Verso il successo il partito tedesco che vuole Italia, Spagna, Grecia e Portogallo fuori dall’euro

Verso il successo il partito tedesco che vuole Italia, Spagna, Grecia e Portogallo fuori dall’euro

“Il coraggio per la verità” , “Referendum nazionale sul salvataggio dell’euro” , “Euro? Il mio oro me lo tengo addosso”., “I greci disperano, i tedeschi pagano, le banche incassano”. Girando per Berlino i poster elettorali di Alternative für …Leggi tutto

“Il coraggio per la verità” , “Referendum nazionale sul salvataggio dell’euro” , “Euro? Il mio oro me lo tengo addosso”., “I greci disperano, i tedeschi pagano, le banche incassano”. Girando per Berlino i poster elettorali di Alternative für Deutschland non sono molti, ma sono tra a porre una domanda fondamentale per il futuro tanto della Germania che dell’Europa: i tedeschi vogliono ancora l’euro così come lo conosciamo?

Il neopartito fondato un anno fa grazie ad un manifesto che si definiva “Anti-euro, ma non anti-Europa” e firmato da più di cinquanta rappresentanti del mondo accademico, economico e della comunicazione, potrebbe essere la grande sorpresa alle prossime elezioni del 22 settembre. I vari sondaggi non riescono a definire correttamente l’ordine di grandezza del risultato che otterrà: l’ultimo li dà tra il 3 e il 4%, ma il rischio è che molti suoi elettori nascondano le proprie reali intenzioni per caricare di maggiore significato il proprio voto di protesta. Ma non è questa l’unica ragione del loro possibile successo. Come spiega Manfred Güllner dell’istituto di ricerca e statistica Forsa, “AfD è un partito che potrebbe raccogliere tanti voti tra quelli che ora risultano non elettori. Due terzi di loro infatti sono fondamentalmente contrari all’euro”. Insomma, il partito tedesco che, in parole povere, non si dispererebbe se Italia, Spagna, Grecia e Portogallo uscissero fuori dall’euro rischia di avere successo. Sarà impopolare dirlo, ma se così fosse sarebbe difficile non leggerci dietro quella malcelata voglia di riaffermare la superiorità tedesca di cui spesso, a torto o a ragione, si parla.

Se Alternative für Deutschland dovesse superare la soglia di sbarramento del 5% necessaria per entrare al Bundestag molto probabilmente Angela Merkel e i liberali dell’Fdp non avranno la maggioranza assoluta e che si dovrà trovare un’altra coalizione.

Quale? Difficile che la sinistra (Spd, Verdi e Die Linke) non solo raggiunga complessivamente più del 50%, ma anche che voglia allearsi (anche se ultimamente sembra essersi aperto qualche spiraglio per un accordo). L’ipotesi più  credibile è quella di un’alleanza tra la Cdu e l’Spd, riedizione di quella Große Koalition che già caratterizzò la legislatura 2005-2009, altrimenti si prospetta un’apertura ancora più a destra che coinvolga annetta Alternative für Deutschland a Cdu e Fdp. A lungo Angela Merkel e la Cdu avevano deciso di ignorare il “partito dei professori”: nessuna risposta agli slogan antieuro e poco spazio in generale per i temi di politica economica europea. L’indifferenza però non ha pagato e davanti alla crescente popolarità di AfD, è arrivato il cambio di passo. In un’intervista pubblicata la scorsa settimana sulla versione domenica della Bild, la Merkel ha ribadito che: “La questione di una possibile alleanza con l’AfD per noi neanche si pone” e che “I sondaggi dimostrano che sempre un numero minore di cittadini vuole tornare al marco”. Parole nette che però non hanno impedito a Bernd Lucke, leader del neopartito, di aprirsi a una possibile alleanza proprio con la cancelliera in un un’intervista pubblicata infatti sul settimanale Focus: “Siamo sicuri di potere superare il 5%, forse arriveremo anche in doppia cifra. E allora Alternative für Deutschland sarà disposta a parlere soltanto con quei partiti disposti a cambiare radicalmente l’attuale politica di salvataggio dell’euro. Ci accontenteremmo anche che la Cdu torni alle posizioni dichiarate nel 2009. Nessun salario minimo né responsabilità per i debiti degli altri paesi europei”. La domanda a questo punto è solo una: nel caso in cui Lucke avesse ragione e AfD diventasse l’ago della bilancia del prossimo parlamento tedesco, il proverbiale senso pratico di Angela Merkel preferirà allearsi a loro o con gli eterni nemici dell’Spd? 

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