La musica del 2016: ecco che cosa vorremmo ascoltare
GETTY IMAGES
Musica

La musica del 2016: ecco che cosa vorremmo ascoltare

In poche parole: più canzoni e meno rumori molesti. Sarebbe bellissimo...

2016 in musica: e se tornassero gli album "suonati"?

Il 2015 lo abbiamo archiviato. Un anno, musicalmente parlando, interlocutorio. Con molto rap, molta musica elettronica, poche nuove band veramente degne di essere ricordate e qualche momento "alto". Vedi i Muse, Florence o gli Alabama Shakes giusto per fare esempi di band relativamente giovani. 

Ma al di là dei nomi dei cantanti o delle band quello di cui si sente il bisogno (almeno per chi scrive) è di artisti, album e canzoni che abbiano un respiro lungo. Qualcosa che meriti un ascolto approfondito, che abbia quel minimo di spessore per passare dalla categoria "rumore di accompagnamento" a quella di "canzone".  

Per questo, nonostante tutto, bisogna essere grati ad Adele per aver riportato in radio e in classifica una canzone, Hello, con una voce e un pianoforte in primo piano. L'arte della semplicità che arriva a tutti.

Il ritorno dei Guns and Roses: non solo nostalgia

Per questo ci sarà da divertirsi (se veramente andrà in porto) con la reunion dei Guns and Roses. Un'operazione nostalgia che però riporterà sui palchi di tutto il mondo Paradise City, November rain, Sweet child o'mine, Welcome to the jungle.

In una parola, canzoni. Brani che riconosci dopo tre secondi. 

Mi soffermo sui Guns perché il loro ritorno rischia di esssere l'evento musicale del 2016. Riempiranno stadi e arene, venderanno tonnellate di merchandising, ma soprattutto ricorderanno a tutti che le canzoni restano. Anche dopo 25 anni di silenzio e lontananza. 

Lunga vita ad Aretha

Ecco, se c'è una latitanza grave nella musica di questo tempo sono le canzoni. Quelle entità che in tre minuti regalano emozioni forti, indimenticabili, che fanno da colonna sonora a una vita. 

Fatta qualche eccezione, la produzione contemporanea di brani (cha magari funzionano alla grande) è un delirio di suoni sintetici, voci filtrate, effetti sonori da videogame, ugole storpiate e remixate. Difficile poi sentire qualcosa di percussivo che abbia il suono di una vera batteria...

Come se fare un pezzo "moderno" fosse una questione di quantità e non di qualità. Ci metto dentro di tutto e di più, una base ritmica spaccatimpani e il gioco è fatto. Nel segno della banalità. 

Un consiglio: guardate qui sopra la recente straordinaria performance di Aretha Franklin al Kennedy Center di Washington davanti al Presidente Obama. Non servono parole, solo le orecchie. E un po' di cuore...

I più letti

avatar-icon

Gianni Poglio