Per Natale voglio Babbo Natale

Per Natale voglio Babbo Natale

Come ogni anno da quando è in grado di intendere, di volere e di esprimerlo, Emma aspetta Babbo Natale. Negli ultimi anni  Babbo Natale ha citofonato, ha lasciato la finestra della stanza di Emma spalancata, ha mangiato i mandarini …Leggi tutto

 

Come ogni anno da quando è in grado di intendere, di volere e di esprimerlo, Emma aspetta Babbo Natale.

Negli ultimi anni  Babbo Natale ha citofonato, ha lasciato la finestra della stanza di Emma spalancata, ha mangiato i mandarini lasciando un disastro sul pavimento, ma  non si è ancora palesato. Emma, che ha dieci anni e stupida non è, è aggrappata a questo sogno nonostante gli amichetti stronzetti e scafati e anche un po’ il suo intuito dicano che forse qualcosa non va. Nella letterina di quest’anno infatti ha messo Babbo Natale con le spalle al muro chiedendo prima di tutto che si faccia vedere, che mandi la foto di casa sua e della sua famiglia, perché è l’unico modo per far star zitti i suoi amichetti.

Nell’essere genitore la partita relativa all’esistenza di Babbo Natale è la parte più difficile, ancor più dello spiegare l’importanza della contraccezione, della pericolosità delle sostanze stupefacenti, e dell’orrore di indossare una felpa in pile. E’ difficile convincere i propri figli di doversi arrendere all’evidenza quando noi fatichiamo a nostra volta a fare lo stesso davanti alla politica o all’avanzare dell’età. Ed è ancora più difficile quando siamo stati noi ad alimentare il mito di questo paffuto signore che in una notte riesce a fare più consegne di un fattorino cinese.

Personalmente non mi ricordo quando ho scoperto l’arcano, ma ricordo perfettamente che a dieci anni già lo sapevo che era una panzana. Che faccia farà quando se ne convincerà del tutto? Potrei simularne la morte, o diffondere voci diffamanti sul suo conto, oppure dare la colpa al vicino odioso, e chiudere la partita.

Preferisco invece che si tenga la sua innocente illusione, completamente priva di fondamento e terribilmente vera nella sua mente e nel suo cuore. D’altronde a quell’età i sogni sono sicuramente meno disperati di quelli di noi adulti.

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David Marchiori