Non si risparmia cancellando la festa della Polizia

Non si risparmia cancellando la festa della Polizia

Tra tutte le spese che la Pubblica Amministrazione poteva tagliare, la cancellazione della Festa della Polizia è senz’altro la più sciocca. Il questore di Milano, Luigi Savina, ha appena divulgato i dati sulla sicurezza nel capoluogo lombardo. Dati allarmanti, a …Leggi tutto

Tra tutte le spese che la Pubblica Amministrazione poteva tagliare, la cancellazione della Festa della Polizia è senz’altro la più sciocca. Il questore di Milano, Luigi Savina, ha appena divulgato i dati sulla sicurezza nel capoluogo lombardo. Dati allarmanti, a dir poco. Qualche esempio? Nel confronto con i reati del 2012, il 2013 ha registrato un incremento dei furti in casa del 52,3 per cento, dei furti nei negozi del 30,2 per cento e un aumento del 23,5 per cento degli scippi. Come pure sono aumentate le violenze sessuali, che dalle 425 del 2012 sono passare alle 462 del 2013. A questo si aggiunga un dato ancora più preoccupante: nessuno, per ore, ha pensano di chiamare il 112 o il 113 mentre il picconatore Mada Kabobo uccideva tre passanti nel quartiere Niguarda.

Se si cercasse di riassumere l’attività del compianto Capo della Polizia, Antonio Manganelli, tralasciando i suoi successi investigativi, viene alla mente proprio il suo incessante sforzo di avvicinare la Polizia ai cittadini. Con mille iniziative divulgative e di incontro, con gli anziani, con le scuole, con i cittadini, con le associazioni. L’istituzione del poliziotto di quartiere, per esempio, al di là dei modesti risultati repressivi, è forse il più evidente esempio di volontà di trasformare lo sbirro da caserma nel poliziotto di prossimità e di avvicinare i cittadini alle forze dell’ordine. Io ne ho viste parecchie di feste dalla Polizia. E l’immagine che più dava speranza e fiducia era quella dei bambini che salivano sulle volanti o che si facevano fotografare con il berretto dell’uniforme. Per me, quelle foto, rappresentavano il seme di una società amica e pacificata con le divise, il superamento dell’idea di “celerino” che dal ’68 ancora avvelena certe frange della nostra società.

La festa della Polizia era poi anche l’occasione per premiare in pubblico gli agenti più valorosi e quelli caduti sul lavoro. Un incentivo non da poco, considerato il magro stipendio dei nostri poliziotti. Quanto si è risparmiato cancellando le celebrazioni per il 161esimo anniversario della Polizia? Non lo so. Di certo si è perso molto.

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Giorgio Sturlese Tosi

Giornalista. Fiorentino trapiantato a Milano, studi in Giurisprudenza, ex  poliziotto, ex pugile dilettante. Ho collaborato con varie testate (Panorama,  Mediaset, L'Espresso, QN) e scritto due libri per la Rizzoli ("Una vita da  infiltrato" e "In difesa della giustizia", con Piero Luigi Vigna). Nel 2006 mi  hanno assegnato il Premio cronista dell'anno.

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