Looper al cinema, è Joseph Gordon-Levitt il futuro
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Looper al cinema, è Joseph Gordon-Levitt il futuro

Protagonista del film di fantascienza basato su viaggi nel tempo e intrighi criminali, fa sembrare Bruce Willis una semplice illustre spalla

È da tempo che lo sostengo : uno dei più talentuosi giovani attori di Hollywood, sia nella scelta delle parti che nelle interpretazioni, è il trentunenne Joseph Gordon-Levitt. E lui, una volta di più, non mi fa pentire di pensarlo. Nella sicurezza della sua esilità fisica fatta di fasci di nervi tesi, nel suo viso tirato e nella mascella stretta, si porta sulle spalle il peso più importante di Looper (dal 31 gennaio nelle sale italiane), facendo risultare Bruce Willis poco più di un'illustre spalla.

Film di fantascienza ribattezzato da qualcuno oltreoceano - con un po' di generosità - "nuovo Matrix", applaudito al Toronto Film Festival, Looper è il terzo lungometraggio di Rian Johnson, che già per il suo debutto low budget Brick - Dose mortale (2005) aveva scelto come protagonista Gordon-Levitt, amante delle produzioni indipendenti anche se ormai pure dei grandi registi che sempre più spesso lo coinvolgono (abbiamo visto Joseph di recente in Lincolndi Steven Spielberg, poco prima in Il cavaliere oscuro - Il ritorno eInceptiondi Christopher Nolan).

Johnson è anche autore del soggetto e della sceneggiatura del futuristico Looper, e c'è da dar atto al cineasta trentanovenne che quanto a fantasia è ben dotato. L'ambientazione di questo action thriller, infatti, è l'anno 2044, dove alcune persone chiamate TK hanno sviluppato delle capacità cinetiche particolari, che però non vanno oltre il far fluttuare oggetti. Ancora i viaggi nel tempo non sono stati inventati, ma questo Sacro Graal a lungo inseguito dalla narrativa e dal cinema è alle porte. Da lì a 30 anni viaggiare nel tempo sarà segreto di pochi, nonché arma di gangster per i loro trucidi scopi.

Gordon-Levitt è Joe, ragazzo del 2044, al servizio però di questi boss del futuro: è un "looper", un killer in attesa del proprio uomo incappucciato da uccidere, proveniente dal futuro. Le persone scomode vengono infatti ammazzate nel passato dai looper, a cui spetta anche di liberarsi dei loro corpi. Mai assassinio può risultare più pulito.
Ma il meccanismo rodato si inceppa quando a volerlo fermare è proprio Joe, o meglio, il Joe interpretato da Willis.

Tra salti temporali ed effetti speciali convincenti, Looper ci offre un mix di azione e fantascienza abbastanza originale, che anche quando sembra muoversi su dei binari che pian piano diventano noti, vira verso nuove scelte e scenari, verso una trama più complessa, che apre però anche a concetti già visti (Anticristo e giù di lì). Ed ecco che entra quindi in gioco anche Emily Blunt, che finalmente si gioca un ruolo degno di nota. In una fattoria contornata di campi di canna da zucchero, è la mamma di un bambino tanto intelligente quanto misterioso (Pierce Gagnon).

Nel cast c'è pure Piper Perabo, a cui però toccano pochissime scene e molta nudità.

Se Johnson riesce a mantenere plausibile a lungo la sua visione di futuro e futuro del futuro, a volte però dei dettagli gli sfuggon di mano, indecisioni da matita rossa su un compito sennò discretamente svolto: se i gangster uccidono nel passato e non nel loro presente, perché allora fare uno strappo alla regola con la moglie orientale (Qing Xu) di Joe/Willis?

Gordon-Levitt è di intensità accalappiante e tiene sempre l'attenzione alta su di lui (nonostante le faticose lenti azzurre e le protesi per modificare il naso, il labbro superiore e quello inferiore per farlo assomigliare a Willis). Del povero Willis, invece, un po' imbolsito, non si può dir lo stesso. Joseph è il Joe del passato, ma è lui, ineluttabilmente, il futuro.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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