Addio Kater Holzig, dal 2014 appartamenti di lusso. La gentrification cambia il volto di Berlino

Addio Kater Holzig, dal 2014 appartamenti di lusso. La gentrification cambia il volto di Berlino

L’ultimo party sarà quello di Capodanno. Poi, dal 2 gennaio, si comincerà a smontare e buttare e del Kater Holzig non rimarrà più nulla. Uno dei club più belli e compositi di Berlino, lì dove durante lo stesso sabato …Leggi tutto

L’ultimo party sarà quello di Capodanno. Poi, dal 2 gennaio, si comincerà a smontare e buttare e del Kater Holzig non rimarrà più nulla. Uno dei club più belli e compositi di Berlino, lì dove durante lo stesso sabato  si poteva fare un girino al mercatino, cenare nel bel ristorante panoramico, gustarsi un concerto al piano terra, ballare elettronica nel Katersalon o nella dépendance e finire il tutto con un falò a bordo Sprea, si appresta a chiudere. Doveva essere l’erede del Bar 25 che fino al 2010 vivacizzava le notti della riva opposta. Del resto lo avevano fondato lo stesso collettivo di impresari ed analoga era la gestione e la selezione all’entrata (totalmente casuale e, purtroppo, in alcuni casi anche piuttosto antipatica). Il Kater Holzig invece è durato solo tre anni, anzi poco di meno. Al suo posto saranno costruiti appartamenti di lusso dai 77 ai 296 metri quadrati. Non sarà una bella fine per questa vecchia fabbrica di sapone la cui visita, anche quando era un edificio abbandonato, era uno di quei luoghi “berlinesi” da conoscere assolutamente. Peccato.

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Si potrebbe dire: quantomeno riaprirà il Bar 25? E’ vero, ma lo farà con un altro nome (Holzmatkt) e un diverso obiettivo alle spalle, ovvero creare un villaggio culturale e residenziale eco-sostenibile di cui il club sarà solo uno dei tanti motivi di interesse (leggete qui del progetto). Insomma, la zona lungo il foum Sprea stretta tra Friedrichshain, Kreuzberg e Mitte continua a cambiare e di conseguenza lo fa Berlino. La città sta perdendo sempre più quell’aurea di anticonformismo e libertà che l’ha caratterizzata per i primi 15 anni dopo la caduta del muro. Da allora ad oggi, a causa della grave crisi delle casse cittadine, tante zone rivalutate grazie a progetti artistici spesso spontanei ed altre volte sollecitati direttamente dal comune, sono state vendute dal comune a investitori privati che ne hanno fatto o ne stanno facendo uffici ed abitazioni di lusso. E’ stato il caso del Mediaspree, ovvero la riconversione in uffici e hotel di vecchi edifici del tratto di lungofiume posto tra il ponte di Treptow e Warschauer Strasse. Continua ora più avanti, su entrambe le rive. Solo lo scorso marzo migliaia di cittadini scesero in strada, senza successo, per bloccare la costruzione di un palazzo, anch’esso per abitazioni di lusso, posto nel bel mezzo del lungo tratto della East Side Gallery, ovvero quel pezzo di muro pieno di graffiti famoso sia per ragioni storiche che per essere la più lunga galleria d’arte open air al mondo. I soldi prima di tutto, è da qui che nasce la gentrification. Per quanto in Germania esista un principio di redistribuzione della ricchezza tra le regioni (e Berlino è una città-regione), bisogna sanare la situazione finanziaria della capitale tedesca. Costi quel che costi, fosse anche quell’immagine da città dei giovani tanto ben spesa in giro per il mondo. Con buona pace di chi, a Berlino, ci era venuto a vivere con ben altre premesse.

@daddioandrea

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