Scuola di danza: il ‘furbetto’ del quartierino

Scuola di danza: il ‘furbetto’ del quartierino

Cari genitori, attenti. Questo è un consiglio gratuito e spassionato per evitare di finire anche a voi nell’elenco dei fessi (dove io ho residenza fissa da anni). Cosa c’entrano i figli? Vi starete chiedendo… C’entrano. Perché tutto parte dal corso …Leggi tutto

Foto TIMOTHY A. CLARY AFP/GettyImages

Cari genitori, attenti. Questo è un consiglio gratuito e spassionato per evitare di finire anche a voi nell’elenco dei fessi (dove io ho residenza fissa da anni).

Cosa c’entrano i figli? Vi starete chiedendo… C’entrano. Perché tutto parte dal corso di danza al quale ho iscritto la mia piccola. È la prima volta che (avendo 5 anni) la inseriamo a qualche attività sportiva o comunque alternativa all’asilo. Per cui mi appiglio alla banale scusa dell’inesperienza per cercare di avere un minimo di comprensione…

I Fatti: la scuola sembra bella, è vicino a casa, ci va anche la vicina e nel quartiere ne parlano più o meno bene. Anche la cifra chiesta alla firma, è minima. Una bella sorpresa in questo periodo nero per il portafoglio. Peccato però che le sorprese (buone) siano finite lì, quelle amare invece hanno cominciato a fioccare come la neve.

Alla seconda lezione infatti ecco la prima richiesta: ci sarebbe la visita medica (35 euro). Una settimana dopo poi è la volta del “bodyno” per la recita di Natale (80 euro, e rabbia doppia dato che mia mamma è sarta). Poi l’apoteosi. Sì, perché lo spettacolo non sarà ad ingresso libero, ma bensì a pagamento, 15 euro a biglietto. Mentre i maroni ruotavano ad un numero di giri che la Ferrari di Alonso non tocca in rettilineo, ecco arrivare la mazzata finale. Sì perché non solo devo pagare per vedere il saggio di mia figlia, ma per amici e parenti ci sono al massimo solo altri due posti (a pagamento pure quelli).

Adesso ditemi voi come faccio a scegliere chi tra i 4 nonni, i 9 zii, i cuginetti, e gli amici cari potrà avere tanto onore? Così chiamo al telefono il gestore della scuola che, in maniera ferma risponde “Sono anni che facciamo così. Se ha problemi sappia che la recita è facoltativa; quindi può tenere pure sua figlia a casa”.

Fossimo stati a Tucson, Arizona, all’epoca di sceriffi e cowboy il duello sarebbe stato assicurato, ma purtroppo mi tocca sbollire la rabbia pensando… Certo, caro il mio genio, però prima viene lei a spiegare il concetto di “facoltativo” ad una bimba di 5 anni che zampetta in salotto i primi passi di danza della sua vita, e che guarda le sue scarpette rosa ed il bodyno rosso come io guardavo la canottiera di Michael Jordan presa a Chicago 20 e passa anni fa.

E recita sia, quindi; il mio posto ovviamente lo lascio ad una delle due nonne. Per il filmato, non c’è problema. Perché nel teatro (dove non saranno autorizzate riprese e fotografie) ci sarà un addetto della scuola pronto a realizzare l’imperdibile dvd (al modico prezzo di 25 euro). Che dire… Che sono un fesso e, soprattutto, che se invece della danza (come voleva sua mamma) la mandavo in piscina (il basket no, non è roba da donne) era molto ma molto meglio…

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Andrea Soglio