Brad Pitt e famiglia (quell’altra)

Brad Pitt e famiglia (quell’altra)

È che Angelina (di nome) Jolie (di secondo nome) Voight (di cognome), dinastia liberal-hollywoodiana, madre francese – una madre francese, oh my God, chissà cosa direbbe un americano medio interpellato da un Mannheimer locale; insomma, quell’Angelina lì voleva fregarci tutti. …Leggi tutto

È che Angelina (di nome) Jolie (di secondo nome) Voight (di cognome), dinastia liberal-hollywoodiana, madre francese – una madre francese, oh my God, chissà cosa direbbe un americano medio interpellato da un Mannheimer locale; insomma, quell’Angelina lì voleva fregarci tutti. Voleva farci credere che il suo principe consorte, più noto come Brad Pitt, fosse il designer di villini ecosostenibili a New Orleans, l’attore non da chiome al Vento di passioni ma dei Superquark di Terrence Malick, il mammo di una nidiata di Ringo boys.

No, Brad è nato William Bradley, Oklahoma profondo, padre con la fabbrichetta di trattori, la squadra di football, le foto nell’annuario con la più carina della scuola (un cesso), poi belloccio da pubblicità, poi le terga in Thelma & Louise, o non sarebbe mai diventato il plurinominato agli Oscar che conosciamo ora.

Questo per dire che non deve stupire se, molti colpi di sole dopo, ci sono oggi in circolazione un fratello, Doug, anche lui protagonista di pubblicità (di Virgin Mobile Australia) ma non in quanto belloccio, se mai in quota Andy Stitzer di 40 anni vergine; e una madre, Jane, che scrive ai gazzettini di provincia lettere anti-Obama, anti-matrimoni gay, anti-aborto, anti-tutto, da fiera formigoniana del South-by-Midwest qual è.

No, Brad è, in fondo, quella roba lì, il figlio fiero dell’America con la bandiera in giardino, il barbecue della domenica coi vicini e la pistola sotto il cuscino. Che poi ciò costituisca un problema d’immagine, questo lo sa anche lui. Tant’è che – l’ho sentito poco fa – è ancora a bersi le birrette con gli amici. Chi c’ha voglia di sentirla, quella wannabe Aung San Suu Kyi che ha imprudentemente chiesto in moglie.

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Mattia Carzaniga

Nato nel 1983, giornalista, scrive per varie testate. Ha pubblicato i  libri «L'amore ai tempi di Facebook» (Baldini Castoldi Dalai, 2009) e  «Facce da schiaffi» (Add Editore, 2011). Guarda molti film, passa troppo  tempo on line, ruba pezzi di storie alle persone che incontra.

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