori e il popolo ai sogni e alla voglia di un'Italia diversa...

 

3) Dave - Presidente per un giorno (1993) di Ivan Reitman

Commedia divertente e garbata, Kevin Kline interpreta superbamente Dave, uomo onesto, titolare di un ufficio di collocamento e controfigura al 44° presidente degli USA. Quando questi è colto da infarto durante una scappatella con una segretaria, per evitare lo scandalo tocca a lui sostituirlo. Si rivelerà però migliore del vero presidente, gentile e amico di tutti, attento verso disoccupati e orfani, tanto da attirare la stima della First lady (Sigourney Weaver). Effettua tagli nel bilancio federale e un'efficace lotta contro la disoccupazione. Riesce anche a non cadere nelle trame oscure di un ambizioso e ambiguo collaboratore del Presidente (Frank Langella). 
Ecco un bellissimo discorso sull'importanza del lavoro e sulla responsabilità che ha il governo di trovarne uno per ogni cittadino che ne voglia uno:

 

4) Mr. Smith va a Washington (1939) di Frank Capra

Per questo film Lewis R. Foster vinse l'Oscar per il miglior soggetto. James Stewart è Jefferson Smith, un giovane leale, leader dei boy-scout, ingenuo e lontano dalla politica, che i maneggioni delle alte sfere chiamano per sostituire un senatore defunto. Chi lo ha scelto pensa di poterlo manovrare a proprio piacimento. Ma si sbaglia. Il ragazzo è invece integro e irriducibile nel denunciare la corruzione. Per neutralizzarlo gli vengono gettate addosso false accuse di disonestà e viene chiesta la sua espulsione dal Senato. Smith vincerà comunque la sua battaglia. 

 

5) Milk (2008) di Gus Van Sant

Biopic intenso e commovente, racconta la storia di Harvey Milk, primo consigliere dichiaratamente omosessuale di San Francisco, interpretato da Sean Penn in una prova magistrale.
"Mi chiamo Harvey Milk e sono qui per reclutarvi tutti": carismatico e tenace, così Milk apriva i suoi discorsi e incitava le folle di omosessuali e garantisti dei diritti umani in una delle sue più grandi battaglie, nel 1978, contro la "Proposition 6 ", che voleva consentire il licenziamento degli insegnanti dichiaratamente gay.
"Se conosceranno almeno uno di noi non potranno dire che siamo malati": Milk sprona i suoi amici e chiunque a uscire dal buio nel coraggio di essere se stessi. Il messaggio che manda vale per tutti, non solo per associazioni lgbt e affiliati. Un esempio umano di senso della giustizia e determinazione. 

 

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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