Lettera aperta a Valentino

Lettera aperta a Valentino

Caro Valentino, (andrà bene «Caro»? O sarà meglio «Gentile»? «Egregio»? «Magnifico»?) Ad ogni modo. Caro Valentino, ho lasciato passare qualche giorno. Confidavo nel Suo intervento a proposito del Dress-Gate, altro che WikiLeaks, altro che scandali in Vaticano. La storia la …Leggi tutto

Caro Valentino,
(andrà bene «Caro»? O sarà meglio «Gentile»? «Egregio»? «Magnifico»?)

Ad ogni modo. Caro Valentino,
ho lasciato passare qualche giorno. Confidavo nel Suo intervento a proposito del Dress-Gate, altro che WikiLeaks, altro che scandali in Vaticano.

La storia la conosce bene: Anne Hathaway, Sua intima amica, già ospite nel Suo chalet di Gstaad per le vacanze di Natale ultime scorse, non ha indossato l’abito dell’ultima collezione che porta il Suo nome scelto per la notte degli Oscar, la cerimonia in cui di sicuro avrebbe vinto la sospirata statuetta per Les Misérables, il film in cui, senza i capelli e senza i denti, latra di femminicidi ante-litteram (cosa puntualmente avvenuta).

La sua Maison (uso questa parola solo perché sto parlando con Lei) aveva persino diramato il giorno prima un comunicato ufficiale. M’immagino il colpo per Lei – Lei che le ha disegnato pure l’abito di nozze, Lei che ha lasciato che quell’attricetta con velleità di Liza Minnelli si fotografasse a casa Sua con Madonna, giusto per twittarsi con gli amici – ecco, m’immagino il colpo nel vederla sul red carpet con un vestito di Prada che evidenziava i capezzoli salutati dalla brezza losangelina.

Ora la signora Hathaway fa la mortificata, dice che è a pezzi, che l’ha fatto solo dopo aver scoperto che la sua collega Amanda Seyfried avrebbe indossato un vestito troppo simile al suo, e lei mica poteva confondersi con le altre, lei aspettava quella notte da mesi, ma che dico anni, solo di lei si doveva parlare punto.

Dicono anche che la signora Hathaway abbia provato il discorso centinaia di volte per apparire il più gradevole possibile agli occhi dei quaranta milioni che la guardavano (cosa puntualmente non avvenuta), lei che attira su di sé bestemmie che non suscita neanche Casaleggio negli elettori della mozione Franceschini.

Signor Valentino, capisco se – come molti di noi – è diventato un “hathahater”, un odiatore di Hathaway, ne stanno spuntando molti, tra poco ci organizzeremo in gruppi anonimi di auto-aiuto, poi prenderemo il Parlamento. Ma ora è tempo che si faccia sentire. È ora che dimostri di essere lei sì gradevolissimo, affabile, irresistibile. Lei che è stato protagonista di quel capolavoro assoluto che è L’ultimo imperatore. L’hanno messo nella categoria dei documentari perché non l’hanno capito, quello era un Eva contro Eva dei nostri giorni, e Lei sì avrebbe meritato un Oscar, altro che Hathaway, altro che Fantine, altro che miserabili, che povertà, che brutte cose, che brutto mondo.

Confidando in un Suo rapido intervento, Le porgo i più reverenziali inchini.
Con immutata stima,
MC

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Mattia Carzaniga

Nato nel 1983, giornalista, scrive per varie testate. Ha pubblicato i  libri «L'amore ai tempi di Facebook» (Baldini Castoldi Dalai, 2009) e  «Facce da schiaffi» (Add Editore, 2011). Guarda molti film, passa troppo  tempo on line, ruba pezzi di storie alle persone che incontra.

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