Nymphomaniac vol. 1, il porno filosofico di Lars Von Trier: 5 cose da sapere
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Nymphomaniac vol. 1, il porno filosofico di Lars Von Trier: 5 cose da sapere

Tra rare scene di sesso riprese in maniera esplicita e clinica, un viaggio ricco di metafore che si muovono tra Fibonacci e il Cantus Firmus, tra musica metal e Bach

Del porno ha le scene di sesso presentate in maniera quasi fredda, clinica, esplicita, senza inquadrature che velino o lascino intendere con poesia e sensualità. Ma Nymphomaniac di Lars Von Trier, com'era ovvio immaginare, è tanto e molto di più. È quasi un trattato di filosofia. È quasi una lezione a tema libero, dove il sesso è la scusa per riflettere su teorie, componimenti, metafore, sul dolore della vita.
Dal 3 aprile arriva nei cinema italiani la prima parte di questo lungo viaggio nell'eros (poco erotico) del regista danese. Quasi due ore che scivolano generose. Senza niente di troppo disturbante (Lars ha abituato a peggio). Senza niente di così scioccante e, anzi, con molto di piacevole per chi avrà pazienza di ascoltare e pensare. 

Ecco 5 cose da sapere su Nymphomaniac volume 1.

1) "Questa è la versione ridotta e censurata"

Nymphomaniac volume 1 apre con la scritta: "Questa è la versione ridotta e censurata di Nymphomaniac. Lars Von Trier l'ha approvata ma non l'ha realizzata". Per lasciare libera la creatività di Von Trier e anche per facilitare i finanziamenti e avere una distribuzione su larga scala, la produttrice Louise Vesth ha da subito annunciato che il film sarebbe uscito in diverse versioni, così da andare incontro alle strategie distributive e alla censura di ogni Paese. Di Nymphomaniac esistono così la versione integrale di 5 ore e mezza e quella tagliata di 4 ore, quella che ora arriva in Italia in due parti (il volume 2 uscirà il 24 aprile). Sono distribuite - con il divieto ai minori di 14 anni - dalla Good Films, la società di Ginevra Elkann. 
Nella versione ridotta le modifiche consistono in un taglio dei primi piani più espliciti dei genitali: la riduzione, approvata da Lars, è stata realizzata dai suoi montatori e la durata è stata decisa da alcuni dei finanziatori. 
Seguirà la distribuzione di Nymphomaniac in versione integrale. 

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2) Il sesso è dappertutto ma non se ne vede così tanto

Lars Von Trier, grande incantatore, ha creato da subito un caotico rumore attore a Nymphomaniac, da quando ha annunciato di lavorare a un porno con attori hollywoodiani che ci avrebbero messo i loro genitali. In realtà pare che non sia andata proprio così e che attori porno abbiano "prestato" le loro parti intime, poi sovrapposte in un montaggio digitale. Charlotte Gainsbourg, che interpreta la protagonista ninfomane Joe, ha dovuto scegliere la sua controfigura attraverso delle foto. Stacy Martin, la ventitreenne finora sconosciuta che interpreta la giovane Joe seguace del mantra "Mea Vulva, Mea Maxima Vulva", ha dovuto farsi montare una vagina finta. Anche Shia Labeouf ha avuto il suo "stuntman". Il set era diviso: da una parte il cast porno con gli organi in azione, dall'altra il cast che compare nei crediti. 
In Nymphomaniac volume 1 il sesso è il motore trainante di tutto il film, si parla sempre di sesso, ma per assurdo le scene effettive di sesso si riducono a pochi minuti. Come sul lettino di uno psicologo, Joe (Gainsbourg), col volto tumefatto e un gran bisogno di autodefinirsi abietta, racconta la sua vita a Seligman (Stellan Skarsgård), l'uomo che l'ha soccorsa dopo averla trovata in strada, contusa e priva di sensi. Joe si sente "un pessimo essere umano". Seligman, pacioso e disincantato, fa di tutto per inficiare questa tesi: "Mai incontrato un pessimo essere umano". 
Joe, per fargli capire quanto davvero lei sia pessima, inizia il racconto della sua storia, "e sarà lunga". Una storia a suo avviso priva di morale, ossessionata dal sesso sin dalla prima adolescenza, dal collezionare penetrazioni, fellatio, catalogazioni di peni. I primi piani dei tanti peni (circoncisi e no) è ciò che più si concede la cinepresa. "Unendo tutti i prepuzi tagliati nel corso della storia si raggiungerebbe Marte e si tornerebbe indietro", impariamo da Joe.
Poi il resto è sopratutto un filosofeggiare attorno a tali racconti da parte del buon Seligman, che mai giudica, anzi minimizza: "Se hai le ali, perché non volare?". 

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3) Tanti i richiami filosofici, matematici, musicali...

Non lasciatevi ingannare da Lars Von Trier: da Nymphomaniac volume 1 forse non uscirete molto eccitati ma sicuramente più colti. Lars riesce a trovare un assoluto parallelismo prima tra l'adescamento sessuale e la pesca, citando il libro Il pescatore perfetto di Izaak Walton, quindi tra gli accoppiamenti sessuali plurimi e il Cantus Firmus, la melodia alla base di una composizione polifonica. I colpi di una penetrazione vengono letti secondo la successione matematica di Fibonacci. E poi vengono citati Edgar Allan Poe, Bach, il compositore italiano Giovanni Pierluigi da Palestrina, leggende bolsceviche, elementi di botanica...
E non può mancare Epicuro, certo, ma Von Trier sorprende: nessun riferimento alla felicità come piacere, viene solo riportata una riflessione del filosofo greco sulla morte, sulla bocca del padre di Joe (Christian Slater): "Quando ci siamo noi non c'è la morte e quando c'è la morte non ci siamo noi".

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4) Le screziature comiche

Lars Von Trier ovviamente non si prende troppo sul serio e Nymphomaniac volume 1 è ricco di venature umoristiche che spronano sorrisini divertiti.
Sui racconti di Joe o nel dialogo tra Joe e Seligman ogni tanto si aprono simpatici disegnini schematici o immagini a mo' di legenda. L'ironia è sottile e intelligente. 
Uno dei momenti più paradossali e gustosi vede protagonista una favolosa Uma Thurman sul filo dell'isteria.

5) Colonna sonora tra musica hardcore e Bach

L'incipit di Nymphomaniac volume 1 è stupendo: buio a lungo, poi inquadrature mute su dettagli (rigagnoli d'acqua, pioggia, tettoie) e infine il silenzio rotto bruscamente da un pezzo aggressivo e quasi demoniaco di musica metal, Führe Mich, firmato dal gruppo tedesco Rammstein. Magnifico. 
Quel folle di Lars riesce a unire nello stesso film queste note rabbiose a quelle quasi celestiali di Bach, estratte dal suo Piccolo libro d'organo.

 

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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