Bob Dylan: esce il tributo "Lost on the river"
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Musica

Bob Dylan: esce il tributo "Lost on the river"

Un gruppo di artisti, tra cui Elvis Costello e Johnny Depp, ha inciso alcuni suoi brani inediti del 1967

All’inizio degli anni Sessanta, quando i testi delle canzoni rock erano semplicemente spensierati inni al divertimento, Bob Dylan ha dichiarato al mondo, imbracciando la sua chitarra e la sua armonica con austera fierezza,  che la poesia non era solo quella che si leggeva sui libri, ma anche quella che giungeva attraverso la radio.


Le sue canzoni erano evocative, spesso oscure, indubbiamente affascinanti. Un invito all’ascolto, alla riflessione, all’introspezione.


A Robert Zimmerman si deve la rinascita del folk-rock, salvo poi attirarsi, nella seconda metà degli anni Sessanta, le critiche degli integralisti del genere, che non accettavano l’uso della chitarra e dell’armonica amplificate.


Dylan è universalmente riconosciuto come il cantautore più influente della storia del rock, così alcuni artisti, appassionati del bardo di Duluth, hanno reso omaggio al loro nume tutelare nell’album Lost on the river: the new basement tapes, pubblicato dall’etichetta Electromagnetic Recordings/Harvest Records.


Un disco di grande interesse non solo per i nomi coinvolti nell’operazione, dal produttore e chitarrista T Bone Burnett, che ha ideato il progetto, a Elvis Costello, da Jim James (My Morning Jacket) a Marcus Mumford (Mumford&Sons), da Rhiannon Giddens (Carolina Chocolate Drops)a Taylor Goldsmith (Dawes), fino all’attore Johnny Depp, che suona la chitarra in Kansas City.


Invece che interpretare  gli evergreen di Dylan, ormai veri e propri standard della canzone americana, T Bone Burnett ha utilizzato alcuni brani incisi nel 1967 e mai pubblicati finora.


“Quello che è venuto fuori durante quei giorni in studio -ha sottolineato Burnett- è stato straordinario per tutti noi. In ogni momento si poteva percepire la profonda generosità e il supporto di ognuno al progetto, emozioni che riflettevano la fiducia e la generosità dimostrata da Bob condividendo con noi quei brani”.


Le canzoni risalgono al periodo del leggendario ritiro nella Big Pink di Woodstock, un confino volontario dove Dylan, in seguito a un incidente di moto mai del tutto chiaro nei contorni, ha potuto esprimere liberamente tutta la sua creatività, senza essere pressato da concerti e da impegni discografici.


Un periodo lontano nel tempo, ma ancora attualissimo per chi ama la grande musica.

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Gabriele Antonucci