James Bond, altro che Marina Abramović

James Bond, altro che Marina Abramović

Morti ce sarete. Dico a quelli che ti guardano con quell’aria «Ma sì, cerchiamo di capirlo, è roba da nostalgici», come se tu stessi partendo per un raduno di alpini. Da bondiano con molte certezze (Thunderball resta insuperato, You …Leggi tutto

Morti ce sarete. Dico a quelli che ti guardano con quell’aria «Ma sì, cerchiamo di capirlo, è roba da nostalgici», come se tu stessi partendo per un raduno di alpini. Da bondiano con molte certezze (Thunderball resta insuperato, You Only Live Twice è la canzone migliore della serie, il dialogo sul treno in Casino Royale è la cosa più bella scritta per il cinema negli ultimi settantaquattro anni) e ancor più guilty pleasure (il fatto che Pierce Brosnan sia stato un grande protagonista è il più portabile in società), pensavo che l’esperienza più bella capitata di recente fosse trovare l’agente segreto ormai diventato installazione sugli schermi piazzati dentro ai gabinetti del mio posto preferito dove bere i martini (io lo prendo col gin, però).

E invece no, è questa. (Il video integrale è stato rimosso. Probabilmente stanno pensando di presentarlo in versione Director’s Cut alla prossima Biennale.)

 

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Mattia Carzaniga

Nato nel 1983, giornalista, scrive per varie testate. Ha pubblicato i  libri «L'amore ai tempi di Facebook» (Baldini Castoldi Dalai, 2009) e  «Facce da schiaffi» (Add Editore, 2011). Guarda molti film, passa troppo  tempo on line, ruba pezzi di storie alle persone che incontra.

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