L’anticlimax di Benedetto

L’anticlimax di Benedetto

L’uscita di scena di papa Benedetto XVI è stata, a detta di molti commentatori, elegante e commovente, complice forse anche la splendida serata romana. Il papa ha tenuto un profilo basso, quasi dimesso. Accolto a Castel Gandolfo da una folla …Leggi tutto

L’uscita di scena di papa Benedetto XVI è stata, a detta di molti commentatori, elegante e commovente, complice forse anche la splendida serata romana. Il papa ha tenuto un profilo basso, quasi dimesso. Accolto a Castel Gandolfo da una folla di fedeli giunta a salutarlo, l’ha benedetta impappinandosi un po’ nel formulare la benedizione e ha concluso con un “Grazie, buonanotte. Grazie a voi tutti” che è stato un capolavoro di antiretorica.

È complicato dare così a caldo un giudizio sul pontificato di Benedetto XVI. Avremo forse modo di farlo, in futuro, con più calma, anche su questo blog. Quel che è certo è che si è trattato – dopo l’epoca per tanti versi entusiasmante di Giovanni Paolo II – di un pontificato anticlimatico. Joseph Ratzinger, contrariamente a molti ritratti che ne sono stati fatti, è un uomo mite. Ha dovuto scontare semmai un forte pregiudizio per così dire lombrosiano. Questo atto pubblico finale del suo pontificato potrebbe essere, di quel pregiudizio, una conclusiva smentita, e forse il preambolo di una sua futura riabilitazione mediatica.

Che di tale riabilitazione non ci sia affatto bisogno presso la maggior parte del popolo cattolico – che ha sempre amato la mitezza e il profilo deciso, ma umile di questo papa – mi pare altresì evidente.

 

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Marco Beccaria

Marco Beccaria è nato a Milano nel 1967. Sa fare passabilmente tre cose:  insegnare filosofia e storia al liceo, discutere oziosamente di massimi  sistemi e il master di Dungeons & Dragons. Meno bene riesce a  giocare a pallacanestro e ad andare in bicicletta, il che non gli  impedisce di trarre godimento da entrambe le attività. È sposato con  Raffaella e vive tra i colli piacentini e Milano.

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