@CarloGabardini: verba volant, twitter manent

@CarloGabardini: verba volant, twitter manent

Sei il profilo twitter più romantico che io abbia mai letto, quasi a pari di @comeprincipe, ma tu riferito ad una sola donna. Lei apprezza? Intanto ti ringrazio, anche perché stravedo per @comeprincipe, e poi rispondo così: Non è …Leggi tutto

Sei il profilo twitter più romantico che io abbia mai letto, quasi a pari di @comeprincipe, ma tu riferito ad una sola donna. Lei apprezza?

Intanto ti ringrazio, anche perché stravedo per @comeprincipe, e poi rispondo così: Non è una donna sola. (E la risposta va letta in tutti i suoi significati.)

Com’è finita poi con il ladro dello zaino, lo hai mai più trovato?

Purtroppo no, perché ammetto che oltre allo sfogo rabbiosetto ed impotente, io mentre twittavo, una speranza di possibili sviluppi la coltivavo davvero. Diciamo che m’aspettavo più un tweet di risposta del tipo ‘Cretinetti, l’hai dimenticato da me, il tuo zaino!’ che non ‘Sono il ladro di zaini pentito, la mia coscienza ormai ha paura d’aprir twitter e leggerti. Incontriamoci per restituzione in cima al duomo.’ Però anche in quel frangente, twitter m’è sembrato utile: per comunicare, per sfogarsi, per scherzarci su e dimenticare. E comunque, sempre su twitter, quella storia ha avuto un epilogo – o forse solo un nuovo tassello di una vicenda che proseguirà per sempre – ed è un mio tweet di inizio giugno:Schermata-2012-06-16-a-19.37.04.png

Ti aiuta nel tuo lavoro d’attore essere una tweetstar (e non rispondere che non lo sei, non neghiamo l’evidenza) ?

Direi proprio di no (ForsePeròPerchéInEffettiNonLoSono; mi spiace ma non ce l’ho fatta a trattenermi). Comunque non penso sia di una qualche utilità per procacciarsi lavoro come attore; forse potrà esserlo in futuro per il mio lavoro d’autore, ma più nell’accezione: ‘Ah, ma allora Carlo Gabardini è vivo e sa ancora l’italiano! Cià che lo chiamo, ché ho da scrivere una cosetta senza budget, ma tanto ormai questo è finito su twitter dove scrive gratis per tutti, sarà alla frutta!’ Aggiungo che, con mia grande gioia e soprattutto soddisfazione, per fortuna moltissimi su twitter non sanno che io faccia l’attore o interpreti Olmo in cameracafè; direi che l’affaire #questapersonacarlo al Tg1 ne sia una precisa e divertente testimonianza. https://www.youtube.com/watch?v=bmtaPwG02Kw

Come gestisci la tua giornata fra un tweet e l’altro?

Faccio molta fatica a twittare col telefonino, quindi, sostanzialmente, sto chiuso in casa davanti al pc, però alla finestra. Stupidate a parte, twitter è un po’ come la droga: amplifica ciò che già c’è. Lo scrivere, il commentare, l’appuntarsi stranezze quotidiane, il dire la propria, non me l’ha né insegnato né inculcato twitter; twitter è il mezzo per raggiungere più persone con quello che già prima usavi per tormentare gli amici, di solito oralmente. Così è anche più difficile ritrattare le proprie opinioni: verba volant, twitter manent… che poi, ad esser precisi, non è nemmeno tanto vero: twitter ha molto più a che fare col teatro, col ‘live’, col ‘qui e ora’, è scrittura in diretta, impalpabile, poco prendibile. Certo che puoi andare a rileggerti vecchi tweet, farne un archivio, averli conservati; però è un po’ come quando registri uno spettacolo teatrale su VHS: serve da documentazione, ma ciò che vedi (leggi) non ha nulla (o molto poco) a che fare con lo spettacolo dal vivo.

La parte peggiore della rete?

Non so veramente rispondere a questa domanda. Sarebbe come chiedermi qual è la parte peggiore della letteratura, la parte peggiore degli archivi di Stato, la parte peggiore dell’amore… Sarebbe come chiedermi qual è la parte MIGLIORE della rete. Provo a rispondere con un mio tweet di qualche settimana fa, ma non so se sarà utile. Come fai a star su #internet per 10h di fila,equivale a dire:come fai a stare 10h nella biblioteca-museo più grande del mondo. #iocelafaccio

Un RT a cosa lo paragoneresti nella vita reale a parità di soddisfazione?

Un retweet sostanzialmente significa questo: ‘Carlo, scusami, sto raccontando a tutti quella cosa che ti è successa e che mi hai detto, perché a me è piaciuta troppo. E la sto raccontando proprio con le tue parole; anzi: a volte faccio anche la eRRe moscia.’ Poi, siccome un RT su twitter può avere una eco esponenziale ed è diretta (per ora) ad una comunità più circoscritta, conoscibile e riconoscibile e, se mi passate il termine, direi anche ‘prendibile’, la soddisfazione è parecchio maggiore. Però la domanda è buona. Forse un RT su twitter, nella vita reale è un bacio.

Il lavoro dei tuoi sogni qual è, cosa vorresti fare da grande?

È una domanda che mi pongo quotidianamente e alla quale non so darmi risposta. Ogni tanto penso che finché non mi rispondo in maniera definitiva, sarò vivo. Da quando ho 4 anni, il sogno della mia vita era fare il tassista, tanto che mi regalarono un mini volante col quale ho stressato tutti i miei fratelli per anni, scarrozzandoli seduti immobili nel salotto di casa e facendomi alla fine pagare profumatamente con i soldi del monopoli. Poi, arrivato a 18 anni, per paura ho deciso di non prendere la patente dell’auto, e ne sono tutt’ora sprovvisto. Il lavoro che faccio ora mi piace un sacco, penso di essere stato anche molto fortunato, ma dubito che farò l’attore e l’autore per sempre. Nel frattempo, con i miei 4 soci di esterni, abbiamo aperto un bar-trattoria in Cascina Cuccagna, a Milano in via Muratori, che si chiama ‘Un posto a Milano’. Però tranquilli, non cucino io, cucina lo chef Nicola Cavallaro.

Ultimamente leggo molto di questa compravendita di followers, per te che li hai “conquistati” tutti e 14.300 che significato ha? A cosa può servire?

Onestamente trovo che sia un po’ la fine del gioco. Me l’ha raccontato @gianlucaneri, e mi sembra un po’ una follia. I finti followers hanno un unico scopo: avere un numerino più alto quando qualcuno va a vedere il tuo profilo; ma i followers non sono questo, sono persone che – temporaneamente – ti accordano la fiducia nel leggerti. I followers sono una comunità, ciascuno che parla o ti fa da megafono in altre comunità, e soprattutto possono restituirti un immediato feedback (o meglio: riscontro). Se hai 50.000 followers cinesi, indiani o semplicemente precettati senza nessun interesse, che ti si aggiungono con un click e una ventina di euro, ma che non leggono o non comprendono una sola parola di ciò che scrivi, è un po’ la fine del gioco. E poi io non ho mai amato i tornei di chi ce l’ha più lungo, a meno che non siano dal vivo; e so che detto così la battuta viene facile.

Twitter che differenze ha con tutti gli altri social per te? Può essere una moda com’è stato “Myspace” anni fa e poi “Facebook” recentemente?

Facebook nn ce l’avevo fino a 2 settimane fa, e ora invece ho aperto una pagina pubblica che si chiama facebook/carlogabardini ma che non so ancora usare. Quindi non posso fare paragoni, fermo restando che diversamente da molti ‘tuitteri’ io non ho nessuna posizione contraria o incattivita nei confronti di facebook, che per quello che so io ha un suo posto fondamentale nella comunicazione fra conoscenti e il mantenimento di rapporti fra le persone, compresa la condivisione, il sentirsi parte di qualcosa e anche il rapportarsi per iscritto.

Diversamente, di twitter, io potrei parlare per ore, ma ho la sensazione di stare annoiando un bel po’. Quindi ne dico una di cento. Twitter ha ANCHE a che fare con la scrittura, perché la Scrittura è sempre riscrittura. Il fatto d’avere a disposizione un numero limitato di caratteri (140) ti obbliga a scrivere e poi riscrivere il tuo pensiero, cesellarlo, trovare le parole adatte (fossero anche i sinonimi più brevi), ripensarlo, ribaltarlo, eliminare l’antefatto, sintetizzarlo; insomma: ti obbliga a scrivere, a prendere coscienza del tuo scrivere, a lavorare sui modi per dire quel che ti preme comunicare. È ovvio che twitter è solo un laboratorio di tutto ciò, nessuno sostiene che l’unica scrittura possibile sia quella in 140 caratteri, o che la sintesi sia un valore di per sé, o che scegliere il sinonimo più breve sia sensato (ricordiamoci poi che anche in twitter dev’essere quello più pregnante, tenendo presente anche la lunghezza, ma soprattutto il senso), però può essere una bella palestra. Anche allenarsi a scrivere quartine è molto utile a chi vuole scrivere sonetti; poi è ovvio che l’arte è nello scrivere sonetti e ‘non di sole quartine vive l’uomo’ come non di soli tweet, però se hai sbattuto tanto la testa sulle quartine è probabile che poi i sonetti ti vengano più facili o semplicemente migliori.

Vabbè, è un discorso lungo e pieno d’insidie e direi che ho già sufficientemente offerto il fianco. Diciamo che io amo moltissimo twitter, che spero vivamente non si tratti di una moda passeggera (anche perché se chiude io, poi, che faccio?) e che il mio giudizio potrebbe certamente essere offuscato da una certa partigianeria. Ma, se posso fare RT a un famoso tweet di @Gramsci, io “Credo che vivere vuol dire essere partigiani. Perciò odio gli indifferenti.”

Tu hai fatto cinema, televisione, teatro e sei attivissimo in rete. Ne resterà uno solo?

No, non ne resterà nemmeno uno, spiace (anzi a me piace) dirlo, ma sono mortale e già un bel pezzo avanti

Seguitelo qui—> Carlo G. Gabardini

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Andrea Delogu

Disgrafica e di sinistra, abbiate pietà.

Nella mia biografia basterebbe scrivere che sono nata a Rimini per farvi capire che volente o nolente sono cresciuta con la musica da club o da discoteca.

Nei giorni in cui non andavo a ballare son riuscita a diventare cintura nera di Karate secondo Dan, scrivere e condurre un programma per Match Music dal titolo "A casa di Andrea", presentare il meglio di Sky, recitare in "Saturday Night Live" su Italia1, far parte di un gruppo musicale e cantare la colonna sonora dello spot Heineken USA, a recitare in alcuni cortometraggi, partecipare a diversi spot pubblicitari, ma soprattutto sono riuscita a convincere Panorama a darmi un Blog.

Chi è il matto tra i due? Prima che mi dimentichi: amante del rock, della buona e abbondante cucina, sostenitrice della piadina della Lella e degli strozzapreti del BarSole, malata di Twitter e tuttologa in pensione

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