Carlà, o del combattere la noia

Carlà, o del combattere la noia

Qui dentro si parlerà di morti. Non di morti vere, non solo. Morti del cuore, dell’immaginario. Morti di senso, direbbero quelli con velleità intellettuali – e non è questo il caso. Pensavo da quale morte cominciare, tra le tante …Leggi tutto

Qui dentro si parlerà di morti. Non di morti vere, non solo. Morti del cuore, dell’immaginario. Morti di senso, direbbero quelli con velleità intellettuali – e non è questo il caso. Pensavo da quale morte cominciare, tra le tante morti recenti, e niente, e ancora niente, e poi vuoto, ancora. E alfin m’è apparsa lei, la signorina Bruni Carla sposata Sarkozy, e m’ha detto: «Ma inizia dalla mia, pulcino».

Carlà con l’accento è quel genere di persona morta varie volte e sempre risorta, per un motivo molto semplice: è nata bella (lei direbbe: «Bella? Normale») e ricca («Ricca? Normale») e di buone letture («Mio padre un compositore dodecafonico? Ma no, è un compositore… normale»), è fin da quando era piccola che deve combattere la noia.
Nicolas ha perso le elezioni poche settimane fa, e su questo non serve dilungarsi. La domanda è: quale sarà la prossima vita della fu Première Dame? Ecco qualche possibile scenario post-mortem.

1. Carlà lascia Nicolas, anche solo per accontentare noialtri e il nostro obituary sentimentale. Intavola una battaglia per la patria potestà di Giulia, ma poi si stufa, Kramer contro Kramer l’ha visto troppe volte, conosce già il finale, che noia.

2. Carlà torna a cantare. Il nuovo album è quasi finito, per la verità. La Lady Gaga di Francia, per sua stessa definizione, sembra aver virato verso un genere popolare, ballabile, che di sicuro sfonderà i mercati internazionali: il fado portoghese. Ma no, forse è una noia.

3. Carlà resta in Francia e s’inventa il Terzo Polo. Ha già conosciuto la gauche caviar (e i suoi filosofi di punta: conosciuti molto bene, questi ultimi), e l’apertura alla destra liberale l’ha lasciata a bocca asciutta, con giusto qualche cover in tailleur Dior da mostrare ai nipoti. Una svolta alla Potiche, per insegnare ai poveri come può essere chic («normale») la politica. Ma i consigli di zona, dio, che noia.

4. Carlà punta alla cucina, l’unica strada che oggigiorno porta a un sicuro successo commerciale. Avrebbe già contattato Alain Ducasse per un «Cotto e sbocconcellato» alla francese, con spin-off televisivo in cui dovrà fingere di ingurgitare grossi pezzi di foie gras. Ma mangiare: che volgarità, che noia.

5. Carlà torna a Torino, finge di non essere mai stata francese – è già riuscita a far dimenticare di essere stata italiana, groupie di svariate rockstar, persino modella – e passa i suoi pomeriggi a bere bicerin in piazza San Carlo con mamma Marysa. No, ecco: La Noia.

6. Carlà si leva l’accento. Vorrei mi chiamaste Carla. E basta. Così. Forse un po’ noioso. Ma, in fondo, normale.

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Mattia Carzaniga

Nato nel 1983, giornalista, scrive per varie testate. Ha pubblicato i  libri «L'amore ai tempi di Facebook» (Baldini Castoldi Dalai, 2009) e  «Facce da schiaffi» (Add Editore, 2011). Guarda molti film, passa troppo  tempo on line, ruba pezzi di storie alle persone che incontra.

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