Ecco il motivo per comprare il BlackBerry Key2
Ecco il motivo per comprare il BlackBerry Key2
Tecnologia

Ecco il motivo per comprare il BlackBerry Key2

No, non è la tastiera ma un'attenzione particolare alla protezione della privacy e dell'identità digitale in mobilità

Il Key2 di BlackBerry è l’ultimo baluardo della tastiera fisica su uno smartphone. Da sempre, cioè sin dalla sua nascita (qui i modelli che hanno fatto la storia), la canadese RIM ha sfornato dispositivi dotati di keyboard estesa, simile a quella dei computer. Il motivo? Il pubblico di interesse era, ed è ancora, quello dei professionisti, aziende e lavoratori che hanno bisogno di leggere e sopratutto scrivere email dal telefonino, anche lontani dal PC.

Il più recente BlackBerry Key2 porta con sé la stessa idea che fu di oggetti leggendari come il Pearl 8210, il Curve 8900 e lo Storm. Lo fa però con uno spirito calato perfettamente nel 2018, al fianco di Android e di un paio di chicche che lo distinguono dalla massa.

Funzioni esclusive

Toccheremo dopo le specifiche tecniche, intanto andiamo al sodo: perché comprare il Key2 quando arriverà sul mercato italiano, a 649 euro, presumibilmente entro l’estate? Per almeno tre motivi. Il primo, il più banale, la tastiera. In un periodo di forte conformità nello stile, vedere un telefonino senza notch o lati curvi fa sorridere però anche pensare che si può innovare pur mantenendo il proprio stile.

Occhio alla privacy

Le altre due caratteristiche di differenziazione con la pletora di terminali Android riguarda la protezione della propria identità digitale, che va dalle email alle chat, fino a social network e conto in banca. Il Key2, basato su Android 8.1 Oreo, avvisa non solo ogni volta che un’app tenta di accedere a permessi sospetti del sistema (perché mai Spotify dovrebbe usare il microfono?) ma anche se tali richieste cambiano nel tempo.

Si tratta di un aspetto fondamentale perché se un domani un hacker riesce a modificare un’applicazione in origine genuina, come Spotify ad esempio, il Key2 analizza il comportamento e mostra un pop-up in cui spiega la situazione.

A quel punto le cose sono due: o si disinstalla il software o si continua a usarlo, oppure si scrive al produttore per capire cosa sta succedendo. È un passo ulteriore verso una migliore forma di protezione, comunicata in maniera trasparente alle persone.

Area privata

Secondo: il telefono ha una delle migliori aree private integrate, dove conservare elementi che si vogliono tenere al sicuro e a prova di intruso. È qualcosa molto simile al Knox di Samsung, che negli ultimi anni è diventato Area Personale, solo che sul Key2 le cose vanno anche meglio. Sui Galaxy, ad esempio, per nascondere foto e video bisogna prima scattarle e vederle nella galleria generale e solo dopo trasferirle in quella sorta di app nella quale può entrare solo chi ha registrato la propria impronta, viso, iride o pin numerico.

Il nuovo BlackBerry invece permette di scattare e registrare direttamente nel cosiddetto security locker, bypassando automaticamente il salvataggio in locale oppure sul cloud. Anzi, Samsung e tutti gli altri marchi Android, una volta scaricata l’app Google Photo, se non si esclude il caricamento in autonomia del Rullino, portano sul cloud ogni nuova immagine, che è tutto fuorché  segreta.

La via canadese

C’è poi un altro aspetto da considerare. Di norma, il produttore di telefonia riceve il firmware originale di Android e lo modifica a suo scopo. Così nasce la Samsung Experience, la Emui di Huawei e Honor, la ZenUI di Asus e così via. Per BlackBerry è diverso. TCL, che produce da qualche anno i device del marchio, invia i modelli pronti al quartier generale della ex RIM in Canada, dove i tecnici controllano sia il software di Google che l’hardware del costruttore cinese, per verificare che sia tutto a norma e a prova di backdoor. Insomma, un accertamento doppio che di questi tempi, da Cambridge Analytica ai partner di Facebook, non è per nulla banale.

Può essere vincente

Una strategia focalizzata sulla privacy può essere vincente. Ci hanno provato in passato Blackphone e la stessa BlackBerry con il Priv, che non mancava certo di personalità ma aveva un prezzo fuori orbita per il panorama che lo circondava. Con il Key2 la compagnia si è tenuta più bassa, volendo popolare la fetta di mezzo, quella cioè in cui anche gli indecisi possono giocare un ruolo decisivo.

Del resto, tra decine di chat e opportunità di scrittura e condivisione on-the-go, una tastiera estesa fa comodo a tutti, non solo ai cravattati di turno. E poi non ci stancheremo mai di ripetere il tema della riservatezza dei dati, che oggi riguarda anche la casalinga di Voghera.

Le specifiche tecniche

  • Nome: BlackBerry Key2
  • Processore: Snapdragon 660, Kyro 260
  • RAM: 6 GB
  • Display: 4,5 pollici touchscreen
  • Memoria: 64 GB espandibili dino a 256 GB
  • Sistema operativo: Android Oreo 8.1
  • Fotocamera posteriore: dual-cam da 12 megapixel
    Fotocamera anteriore: 8 megapixel
  • Batteria: 3.500 mAh, carica via USB Type-C
  • Extra: Private Capture, BT 5.0, NFC, GPS, sensore impronte
  • Prezzo: 649 euro

    

Per saperne di più:

Alcune immagini del BlackBerry Key2

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