Viaggi in Italia ed all'estero. Dove possiamo andare e a quali condizioni
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Viaggi in Italia ed all'estero. Dove possiamo andare e a quali condizioni

Dal 15 giugno nuove regole per gli spostamenti anche fuori dalla nostra nazione degli italiani

Non possiamo ancora andare ovunque ma da oggi 15 giugno molti confini sono stati riaperti e possiamo tornare a viaggiare verso numerose destinazioni continentali senza obblighi e restrizioni. A diventare accessibili di nuovo a noi italiani e al resto dei cittadini europei sono infatti le nazioni appartenenti all'area Schengen, il trattato di libera circolazione che era stato sospeso lo scorso 17 marzo a causa del coronavirus.

I paesi in elenco sono quindi potenzialmente 26 di cui 22 appartenenti alla UE, ma nello scacchiere bisogna ancora districarsi tra alcuni vincoli specifici. Sebbene infatti la Commissione Europea abbia chiesto a tutti gli stati membri di rimuovere i controlli alle frontiere interne, alcune nazioni prevedono ancora delle misure di precauzione.

Sono già riaperti da qualche giorno i confini con la Polonia e da domani nessun limite anche verso la Germania mentre da oggi si può viaggiare liberamente per il Belgio, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia, insieme a Liechtenstein e Svizzera.

Rimangono fuori da questo elenco la Grecia, che ha deciso di riaprire ai turisti provenienti dal nostro paese in modo più graduale, rimuovendo del tutto i limiti entro due settimane e di conseguenza l'isolamento obbligatorio per chi arriva da Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. I cittadini italiani che sbarcano ad Atene e Salonicco potrebbero essere invitati a sottoporsi a un test a campione, procedura riservata comunque anche ad altri paesi.

L'Austria ha ufficialmente dichiarato che riaprirà i propri confini di Stato all'Italia il 16 giugno ma da quanto riferisce Viaggiare Sicuri, realizzato dal Ministero degli Affari Esteri, rimane l'obbligo di presentare un certificato medico (che non sia più vecchio di 4 giorni) che attesti la negatività al test del coronavirus. In assenza di tale certificato è obbligatorio sottoporsi ad un isolamento fiduciario di 14 giorni. L'invito all'autoisolamento è presente anche in Belgio e Irlanda.

Invece in Francia per l'ingresso o il transito attraverso al momento è ancora necessario munirsi di apposito documento insieme all'autocertificazione di assenza di sintomi.

La Croazia aveva già riaperto i confini già lo scorso 29 maggio anche per finalità turistiche, però resta l'obbligo di esibire alla frontiera prova di prenotazione alberghiera o in altra struttura ricettiva.

Libero invece l'accesso nei paesi EU come Romania e Bulgaria che però non fanno parte del trattato di Schengen.

Ancora interdetto l'accesso agli italiani in Spagna fino al 21 giugno ad eccezione dei residenti e di coloro che vi lavorano. Rimangono off limits le frontiere anche di Danimarca (fino al 31 agosto), Norvegia, Ungheria e Cipro, in Svezia sono sconsigliati i soggiorni per qualsiasi ragione. Restano sospesi anche i collegamenti aerei diretti da e per il Portogallo. Gli accessi nel Regno Unito sono consentiti ma è previsto un periodo di autoisolamento per 14 giorni durante il quale non sarà consentito lasciare il luogo in cui si alloggia, tranne che in situazioni eccezionali. La quarantena è prevista anche per chi decide di andare in Islanda a meno di non sottoporsi al test virologico all'arrivo, il cui risultato viene comunicato entro 24 ore. Il test sarà gratuito per le prime due settimane, ma a partire dal 1 luglio il costo sarà di 15.000 ISK (circa 100 euro) a carico del viaggiatore. I minori nati dopo il 2005 saranno esenti dal test.

I viaggi nel resto del mondo continuano ad essere soggetti non solo ai limiti imposti dal DPCM del 17 maggio 2020 (è quindi possibile spostarsi da/verso gli Stati e i territori non elencati solo per motivi di assoluta urgenza, lavoro, salute) ma anche dalle restrizioni che ogni nazione ha posto in essere. Questi vincoli potrebbero progressivamente venire meno a partire dal 1 luglio, data che la stessa Unione Europea vorrebbe scegliere per far decadere il vincono di frontiera per gli spostamenti fuori dai confini della EU.

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