I 10 film italiani più belli del 2016

I 10 film italiani più belli del 2016

Il cinema nostrano ci ha regalato alcune perle inattese, soprattutto per mano di outsider. Si fa strada il doc, in mezzo a commedie agrodolci e a drammi che stimolano la riflessione

10) "La vita possibile" di Ivano De Matteo

La vita possibile

La violenza domestica trattata con sensibilità e senza toni tragici urlati. Veniamo proiettati quasi subito sul dopo. Su una rinascita possibile, attraverso lo sguardo sperduto di un bambino (Andrea Pittorino). Con Margherita Buy. Svaporato e simpatico il personaggio di Valeria Golino.

9) "Perfetti sconosciuti" di Paolo Genovese

Perfetti sconosciuti

È stato il secondo film per incassi in Italia nel 2016, dietro al fenomeno Checco Zalone. Alcuni dei migliori attori della commedia italiana contemporanea danno vita a un balletto di rivelazioni, balle improvvisate, sotterfugi svelati, mettendo a nudo la vita segreta nascosta nel telefonino. L'architettura è attenta e discretamente divertente, anche se cade nell'esagerazione. Su tutti spiccano Valerio Mastandrea, Marco Giallini e Giuseppe Battiston.

8) "7 minuti" di Michele Placido

7 minuti di Michele Placido

Cosa sono 7 minuti da togliere alla pausa pranzo di fronte al rischio di perdere il lavoro? Non sembrano molto. Ma sono tanto, se moltiplicati per tutti i dipendenti e dinnanzi alla caduta libera dei diritti dei lavoratori. Un film impegnato e dall'impianto teatrale (a volte esasperato), ispirato a una storia accaduta in Francia. Apre alla riflessione. Con Ottavia Piccolo, Ambra Angiolini, Violante Placido, Fiorella Mannoia.

7) "Liberami" di Federica Di Giacomo

Un doc che indaga con occhio laico il ritorno dell'esorcismo nel mondo contemporaneo. Un fenomeno sorprendente, se non inquietante. Protagonista padre Cataldo, uno dei più richiesti esorcisti siciliani. È l'unico film italiano premiato alla Mostra di Venezia 2016, vincitore della sezione Orizzonti. 

6) "La pazza gioia" di Paolo Virzì

La pazza gioia

Una logorroica fino allo sfinimento e incontenibile, l'altra silenziosa e fragile. Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi, incontenibile e travolgente, esplorano la malattia mentale. Con profonda umanità e tanta simpatia. La seconda parte, in sella a un turbinoso e interminabile road movie, cerca però di spiegare quello che non si può spiegare.

5) "Il fiume ha sempre ragione" di Silvio Soldini

Il fiume ha sempre ragione

Un documentario sulla magia delle parole, alla scoperta di due uomini che hanno fatto della propria vita un manifesto della loro passione così dolcemente anacronistica: la tipografia tradizionale. Alberto Casiraghy, editore, aforista, illustratore, nella sua bottega a Osnago custodisce il suo gioiello: la stampante meccanica a caratteri mobili. Josef Weiss, in Svizzera, a Mendrisio, ha fondato il suo Atelier della stampa e della Rilegatura d'arte, con sensibilità da grafico e tecnica da restauratore.

4) "Veloce come il vento" di Matteo Rovere

Veloce come il vento

Un film italiano su corse d'auto, legami famigliari scombussolati e passioni pulsanti, con tanto cuore, adrenalina e gradevoli stille umoristiche. Con Stefano Accorsi tossico tragicomico in stato di grazia e la bella sorpresa dell'attrice esordiente Matilda De Angelis.

3) "Indivisibili" di Edoardo De Angelis

Indivisibili

In bilico tra bellezza e deformità, tra grottesco e poesia. In una Castel Volturno ferita e contraddittoria, Viola e Dasy (Angela e Marianna Fontana), sorelle gemelle siamesi, sono forza viva e fulgente, avvolte dal melò napoletano rassicurante e dai ricatti dei genitori. Dichiarato richiamo a Daisy e Violet Hilton, le due artiste di metà Novecento fuse nel bacino e comparse nel cult del 1932 Freaks.

2) "Fuocoammare" di Gianfranco Rosi

Fuocoammare

Doc vincitore della Berlinale, esplora con sguardo sincero Lampedusa, universo complesso meta di speranze, rifugio e morte per migliaia di migranti. Ci fa anche far conoscenza coi lampedusani, entrando nella loro quotidianità semplice e generosa. Un film di stringente attualità e di portata universale.

1) "Lo chiamavano Jeeg Robot" di Gabriele Mainetti

Lo chiamavano Jeeg Robot

È la magnifica sorpresa italiana dell'anno. Un'autentica gioia cinematografica, che spolpa diversi generi, ne prende brandelli e li unisce insieme con cura e sagacia facendone un insieme innovativo e croccante. Un cinecomic divertente, pulp, scuro, ironico, romantico. Da applausi. Con Claudio Santamaria supereroe per caso e Luca Marinelli cattivo psicopatico irresistibile, degno del Joker. 

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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