Enrico Ruggeri: Gesù Bambino spiegato ai miei figli

Enrico Ruggeri: Gesù Bambino spiegato ai miei figli

di Marino Petrelli “Il 2012 è stato un anno molto vario: ho fatto una bella tournée, ho scritto un libro, un giallo molto intenso, ho fatto il presidente dell’associazione italiana cantanti. Ora è arrivato il tempo di tornare a scrivere …Leggi tutto

di Marino Petrelli

“Il 2012 è stato un anno molto vario: ho fatto una bella tournée, ho scritto un libro, un giallo molto intenso, ho fatto il presidente dell’associazione italiana cantanti. Ora è arrivato il tempo di tornare a scrivere canzoni, che è il mio piacere principale. Sento che il 2013 sarà l’anno giusto per un nuovo album”. Musica, nel senso letterale del termine, per chi, come l’autore dell’articolo, è cresciuto con le canzoni di Enrico Ruggeri, soprattutto quelle storiche dei primi anni ’80. Prima del nuovo album, il libro. Un giallo che si chiama Non si può morire la notte di Natale. Racconta la storia di un uomo di successo che, proprio nel giorno di Natale, viene colpito da una pallottola, sparata probabilmente da un familiare o da un amico stretto.

“Il Natale è parte del processo narrativo del protagonista e della sua famiglia piena di conflitti” confida a Panorama.it il cantautore milanese. “Ho preso in prestito il concetto di Natale perché è una giornata in cui si è sempre in bilico tra sensazioni positive e sensazioni negative. Il libro parte da una notte di un Natale e finisce la notte di quello successivo, un percorso in cui il protagonista deve capire se si è sparato o lo hanno sparato. In questo secondo caso, deve mettere in discussione le persone che erano con lui la sera del fatto, cioè i suoi familiari più stretti. Attraverso il Natale, è un modo per fare luce su tutta la sua famiglia”.

Ma il Natale in casa Ruggeri sarà sicuramente più sereno rispetto a quello del protagonista del libro?

Certamente sì. Anche se il senso di esasperazione nel mondo è molto alto, non dobbiamo mai dimenticare il vero senso del Natale. Quando ero piccolo non ricordo una festività particolare, se non il fatto che ogni parente mi diceva: è arrivato Gesù Bambino. Mi chiedevo, e mi incuriosiva, come mai Gesù Bambino avesse tutto questo tempo per passare casa per casa e non si fermava solo in una casa per fare prima. Adesso, il Natale è senza dubbio diverso: tocca a me spiegare ai miei bambini che cosa porta Gesù Bambino e il significato dei regali.

Un Natale tradizionale insomma…

Molto tradizionale, in famiglia. Andrò forse a trovare due mie vecchie zie, ma in generale con i figli. Il più grande lo passerà un po’ da me, un po’ dalla madre, ma tutto nella normalità.

Un 2013 in musica, ma anche con un pensiero alla “tua” Inter

Il progetto è a lunga scadenza e mi piace, ma l’allenatore Stramaccioni deve lavorare in pace. Il presidente Moratti mi pare maturato e ha capito che deve concedere più tempo ad un allenatore e ai giocatori. Servono almeno due, tre anni per ottenere dei risultati. Abbiamo tempo per tornare grandi, possiamo aspettare con serenità.

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