Alla scoperta di Pistoia, città di «pietra incantata»
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Alla scoperta di Pistoia, città di «pietra incantata»

«Città di pietra incantata», «Città dalle larghe strade e dalle belle chiese»: queste sono solo alcune delle frasi più celebri con cui poeti e scrittori hanno descritto la città di Pistoia.

Il nome Pistoia deriva da Pistoria, dal latino "pistor, pistoris" ovvero mugnaio, fornaio. Secondo una leggenda i fondatori della città scelsero questo luogo perché attirati dalla grande fertilità dei suoi terreni, ancora oggi questa zona infatti è un'eccellenza del vivaismo italiano.

Pistoia, proclamata capitale italiana della cultura nel 2017, è da sempre crocevia di antichi cammini di pellegrinaggio europei. Uno dei primi posti da visitare in città è sicuramente la Fortezza di Santa Barbara, a sud-est rispetto alle mura cittadine. Di origini trecentesche, fu Cosimo I de' Medici a volerne la ricostruzione nel Cinquecento, il lavoro fu sviluppato dagli architetti Bellucci e Buontalenti e previde l'ampliamento del nucleo centrale, in modo da raccordare la fortezza alla cerchia muraria.

Una della piazze più affascinanti d'Italia è Piazza del Duomo, caratterizzata dai principali edifici che qui nei secoli sono stati simbolo della vita politica e religiosa: il Palazzo Comunale, il Palazzo Pretorio, la cattedrale di San Zeno, il Palazzo dei Vescovi, il Battistero e la spettacolare Torre Campanaria. Tra le opere d'arte più note ed ammirate della città di Pistoia c'è senza dubbio il Fregio Robbiano in terracotta invetriata dell'Ospedale del Ceppo, antico ospedale di Pistoia fondato nel XIII secolo.

Secondo la leggenda, il nome deriverebbe da un ceppo miracolosamente fiorito durante l'inverno e che, grazie a un segno divino della Madonna, avrebbe mostrato il luogo in cui fondare l'ospedale ai pii coniugi Antimo e Bendinella.

Suggestiva è la centralissima Piazza della Sala, che deve il suo nome al termine di origine longobarda e che indicava il luogo di raccolta delle derrate alimentari da consegnare presso la residenza del Gastaldo, il signore che regnava sul territorio pistoiese. Proprio in questa zona si concentrava il potere economico della città sotto la dominazione longobarda.

Successivamente, durante il periodo comunale, la Sala divenne un florido mercato giornaliero delle cibarie: caratteristiche le sue botteghe con sportelloni in legno e bancali in pietra. Al mattino mercato spettacolare, la sera questa piazza si trasforma nell'epicentro della movida con tanti bei locali.

Parliamo ora di alcune simpatiche leggende pistoiesi: Via Abbi Pazienza, secondo una spassosa e poco credibile tesi medioevale, prenderebbe il nome da un sicario che - dopo aver accoltellato un tizio per sbaglio - gli avrebbe rivolto un beffardo "abbi pazienza"; altra leggenda riguarda la famosa Congrega dei Pagliosi che si riuniva presso l'oratorio dei Santi Giusto e Lucia, in via dè Rossi... il nome della congrega deriverebbe dal fiasco di vino (il paglioso) che ognuno portava con sé e che rendeva le riunioni probabilmente un po' alticce.

Pistoia ha un carattere molto marcato, è un pezzo di Toscana originale che non lascia certo indifferenti, lo testimonia la presenza di tante eccellenze ed unicità: i vivai, il Festival Pistoia Blues, il Giardino Zoologico, il Deposito Rotabili Storici e tante altre. Un po' come gli orsi che sostengono lo stemma cittadino Pistoia trasmette al suo visitatore forza, fierezza e indipendenza.

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Federico Minghi