I 10 film italiani più belli del 2014
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I 10 film italiani più belli del 2014

Ecco le storie che più ci hanno emozionato, sorpreso o fatto sorridere. Qualche nome scontato e qualche piccola sorpresa

10) "Nessuno mi pettina bene come il vento" di Peter Del Monte

Nessuno mi pettina bene come il ventoNessuno mi pettina bene come il ventoAcademy Two

Nessuno mi pettina bene come il vento non è stato molto apprezzato dalla critica. Eppure con autenticità disadorna e senza essere didascalico inquadra un piccolo e toccante racconto di formazione. In un paese di mare, un'ombrosa undicenne (Andreea Denisa Savin) piomba nell'esilio volontario di una scrittrice sola e solitaria (Laura Morante). Qui incrocia un sedicenne scontroso (Jacopo Olmo Antinori), leader di una banda di ragazzi inquieti... Bella la scena del ballo sulla spiaggia.

9) "Anime nere" di Francesco Munzi

Anime nereAnime nereGood Films

Torvo così come promette il titolo, Anime nere ha ricevuto sin troppe lodi alla Mostra del cinema di Venezia e dalla critica nostrana. Pur muovendosi in maniera un po' troppo piatta e già vista nella parte centrale, è rotto da un finale impetuoso e inaspettato. Al suo terzo film, Francesco Munzi disegna una guerra tra clan di 'ndrangheta che diventa soprattutto una guerra in seno a una famiglia, tra chi è arroccato su vecchie e criminose modalità di onore e predominio e chi vorrebbe affrancarsi da quelle dinamiche mafiose soffocanti. Pregevole che i criminali siano rappresentati sotto aspetti anti-epici, anche nel loro squallore.

8) "Song 'e Napule" dei Manetti Bros.

Song 'e NapuleSong 'e NapuleMicrocinema Distribuzione

I fratelli romani Marco e Antonio Manetti, meglio noti come Manetti Bros., sperimentatori pop, cuciono una commedia insolita dal latente spirito goliardico e con forti pennellate di poliziesco. In una Napoli lontana dagli stereotipi, popolare ma onesta, fatta di persone che sfruttano il proprio talento senza per questo essere affiliate alla camorra, Paco (Alessandro Roja) è un musicista che si ritrova a fare il poliziotto. Sotto copertura, avvicina il cantante neomelodico Lollo Love (Giampaolo  Morelli), la cui musica - pur nella caricatura comica - è davvero irresistibile.

7) "Smetto quando voglio" di Sydney Sibilia

Smetto quando voglioSmetto quando voglio01 Distribution

Debutto alla regia di Sydney Sibilia, commedia fresca che ironizza sulla crisi economica, Smetto quando voglio trasforma in ricercati dei ricercatori universitari precari, male occupati o disoccupati. Dei ragazzi brillanti, umiliati dal mondo lavorativo, inventano una nuova droga e un fruttifero business. Frizzante il cast guidato da Edoardo Leo, anche se sono esagerate le quattro nomination ai David di Donatello per i suoi attori (poi rimasti a mani vuote). 

6) "Torneranno i prati" di Ermanno Olmi

Torneranno i pratiTorneranno i prati01 Distribution

Nel centenario dell'inizio della Prima Guerra Mondiale Ermanno Olmi racconta quell'epoca martoriata alla sua maniera: una fotografia potente ed evocativa accompagna una sola nottata di "normali" spavento, assurdità, agonia di un gruppo di soldati italiani sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani di Asiago. Uomini comuni, non dei "Rambo". Una guerra di trincea piena di paura, di obbedienza cieca, di neve e di un'umanità povera, analfabeta, che non sa perché si trovi lì, con tanto di fucile in mano, tranne per il fatto che esiste una patria. E che si può morire per lei.  

5) "Last Summer" di Leonardo Guerra Seràgnoli

Last summerLast summerBolero Film

Opera prima di Leonardo Guerra Seràgnoli, italiano che vive e lavora a Londra, girata in inglese e giapponese, riunisce un cast sorprendentemente internazionale dove spicca l'attrice nipponica Rinko Kikuchi, nominata agli Oscar nel 2007 per Babel. Al Festival di Roma ha vinto tre riconoscimenti. Last Summer inquadra con eleganza splendente un delicato rapporto madre-figlio, riprendendolo nel suo momento finale, nei giorni dell'addio. Il tutto in un luogo circoscritto, a largo di Otranto, su uno yacht in cui il lusso non ammanta la fragilità dei rapporti umani.

4) "Le meraviglie" di Alice Rohrwacher

Le meraviglieLe meraviglieBim Distribuzione

Opera seconda della giovane Alice Rohrwacher, ha vinto il Gran Premio della Giuria a Cannes. In una campagna del Centritalia degli anni '90, sull'orlo di un mondo che sta per finire, è disegnato un sensibile ritratto di adolescenza in mezzo a un contesto agreste tutt'altro che idilliacamente spensierato. Nonostante abbia tocchi un po' troppo oscuri nella seconda parte, che ne minano la compiutezza, ha fascino naturalistico e delinea con efficacia i sotterranei equilibri tra un padre e una figlia. 

3) "In grazia di Dio" di Edoardo Winspeare

In grazia di DioIn grazia di DioGood Films

In grazia di Dio è un piccolo film che parla al cuore e alla testa, offrendo spunti di vivida contemporaneità. Nella luce del Salento delinea una storia di crisi e il tentativo di rinascita. Costretto a chiudere l'azienda famigliare, un nucleo di sole donne lotta per la propria dignità, riscoprendo la fatica del lavoro della terra. La campagna da scelta obbligata e simbolo della caduta, pian piano apre a nuove opportunità e al recupero di un nuovo vecchio stile di vita.

2) "Il giovane favoloso" di Mario Martone

Il giovane favolosoIl giovane favoloso01 Distribution

Poteva essere quasi blasfemo portare sul grande schermo la vita e l'anima di Giacomo Leopardi. E invece per chi ama il poeta di Recanati Il giovane favoloso è un lungo percorso emotivo, che a volte concede un po' di stanchezza, ma che spesso inebria di vivide emozioni e porta la commozione a fior di pelle. Un perfetto Elio Germano ci mostra la grandezza ma anche la dimensione umana del letterato che, usciti dal cinema, non si può non chiamare per nome, Giacomo.

1) "Il capitale umano" di Paolo Virzì

Il capitale umanoIl capitale umano01 Distribution

Non un capolavoro ma un film molto buono, un mosaico costruito con eleganza e mano sicura. Paolo Virzì ha preso un thriller americano e ne ha spostato l'ambientazione dai sobborghi del Connecticut al Nord Italia dando vita a un noir intrigante e potente, che si muove tra speculazioni finanziarie e velleità di ascesa sociale, tra insoddisfazioni e amori. Le interpretazioni migliori: Fabrizio Gifuni, Valeria Bruni Tedeschi e l'esordiente Matilde Gioli.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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