A Venezia La città ideale di Lo Cascio: debutto alla regia tra applausi
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A Venezia La città ideale di Lo Cascio: debutto alla regia tra applausi

L'attore porta al Lido una storia accattivante e delicata, dove l'ecologismo esasperato si incaglia nelle trame della malagiustizia

Applausi affettuosi e sinceri accolgono la prima prova alla regia di Luigi Lo Cascio, che porta alla Mostra del cinema di Venezia una storia dalle tinte pirandelliane, intrecciando il fondamentalismo ecologico alle storture cupamente avvolgenti della giustizia italiana.

La città ideale ha debuttato oggi al Lido come unico film italiano in concorso alla Settimana internazionale della Critica: un esordio accattivante che potrà dire la sua. L'attore siciliano non solo lo ha diretto ma ne è anche protagonista. È lui Michele Grassadonia, architetto siculo che ha scelto Siena come luogo perfetto dove abitare senza inquinare e per svolgere il suo drastico esperimento di vita: vivere un anno senza energia elettrica ed acqua corrente. Con scrupolosità maniacale raccoglie l'acqua piovana che usa poi per fare la doccia, di notte sfrutta i riflessi lunari per illuminare flebilmente la casa, con la pedalata di una bici domestica carica il rasoio elettrico per farsi la barba, da tempo si tiene rigorosamente alla larga da ogni automobile...
Sarà proprio l'unica volta in cui, per fare un favore a un superiore, accetterà di guidare l'auto elettrica di un amico, che accadrà l'imprevisto. Un incidente, forse. Il soccorso a un corpo investito, forse. Nell'impotenza che ha a volte la verità, si ritroverà in un incubo sempre più denso e inquietante, travolto da accuse, magistrati, avvocati... Come Josef K. de Il processo di Kafka, affossato da qualcosa che non ha fatto eppure così colpevole.

Il ritmo è in bilico costante tra il dramma e il paradosso che fa sfociare la risata. "Parlerei di umorismo che è l'insinuazione di un dubbio", dice Lo Cascio. "Un uomo di certezze, che poteva calcolare tutto, si trova tutt'a un tratto indifeso. E poi c'è l'estenuazione, una sorta di compatimento per quando capitano situazioni troppo assurde da cui è difficile rialzarsi".

L'attore era presente in sala con tutto il cast tra cui, oltre alla bella Catrinel Marlon del Chiambretti Show, anche Aida e Luigi Maria Burruano, ovvero mamma e zio Lo Cascio: in pratica una riunione di famiglia. La madre - nel film piacevole macchietta - comunque rassicura: "È la prima volta e non mi vedrete più. Mi trovo qui solo per amore di mio figlio".

La regia rispecchia lo stile di Lo Cascio, in impeccabile completo nero e camicia bianca: impegnata ma senza prendersi troppo sul serio, sottile pur senza strabilianti trovate e mai banale.  
Intanto Siena sta vivendo una grave crisi istituzionale...
Ma per il regista-attore resta la "città ideale". "Le vicende attuali non tolgono che Siena, anche per la sua storia, resti l'archetipo della città-stato. È una città a misura d'uomo dove la separazione per contrade per assurdo ha cimentato l'unione cittadina".

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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