Le rivoluzioni scolorite

Si possono dire diverse cose a margine delle recentissime elezioni legislative in Georgia, che hanno segnato la netta vittoria dell’opposizione guidata dal miliardario (in euro) Ivanišvili e la probabile uscita di scena del presidente Saakašvili. Se analizziamo la cosa dal punto …Leggi tutto

Si possono dire diverse cose a margine delle recentissime elezioni legislative in Georgia, che hanno segnato la netta vittoria dell’opposizione guidata dal miliardario (in euro) Ivanišvili e la probabile uscita di scena del presidente Saakašvili.

Se analizziamo la cosa dal punto di vista storico, è forse la prova che l’età delle rivoluzioni colorate è finita e che la spinta aggressiva in salsa trozkista dei neo-con statunitensi, con la loro “esportazione permanente” della democrazia, non ha più propulsione; guardando invece alla filosofia politica, l’impressione è che non possano esistere modelli di democrazia validi ovunque, dato che ciò che andava bene per la Serbia non si è dimostrato funzionale né in Ucraina né in Georgia, sebbene indubbiamente anche a causa dello scarso valore politico e umano degli interpreti; dal punto di vista geostrategico, il nuovo cordone sanitario intorno alla Russia è fallito e con esso il tentativo implicito di indicare come appestata l’amministrazione putiniana.

Per i popoli russo e georgiano, infine, la buona notizia è che questa svolta politica dovrebbe portare a una normalizzazione dei rapporti e forse – ma non sarà facile – a una soluzione pacifica delle questioni osseta e abchasa. Mi pare giusto ricordare che è stata determinante per la creazione di questa opportunità la decisione russa del 2008 di non portare la guerra fino a Tbilisi e non usare la forza contro il governo di Saakašvili, una volta rigettato l’attacco georgiano; a dimostrazione che senso del limite e utilizzo della giusta misura (che erano una volta concetti europei e occidentali: la vecchia mezura provenzale…) sono ancora categorie politiche e che non è escluso che un loro corretto uso produca conseguenze positive.

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Tommaso Giancarli

Nato nel 1980, originario di Arcevia, nelle Marche, ho studiato Scienze  Politiche e Storia dell'Europa a Roma. Mi sono occupato di Adriatico e  Balcani nell'età moderna. Storia e scrittura costituiscono le mie  passioni e le mie costanti: sono autore di "Storie al margine. Il XVII  secolo tra l'Adriatico e i Balcani" (Roma, 2009). Attualmente sono di  passaggio in Romagna.

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