Claudio Coccoluto/2: non è ancora finita

Claudio Coccoluto/2: non è ancora finita

Ecco dove eravamo rimasti ieri: “Facendo questo lavoro tu conosci benissimo, avendo possibilità di girare per locali di ogni paese, la realtà italiana? Certamente. È uno dei motivi per cui amo il mio lavoro, perché mi fa avvicinare a tutte …Leggi tutto

Ecco dove eravamo rimasti ieri:

“Facendo questo lavoro tu conosci benissimo, avendo possibilità di girare per locali di ogni paese, la realtà italiana?

Certamente. È uno dei motivi per cui amo il mio lavoro, perché mi fa avvicinare a tutte quelle realtà che non conosceresti con 3 vite, un condensato di storie ed esperienze di una ricchezza morale enorme.”

ED ECCO IL SEGUITO DELL’INTERVISTA A CLAUDIO COCCOLUTO.

Questo ti da il diritto e le basi per poter esprimere il tuo pensiero.

Ma è un atteggiamento che voglio specificare, non è da Superuomo, è un atteggiamento da persona normale, e credo che le persone normali possano fare la differenza in questo paese. Ci siamo abituati a pensare che la differenza la debba fare Superman.

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Da chi ti senti rappresentato, ora, politicamente in Italia?

Adesso è un casino nero, davvero un casino nero. A me il “partito” interessa poco da sempre: sono cresciuto negli anni ’70, nella lotta politica violenta, gli opposti estremismi; mi interessano le persone, quindi non credo nella bandiera, credo piuttosto nella buona volontà e nel buonsenso delle persone civili. E quello non ce  l’hanno le bandiere, non m’identifico negli schieramenti.

Per quale motivo, i comuni o chi per loro , ma più in generale lo stato e l’opinione pubblica tende sempre ad ostacolare ritrovi come quelli di una discoteca o di un club?

Io credo in tutti i valori buoni che sono nel concetto dei club o discoteca, che sono quelli della condivisione giovanile , di muoversi intorno ad un aspetto fondamentale della cultura che è la musica, ma non solo, il ballo, il  contatto umano o il linguaggio del corpo . Non è che ci siano mille altre occasioni nelle nostre vite di avere questi bagni di folla e occasioni di aggregazione. Questa cosa è chiara e attraente vista in modo benevolo, figurati vista nella maniera malevola di uno spacciatore.

Certo lì ha più probabilità.

Ma come le avrebbe allo stadio, solo che lo stadio è difeso da un sistema di pensiero che nonostante sia : corrottissimo, drogatissimo e saturo di problemi continua a mantenere quell’allure di positività sportiva che invece dovrebbe aver perso da decenni.

Ma come non può essere lampante che in un club si dà da lavorare a decine e decine di persone? Pensiamo ai cambusieri, ai camerieri, baristi, pr, ballerine, allo staff artistico e via dicendo?

Ma soprattutto è un primo impiego. Io ho amici che hanno iniziato facendo i pr, e ora hanno agenzie di comunicazione importantissime, dipenda da come uno vuole percorrere la propria strada.

L’emozione più importante della tua vita lavorativa?

Non riguarda strettamente la mia vita professionale ma mi viene in mente (forse perché è passato pochi gg fa su SKY) una cosa la quale oltre che emozionato mi ha onorato, quasi imbarazzato: quando Pasquale Falcone , regista, ha scritto una sceneggiatura dove io era il collegamento fra tutti i personaggi principali. E mi ha proposto di recitare la mia parte. Cosa che poi ho fatto, con disastrosi risultati attoriali (non son MAI riuscito a rivedere me stesso recitare per la vergogna) ma arricchito da una esperienza bellissima: ho pensato che se non l’avessi fatto , mai mi sarebbe ricapitata una cosa così.

Che cos’è la figura del dj?

Il dj è un artista sui generis, nel senso che va a rappresentare l’arte degli altri attraverso i dischi, l’arte dei musicisti dei cantanti etc etc. ll dj è un regista, qualcuno che in una serata unisce con un filo logico tutti gli elementi. Ma il vero protagonista è il party e non se ne scappa, il dj non esiste a prescindere, il dj esiste in quel contesto.

Qual è la tuo opinione sul concorso che è iniziato da poco qui in Italia  Shecandj , dove la EMI sta cercando una figura femminile dj e produttrice da poter produrre?

La mia opinione non è favorevole, è vero che manca la figura femminile in questo mestiere, perché c’è un attitudine tecnica che è molo più maschile, succede anche nella cucina, ci sono molti più cuochi uomini che donne. Ma non perché le donne non sono capaci, solo perché gli uomini hanno un forse più sviluppato senso tecnologico. Però ti faccio un esempio: se io devo cogliere l’umore di una pista, guardo le donne non gli uomini,  sono loro che danno il metro della sensualità della musica che stai suonando. Hanno una sensibilità maggiore.

Quindi qualcosa d’innato?

Si, quindi non penso che un concorso, possa aumentare la dignità di una dj donna, rispetto al dj uomo. Poi apprezzo l’iniziativa nella misura in cui riesca a far emergere dei talenti, allora ben venga per carità, ma la posizione di partenza non mi fa impazzire ecco. Ma penso che la EMI sappia bene quello che fa, dato che lo fa e gli faccio i miei migliori auguri.

 

 

 

 

 

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Andrea Delogu

Disgrafica e di sinistra, abbiate pietà.

Nella mia biografia basterebbe scrivere che sono nata a Rimini per farvi capire che volente o nolente sono cresciuta con la musica da club o da discoteca.

Nei giorni in cui non andavo a ballare son riuscita a diventare cintura nera di Karate secondo Dan, scrivere e condurre un programma per Match Music dal titolo "A casa di Andrea", presentare il meglio di Sky, recitare in "Saturday Night Live" su Italia1, far parte di un gruppo musicale e cantare la colonna sonora dello spot Heineken USA, a recitare in alcuni cortometraggi, partecipare a diversi spot pubblicitari, ma soprattutto sono riuscita a convincere Panorama a darmi un Blog.

Chi è il matto tra i due? Prima che mi dimentichi: amante del rock, della buona e abbondante cucina, sostenitrice della piadina della Lella e degli strozzapreti del BarSole, malata di Twitter e tuttologa in pensione

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