Nicole Kidman contro i Salinger di Monaco

Era un momento appannato per i Grimaldi da Monaco, piccola monarchia inventata in quel buco d’Europa con le palme e i grattacieli, cinematografica come il regno immaginario delle Vacanze romane di Audrey Hepburn. Da un po’ non avevano più …Leggi tutto

Era un momento appannato per i Grimaldi da Monaco, piccola monarchia inventata in quel buco d’Europa con le palme e i grattacieli, cinematografica come il regno immaginario delle Vacanze romane di Audrey Hepburn. Da un po’ non avevano più niente da raccontare, Alberto ormai sistemato con un’improbabile moglie dalle spalle larghe, le sorelle Anastasia e Genoveffa, aka Stéphanie e Carolina, che non si spalmano più a bordo vasca con personal trainer truzzi, né vanno alla conquista di altre monarchie inventate in altri buchi d’Europa. Non avevano più nulla da dire, tolti quei rampolli assai gnocchi che però, anche loro, più che una campagna pubblicitaria (Charlotte) e un pancione brasiliano (Andrea, incinto di un’infanta sudamericana) poco altro. E allora han deciso di fare gli eredi Salinger.

Hanno iniziato a pestare i piedi, rilasciare comunicati, pretendere di bloccare biografie non autorizzate. Se la sono presi, insomma, con la povera Nicole Kidman, che stava giusto rimettendosi in piedi dopo anni di troppo botox e troppi flop, la faccia meno di plastica e un pugno di nomination da parte dei colleghi – gli attori concedono seconde possibilità solo perché sperano di poterne ricevere in futuro – per lo scult The Paperboy, il film in cui fa pipì in faccia a Zac Efron. E invece no, i Salinger di Monaco han deciso di rompere le scatole a lei, e ora le prime pagine degli spettacoli son tutte loro.

Perché Kidman ha appena finito di girare Grace di Monaco, appunto, biopic della principessa tristemente defunta Grace Kelly, e non si può dire che non sia un’attrice abbastanza regale. E se mio padre, ovvero il pure lui defunto Ranieri, fosse interpretato da Tim Roth (è quel che si vedrà sullo schermo), be’, io sarei ben contento. Ma non i Salinger di Monaco, che ora lamentano approssimazione storica e troppo glamour. Loro, che stanno in piedi da decenni grazie alle foto del Ballo della Rosa, evento che sembra il nome di una Barbie. Dicono che quella non è la storia di mammà, che è tutto inventato. Loro, che si sono inventati la monarchia nel regno dei flaviobriatori. E non c’è neanche più una Cristina Parodi a parlarne il pomeriggio in tivù, ora che invece servirebbe.

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Mattia Carzaniga

Nato nel 1983, giornalista, scrive per varie testate. Ha pubblicato i  libri «L'amore ai tempi di Facebook» (Baldini Castoldi Dalai, 2009) e  «Facce da schiaffi» (Add Editore, 2011). Guarda molti film, passa troppo  tempo on line, ruba pezzi di storie alle persone che incontra.

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