Cosa vedere e cosa fare a Marrakech
Epa/Jalal Morchidi
Viaggi

Cosa vedere e cosa fare a Marrakech

A spasso per Marrakech, città della luce, tra nuovi musei, gallerie d'arte, lussureggianti giardini e palazzi storici

Soprannominata la "città rossa" per l'ocra delle case tinte di tabia, Marrakech è una città unica, sospesa tra passato e presente, dove vale sempre la pena tornare. Per scoprire cosa c'è di nuovo o immergersi nella tradizione, tra rigogliosi giardini e lussuosi palazzi, per perdersi nei souk della Medina e godersi il tramonto in Jemaa el Fna, la Place per eccellenza.

Panorama Viaggi ha selezionato le esperienze da non perdere.

Un aperitivo al tramonto in Piazza Jemaa El Fna

Cuore della Medina, Piazza Jamaa El Fnaa è la "place" per eccellenza, il luogo più visitato, che ha ispirato scrittori come Paul Bowles ed Elias Canetti. Patrimonio dell'Umanità Unesco, è un crogiolo di saltimbanchi, maghi, cantastorie, musicisti di strada e incantatori di serpenti. Addormentata di giorno, si sveglia nel tardo pomeriggio, quando si animano tra una miriade di saltimbanchi, le decine di bancarelle che arrostiscono pesce, carni, teste di pecora, sotto gli occhi dei turisti incuriositi, che assistono allo spettacolo dalle terrazze dei tanti caffè affacciati sulla piazza.

Mauro Parmesani


Shopping nella Medina

Alle spalle della Place si estende la zona dei souk, un groviglio di vicoli che si diramano da un'ampia strada centrale 'pullulante' di botteghe e negozi, che si alternano ai kissarias, i tipici mercati coperti. Tappeti di Fes e di Rabat, il legno intarsiato di Essaouira, le ceramiche di Safi: è qui che arrivano gli articoli di artigianato tipico da ogni regione del Marocco. È un mondo di colori, il Souk Debbaghine, il souk dei tintori. Ceste, borse e contenitori in paglia si trovano attorno alla piazza Rahba Lakdima, la famosa piazza delle spezie. Nel Souk Haddadine, dei fabbri, si acquistano invece lampade, lanterne, vassoi, teiere, porta gioie, candelabri in ferro, rame e ottone. E poi ci sono, il Souk el Kebir, "grande souk", nella strada principale del mercato, con le botteghe di frutta secca; borse, cinture e pouf sono in vendita nel Souk Cherratin, ma il più autentico è il Souk Larzal, dei venditori di lana grezza. Tra i tanti indirizzi il più famoso è il bazar di Mustapha Biaoui, una vera istituzione con il suo spazio diviso su tre piani colmo di articoli di ogni genere.

Visitare ai nuovi musei

Inaugurato nell'ottobre 2017 di fronte ai leggendari Jardin Majorelle, il nuovo Musée Yves Saint Laurent è stato realizzato su progetto degli architetti Olivier Marty e Karl Fournier dello Studio KO. Nell'edificio in mattoni basso e allungato si ripercorre la vita e il lavoro di Saint Laurent, attraverso 50 dei suoi più memorabili abiti haute couture, per poi fermarsi nel Café Le Studio, l'ottimo ristorante interno. I luoghi di Saint Laurent si possono scoprire prenotandoThe Inspirations of Yves Saint Laurent, il tour organizzato dal concierge Four Seasons Hotel adiacente ai Menara Gardens, che porta da Villa Oasis, la sua residenza, al nuovo Museo a lui intitolato.
Da poco inaugurati anche il Museo dell'Acqua Mohamed VI, sulla Route de Casablanca, distribuito su tre piani su un'area di 20mila mq, focalizzato sull'importante rapporto che lega l'uomo all'acqua. In Route Sidi Abdelaziz, il Musée Des Confluences (Museo delle Confluenze) è invece ospitato nell'elegante palazzo dell'ex Pasha Dar El Bacha. Al suo interno, è un must una sosta per un caffè al Bacha Coffee, che propone 200 diversi tipi di miscela.

Gallerie d'arte

Nel sobborgo di Sidi Ghanem si concentrano gallerie d'arte, show room di giovani artisti e bohèmienne, riuniti negli enormi spazi di ex stabilimenti industriali, come Voice Gallery, la galleria d'arte contemporanea del napoletano Rocco Orlacchio. Raccoglie invece gli studi di artisti internazionali protagonisti di mostre temporanee il Montresso Art Foundation, la résidence d'artistes Jardin Rouge, appena fuori dal centro.

Una passeggiata nel giardino del profumiere di Yves Saint Laurent

Famoso per essere stato il profumiere di Yves Saint Laurent, Abderrazzak Benchaâbane è un uomo dai mille talenti: professore universitario di climatologia ed ecologia, giardiniere, artista, etnobotanico, ma anche fotografo, scrittore, umanista, ricercatore e paesaggista. Nel 1998 su incarico di Yves Saint Laurent restaurò l'antico Giardino Majorelle di Marrakech disegnato nel 1924 dal pittore Jacques Majorelle, appunto. Un progetto lungo dieci anni, che portò anche alla creazione di un profumo, Jardin Majorelle, ma soprattutto che ne segnò il successo. E così nel 2011 poté realizzare il suo sogno: in un'antica casa coloniale di oltre un ettaro, alle porte della città, realizzò il suo giardino segreto, la Palmeraie. E così, oltre il Museo della Palmerie, dedicato all'arte contemporanea, si entra in un giardino andaluso punteggiato di ulivi secolari, dove trovano spazio il padiglione-laboratorio e la casa privata con piscina di Benchaâbane. Cuore della Palmeraie è però il giardino di cactus, che raccoglie specie provenienti da ogni parte del mondo.

Un soggiorno da Mille e una notte nelle camere de La Mamounia

Inserito nel circuito de The Leading Hotels of the World, La Mamounia è un cinque stelle in un lussuoso palazzo, frequento in passato da personalità, capi di stato e personaggi del jet set internazionale, da Winston Churchill a Catherine Deneuve e Alain Delon. L'hotel da Mille e una Notte è costruito proprio intorno agli otto ettari di giardino che sono stati il regalo di nozze del re al figlio, il principe Al Mamoun, nel XVIII secolo. Ci si perde tra i 5.000 ulivi secolari, roseti, cactus, palme, limoni, bouganville e agave, a cui si aggiungono 1.500 metri quadrati di orto di aromi e verdure, ingredienti dei piatti serviti nei tre ristoranti. Ristrutturato dall'architetto e interior designer francese Jacques Garcia, è plasmato da colonne di marmo prezioso, specchi, fontane, velluti e ricchi tessuti. Tra i quattro ristoranti, cucina tradizionale si gusta a Le Marocain, mentre piatti mediterranei sono in carta a Le Pavillon. E ancora, oltre alle 136 camere e 71 suite, vi sono poi 5 bar, una spa di 2.500 mq con hammam, piscine interne ed esterne.

Gustare la cucina tipica

Varia e saporita, la cucina marocchina è un cocktail di aromi, spezie e profumi persiani e arabi: si gusta nei semplici ristorantini in piazza Djemaa el Fna e nella Medina. Tajine, la Mrouzia, la Harira, il Cous Cous, la Zaalouk, la Taktouka, i Briouats e la Bastilla sono le specialità. A base di carne in umido (agnello o pollo), la Tajine è condita con pomodoro, mandorle e prugne a cui vengono aggiunte cannella, curcuma, zenzero, aglio, pepe e zafferano. La Harira è una zuppa tradizionale marocchina, a base di carne, pomodori e verdure; il Cous Cous un piatto tipico con granelli di semola cotti al vapore e conditi con un mix speziato di verdure o di carne. È un brasato di carne di agnello con mandorle e prugne la Mrouzia; mentre i Briouats sono involtini triangolari ripieni di carne, pesce o verdure tipici dei suq. Semplice ma gustoso è il Zaalouk, melanzane e pomodori conditi con spezie (cumino, paprika, coriandolo, prezzemolo); è a base di peperoni verdi cotti al forno, privati della pelle e spadellati con pomodoro la Taktouka. Mescola infine dolce e salato la Bastilla: pasta sfoglia (diversi strati) farcita con carne tritata e spezie, mandorle tostate, zucchero e cannella.

Tour in bicicletta nella Palmeraie

Vale la pena esplorare in bicicletta, dedicando due o tre ore, la Palmeraie di Marrakech, l'antico ed immenso palmeto di oltre 13.000 ettari dove sono state piantate 100.000 piante. Si pedala in piano, lentamente, accompagnati da una guida, lungo sentieri che si aprono tra fruscianti palme e isolati duar (insieme di alcune case, in pisé), mentre si avvistano i dromedari vagare liberi assieme ad asinelli e a greggi di capre e pecore guardati a vista da giovani pastori. Da qui partivano gli eserciti che conquistarono la Spagna nutrendosi dei succulenti e dolcissimi datteri del palmeto e dando vita per 800 anni, ai mitici regni di El-Andalus. Il costo di circa 40 euro comprende, la guida locale, bicicletta, casco e una bottiglia d'acqua, la partenza è alle 10 di mattina.
Per informazioni: viator.com

Gita fuori porta sull'altopiano del Kik

A una sola ora di macchina da Marrakech si esplora il vasto altopiano del Kik Plateau con le cime montuose dell'Atlante e del Monte Tubkal che, con i suoi 4167 metri è la montagna più alta del Marocco. Sull'altopiano di origine calcareo si estendono infinite praterie erbose dove pascolano liberamente greggi di montoni e pecore. Piccoli villaggi e duar si incontrano lungo la strada, in mezzo ai campi coltivati a grano e le infinite distese di pietra calcarea bianca come la neve. Dall'altopiano la vista spazia anche sulla piana di Marrakech con l'infinita sequenza di declivi collinosi che racchiudono il lago artificiale di Lalla Takerkoust. Imperdibile il paesino sacro di Moulay Brahim e il villaggio di Imlil, arroccato sui primi contrafforti dell'Atlante.

Una cena romantica nel deserto di Agafay

A meno di un'ora di macchina da Marrakech, si apre una distesa desertica plasmata da dolci colline, wadi e brulle distese che si estendono per 200 kmq. Vincent Jaquet ha creato qui un piccolo campo tendato in cui sembra che il tempo si sia fermato. A cena si gusta la cucina di chef Mustafa nella grande tenda ristorante oppure in una tenda per due a lume di candela. Si può esplorare la zona in dromedario e in bicicletta VTT, fare trekking o semplicemente rilassarsi per qualche giorno, in una delle tende provviste di tutti i comfort.

Per informazioni: inaracamp.com

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Elisabetta Canoro