Verbum caro

Da qualche giorno al centro delle consuete chiacchiere da bar su questioni religiose e antropologiche con amici e conoscenti che sono un po’ il mio divertimento preferito c’è – chissà perché, forse per caso – una questione antica e terribile: …Leggi tutto

Da qualche giorno al centro delle consuete chiacchiere da bar su questioni religiose e antropologiche con amici e conoscenti che sono un po’ il mio divertimento preferito c’è – chissà perché, forse per caso – una questione antica e terribile: la diatriba tra spirito e materia in relazione al cristianesimo. Per dire: ho appena spiegato George Berkeley ai miei studenti di quarta liceo, e l’altro giorno sono stato amabilmente rimbrottato da Amico Filosofo Professionista per aver affermato che il cristianesimo è materialista (in un prossimo post vi trascrivo il dialogo, ché merita). Ieri, infine, Camillo Langone su “Il Foglio” se l’è presa, sempre a proposito della medesima questione, nientemeno che con monsignor Ravasi, e stavolta mi sento di condividere del tutto le sue osservazioni.

Insomma, mi pare necessario ricominciare – giacché già ne avevo scritto – a ragionarci un po’ sopra anche qui. Dite la verità che non ne vedevate l’ora.

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Marco Beccaria

Marco Beccaria è nato a Milano nel 1967. Sa fare passabilmente tre cose:  insegnare filosofia e storia al liceo, discutere oziosamente di massimi  sistemi e il master di Dungeons & Dragons. Meno bene riesce a  giocare a pallacanestro e ad andare in bicicletta, il che non gli  impedisce di trarre godimento da entrambe le attività. È sposato con  Raffaella e vive tra i colli piacentini e Milano.

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