Crisi: 9 donne su 10 tagliano la spesa, e tornano al fai da te

Crisi: 9 donne su 10 tagliano la spesa, e tornano al fai da te

Più preoccupate, ma anche più attente. Vogliono potersi fidare e soprattutto chiedono rispetto. È il ritratto delle donne in tempo crisi fotografate attraverso le loro spese o meglio il modo di fare la spesa da una ricerca del Centro di …Leggi tutto

Più preoccupate, ma anche più attente. Vogliono potersi fidare e soprattutto chiedono rispetto. È il ritratto delle donne in tempo crisi fotografate attraverso le loro spese o meglio il modo di fare la spesa da una ricerca del Centro di ricerca su marketing e servizi (Cermes) dell’Università Bocconi.

Lo studio raccoglie gli esiti di un’indagine su 1000 italiane  di diversa estrazione sociale e provenienza geografica,  di focus group, forum online e precedenti ricerche. E racconta che a tagliare le spese sono state 9 italiane su 10. Il 44,6 per cento delle intervistate è molto preoccupata per il futuro dei figli, il 37,4% per il proprio lavoro, ma l’11,8 dice che questa crisi ha un lato positivo: insegna a eliminare il superfluo.

“Le donne si sacrificano, rinunciando a molte più cose del resto della famiglia” riassume  Stefania Borghini, docente di Marketing alla Bocconi, “lo fanno anche quelle che non ne avrebbero bisogno, le più abbienti. Per educare i figli a non sprecare, anche per senso di colpa verso chi è in vera difficoltà”.  La scure si è abbattuta soprattutto sulle vacanze, cui rinuncia il 72 per cento delle intervistate, le uscite con amici e parenti (67 per cento), abbigliamento (66 per cento), cura del corpo (62 per cento). Ma il 27 per cento ridimensiona perfino la spesa alimentare. Quota che sale al 36 per cento nel sottogruppo delle “combattenti” come le ricercatrici hanno chiamato circa un terzo del campione, composto da donne tra i 25 e i 44 anni, in prevalenza del Sud, casalinghe o disoccupate con figli, molto attente a una  famiglia che sopravvive spesso con un unico (basso) reddito. Sono soprattutto loro che fanno tardi la notte per spulciare con estrema cura tutte le offerte reclamizzate nei volantini, studiare quali spese rimandare e come fare quadrare i conti di casa.

Lo studio traccia l’identikit di quattro tipi di donne (e consumatrici) italiane. Oltre alle combattenti, ci sono le native digitali, tra i 18 e 1 34 anni, del centro nord, tecnologiche e forti utilizzatrici di internet. Sono preoccupate per il futuro, e hanno imparato a farsi piega e manicure da sole. Le consapevoli, il 30,5 per cento del campione, sono over 45 residenti al nord, hanno al massimo un figlio, lavorano, sono istruite. Reagiscono alla crisi tornando in cucina, ed eliminando gli sprechi. Le realizzate, infine, che hanno superato i 55 anni, hanno ampie disponibilità economiche, e sono convinte che le donne abbiano maggiori risorse per superare questo periodo difficile.

La rinuncia ai biscotti in scatola e il ritorno alle torte fatte in casa, la coltivazione dell’orto, l’addio al parrucchiere per il phon,  in altre parole il fai da te, è un trend che riguarda il 79 per cento del campione. «Crescono anche fenomeni come lo scambio e la condivisione e il baratto” osserva Borghini. “Si torna a credere nella qualità, nell’essenzialità”.  E per quanto quasi la metà delle donne ammetta di andare più spesso negli outlet o nei discount e il 64 per cento attenda i saldi per fare acquisti, tutte chiedono una cosa sola “potersi fidare” sintetizza Borghini. “Le donne vogliono che gli sconti siano reali, e che la qualità del prodotto non sia millantata. Se le aziende non capiscono questa trasformazione rischiano di pagarne a lungo le conseguenze”.

Basta pubblicità ingannevoli, insomma, e basta pubblicità che rappresentino le donne solo come bombe sexy o casalinghe: “Un tema che fino a non molto tempo fa sembrava interessare solo le donne più adulte, ora sempre più ragazze sono consapevoli del problema e chiedono di essere raccontate con un altro linguaggio” Creativi siete avvertiti.

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Franca Roiatti

Sono nata in Friuli quando il confine orientale era ancora pesantissimo. Forse per questo ho sempre avuto una gran voglia di fare la valigia e varcare quante più frontiere possibile. Scrivo di mondo, e sono attenta a come gli esseri umani trattano il pianeta che li ospita.  Mi appassionano le storie di donne che provano a cambiare le cose, e cerco di capire cosa impedisca loro di contare di più (a volte semplicemente di contare).

Ho scritto due libri che parlano di terra (ma non di terroir) e cibo (ma non di cucina). Ho un altro blog che racconta di storie e fenomeni legati al cambiamento climatico, allo sfruttamento delle risorse naturali, agli effetti della globalizzazione  http://blog.panorama.it/mondo/author/froiatti/  e tento pure di twittare cose sensate: @FrancaRoiatti

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