Itaewon-ro: una striscia di terra che è un microcosmo a se stante nel cuore di una metropoli come Seoul. Un luogo il cui il multiculturalismo regna sovrano, in cui gli stranieri si sentono a casa. Dove i bar e i ristoranti si sfidano tra le luci delle insegne notturne prima di trovare pace con il sorgere del sole e lasciare posto a botteghe, negozi e café all’ultima moda.
Distinguiamo la strada, quella più nota e gettonata, dal quartiere, che porta lo stesso nome all’interno del’area di Yongsan-gu, a sud di Myeongdong e a nord del fiume Han. Itaewon, la strada, è diventata teatro nelle ultime 24 ore di una strage che ha coinvolto circa 300 persone, 154 delle quali hanno perso la vita in una straziante carneficina indotta – con tutta probabilità – dal panico.
Area di lusso – la zona è una delle più costose a livello di affitti di Seoul, casa di celebrità e idol, amata da tutti e famosa per i suoi partiy. Itaewon è lo sfondo di feste, programmi tv e soprattutto di uno dei K-drama più popolari al mondo, Itaewon Class che, ironia della sorte, al suo interno riproduce una corsa a perdifiato nella via illuminata proprio durante una festa di Halloween.
I fatti
Sabato 29 ottobre. Come ogni Halloween Itaewon si prepara a festeggiare. Quest’anno, il party per strada ha un sapore diverso. È il primo dopo la pandemia, il primo senza restrizioni di numero di presenti nei locali. Il primo, dopo due anni, senza coprifuoco. Centomila persone – questi i numeri stimati dalla polizia locale – si riversano in questo lembo di terra fatto di piccole stradine che si connettono l’arteria principale al cuore della movida. La folla inizia ad arrivare nel pomeriggio, come testimoniano i tanti presenti e residenti nell’area. Intorno alle 20, la situazione inizia a sfuggire al controllo. Ma si continua a far festa, nei locali la musica rimbomba e tutto intorno è un’esplosione di colori. Alcuni presenti affermano di aver iniziato intorno alle 20.30 a segnalare alle autorità “problemi con la gestione della folla”. Invano. Arrivano però le 22.30. E qualcosa cambia. Le fonti ufficiali governative ancora non si sbilanciano su cosa abbia davvero scatenato il massacro. Le agenzie di stampa iniziano a battere la notizia di 50 persone morte di arresto cardiaco nell’area di Itaewon. È panico. Nella fuga, le persone vengono calpestate. Si localizza un punto critico dell’area: un vicolo, in pendenza, largo poco più di 4 metri e lungo 45, in cui centinaia di persone si sarebbero ammassare per circa un’ora e mezza creando un effetto domino letale. A notte inoltrata, il bilancio è di oltre 100 morti, feriti e centinaia di dispersi.

Le ipotesi – non confermate
Come abbiamo detto, nonostante le molteplici conferenze stampa indette dal governo coreano e dalle autorità di Yongsan, ancora è sconosciuta la causa del disastro. Durante le prime ore di panico, sui social sono sbucate molteplici teorie ma nessuna ha trovato ancora un riscontro effettivo. Alcuni parlavano di fentanyl, un potentissimo analgesico oppioide sintetico, sparato nell’aria. Altri di dolci e caramelle contenenti droga. Altri ancora di caramelle con analgesico. E ancora. Un “gruppo” di personaggi famosi in un locale avrebbe scatenato una corsa al vip-watching e il conseguente collasso della circolazione. A oggi, a 24 ore dalla strage, le autorità locali ancora non si sbilanciano sulle cause. I vigili del fuoco e la polizia, tuttavia, hanno riportato di non aver ricevuto segnalazioni in merito al consumo o alla distribuzione sospetta di droga.
Il bilancio
A 24 ore dalla tragedia il bilancio è dei più tragici. 154 morti, ma il numero – purtroppo – è in continuo aumento. Di questi, 98 erano donne intorno ai 20 anni, 56 gli uomini. Venti in totale gli stranieri che hanno perso la vita e che provengono da Paesi come la Russia, la Norvegia, l’Iran. Centinaia i dispersi, con il centralino allestito per la ricerca delle persone in continuo sovraffollamento di richieste.
La critica al governo
Sebbene la politica abbia scelto il silenzio e di stringersi nel lutto nazionale fino alla mezzanotte del 5 novembre, non mancano le critiche al nuovo presidente Yoon Suk-yeol reo di aver spostato la sua residenza dalla protetta casa blu alla sua abitazione privata. Secondo i cittadini, la mancanza di dispiego di forze dell’ordine per il controllo della zona di Itaewon durante la festa è stato causato anche dal dispiego massiccio di agenti a protezione degli uffici presidenziali, situati proprio nell’area di Yongsan.
La critica ai presenti
Non sono mancate le critiche anche ai presenti nell’area che, secondo molteplici testimonianze, si sarebbero rifiutati di interrompere i festeggiamenti nei locali adiacenti e non coinvolgi nella tragedia causando ulteriori contrasti. Di particolare impatto un video, che pubblichiamo qui sotto, in cui si sente la folla urlare “Sex on the beach” senza curarsi del caos che si stava consumando davanti ai loro occhi.
L’azione del governo
Il sindaco di Seoul Oh Se-hoon ha dichiarato che discuterà con il governo centrale la designazione dell’intera area della capitale come zona disastrata speciale che può beneficiare di vari programmi di sostegno. Oh ha annunciato il piano durante una visita al luogo dell’incidente nel centro di Seoul, dove è arrivato dopo aver interrotto il suo viaggio in Europa sulla scia del tragico incidente avvenuto durante i festeggiamenti di Halloween a tarda notte un giorno prima. “Dovremo discuterne ulteriormente, ma dovremmo essere in grado di produrre modi per sostenere anche i non residenti di Seoul quando l’intera capitale sarà designata come zona speciale per i disastri”, ha detto Oh. All’inizio della giornata, il presidente Yoon Suk-yeol aveva designato il distretto centrale di Seoul, Yongsan, dove si trova Itaewon, come una zona speciale per i disastri che ha diritto al sostegno finanziario e di altro tipo da parte del governo centrale.
Il disastro del Sewol
Nelle ore successive al disastro è tornata alla memoria della Corea del Sud e del mondo il disatro del Sewol nel 2014. A perdere la vita, allora, furono 304 persone. L’inabissamento del traghetto – una nave di seconda mano salpata da Incheon e diretta all’isola di Jeju. A perdere la vita, anche allora, giovani adolescenti in gita scolastica. Il paragone è quindi stato inevitabile poiché la maggior parte delle vittime di ieri sera aveva vent’anni: ciò significa che due disastri nazionali sono accaduti essenzialmente alla stessa generazione di giovani coreani.