Lotta scudetto nel caos: il Covid cancella Inter-Sassuolo
Nerazzurri colpiti da un focolaio, interviene l'Asl come già con il Torino. Mettendo a rischio la tenuta del campionato davanti all'avanzare delle varianti - LAZIO-TORINO, LE DIFFERENZE RISPETTO A JUVE-NAPOLI
Il Covid interviene a gamba tesa sulla Serie A e sulla lotta scudetto cancellando Inter-Sassuolo. Tutto fermo su intervento dell'ATS di Milano che ha disposto la quarantena per i calciatori dell'Inter risultati positivi al test (De Vrij e Vecino dopo i casi D'Ambrosio e Handanovic), vietando qualsiasi attività della prima squadra per tre giorni e impedendo la disputa della sfida contro il Sassuolo. Se poi lunedì 22 marzo i tamponi del resto del gruppo saranno negativi si potrà ricominciare ad allenarsi, ma nel frattempo niente campionato e nessuna trasferta autorizzata per i nazionali attesi dalle rispettive federazioni, compresa quella italiana che comincia a giocarsi le partite di qualificazione al Mondiale di Qatar 2022.
Si tratta di un epilogo che non deve sorprendere perché da qualche settimana, con l'avanzata delle varianti, l'atteggiamento delle ASL e ATS nei confronti del campionato di calcio era cambiato. Qualcosa che supera anche il precedente di ottobre della mancata trasferta del Napoli in casa della Juventus, finita nei tribunali sportivi con epilogo al Collegio di Garanzia del Coni e partita che si deve rigiocare non senza polemiche.
Già la scelta delle autorità sanitarie di Torino di blindare il Torino nel mezzo di un focolaio facendo saltare le gare contro Sassuolo e Lazio aveva segnato la discontinuità. Laddove ci sia il sospetto di un focolaio interno alla squadra, ecco scattare la prescrizione che blocca la deroga consentita dal protocollo di giugno della Figc: quarantena obbligatoria, attività sospesa e niente pallone. E i vertici del calcio cosa fanno? In occasione di Torino-Sassuolo e Lazio-Torino la Lega Serie A ha accordato il rinvio negato in precedenza al Napoli. E il Giudice sportivo ha respinto il primo ricorso dei biancocelesti che andranno avanti nella loro battaglia ma difficilmente potranno vedersi riconosciute le loro ragioni, essendosi mossa l'ASL per tempo e con provvedimenti chiari e ostativi alla disputa delle partite.
Si aprono, però, due grandi temi: il primo riguarda il rischio di non arrivare in fondo al campionato visto che mancano 11 giornate e il calendario prevede che entro il 23 maggio si debba finire tutto così da consegnare a Mancini i nazionali per l'Europeo. Qualche data per i recuperi c'è, ma se in ogni caso di positività dovesse scattare il rinvio della partita si arriverebbe a un collasso del sistema. E poi il condizionamento a livello sportivo perché la stragrande maggioranza dei club (Inter compresa) fin qui ha giocato andando oltre ogni tipo di emergenza e affrontando in alcune occasioni partite in condizioni davvero difficili. Vedersi rinviare un appuntamento può rappresentare un vantaggio sportivo.
Il presidente della Figc, Gravina, ha recentemente ricordato il suo disappunto sul modo in cui i club hanno voluto immaginare la stagione del Covid quasi senza rete di protezione. Difficile che l'argomento playoff torni d'attualità, ma il caso-Inter alza il livello e obbliga a una presa di coscienza. Da qui a maggio sarà una vera scommessa portare a casa la Serie A, poi urgono riforme anche se i club stanno vendendo per il prossimo triennio un format da 380 partite e non paiono disposti a rinunciare a nulla.