Tutto quello che dovete sapere sul Seollal, il capodanno coreano
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Tutto quello che dovete sapere sul Seollal, il capodanno coreano

Insieme al Chuseok ( simile al Ringraziamento, ndr) è la festività più importante in Corea. Per farla semplice, il Seollal (che in Hagul - l'alfabeto coreano - si scrive 설날) equivale al nostro anno nuovo e cade generalmente nel giorno del secondo novilunio dopo il solstizio di inverno a meno che non ci sia un raro undicesimo o dodicesimo mese intercalare. In questo caso, il capodanno cade nel giorno del terzo novilunio dopo il solstizio, un'occasione rara che non si verificherà fino al 2033. Tornando a questo 2021 il calendario segna come Seollal il 12 febbraio.

La festività, pur essendo come già detto del tutto riconducibile al nostro capodanno, si differenzia in modo profondo dai bagordi dei nostri 31 dicembre e 1 dicembre. Rispetto infatti al nostro modo di celebrare l'inizio dell'anno nuovo facendo ore piccole e per lo più con amici o persi in lunghissimi cenoni, il Seollal è una festa da trascorrere tutta in famiglia. Le vacanze durano circa tre giorni e sono utilizzate per tornare dalla famiglia, dedicarsi a genitori e nonni e mostrare rispetto nei confronti dei propri antenati.

I giovani vivono questi tre giorni di vacanza come l'occasione per mostrare riconoscenza soprattutto verso i genitori e nonni. Una delle tradizioni più importanti del Seollal si chiama Sebae, una cerimonia durante la quale i più giovani di casa si inchinano rispettosamente davanti alla famiglia in un inchino profondo, fino a toccare terra con le mani, augurando un felice anno nuovo con le parole saehae bok manhi badeuseyo (새해 복 많이 받으세요), traducibili come «possiate ricevere molte benedizioni nel nuovo anno». In tutta risposta, i genitori premiano questo gesto dei figli donando loro il denaro del nuovo anno, generalmente banconote fatte con la cartapesta, e condividendo con loro perle di saggezza.

La celebrazione è sentitissima al punto che 4 famiglie su cinque, ancora oggi, scelgono di indossare abiti tradizionali (l' hanbok) e passare la giornata cucinando piatti tipici di questa festa, come il tteokguk, una zuppa a base di brodo di manzo e gnocchi di riso.

Qui sotto Ara di Kpopcast Italia ci mostra come indossare l'hanbok


Il Seollal è anche una giornata a cui associare divertimento e spiritualità. Se da una parte in famiglia si sceglie dunque di festeggiare con diversi giochi tradizionali dalle origini antichissime, tra cui il più popolare è senza tutto lo yutnori, un gioco da tavolo le cui radici risalgono al periodo storico dei Tre Regni. Per giocare si utilizzano dei bastoncini di legno chiamati yut che vengono lanciati come fossero dei dadi. La combinazione dei quattro yut, se sono rivolti verso l'alto o verso il basso dopo un lancio, determina il sawi (quanti spazi possono essere spostati i pezzi). Quando tre bastoni yut atterrano sul lato destro e uno atterra a testa in giù, si chiama do, e un pezzo può muoversi di uno spazio. Due bastoncini di yut che atterrano a testa in giù mentre gli altri due atterrano a destra è chiamato gae, che permette a un pezzo di muoversi di due spazi. Un bastoncino di yut che atterra a destra mentre tre atterrano a testa in giù si chiama geol, e un pezzo può muoversi di tre spazi. Se tutti i bastoncini di yut atterrano a testa in giù, si chiama yut e un pezzo può muoversi di quattro spazi. Infine, tutti i bastoncini di yut che atterrano sul lato destro sono chiamati mo, permettendo a un pezzo di spostarsi di cinque spazi. Sia yut che mo sono chiamati sari, premiando un turno extra. I pezzi possono essere spostati separatamente o insieme, e la squadra che per prima esce dal tabellone vince. Ogni sawi è interpretato in relazione ad un animale. Do significa maiale; gae, cane; geol, capra (cavallo sacro o elefante); yut, mucca; e mo, cavallo.

Tra le altre attività ludiche praticate, uomini e bambini fanno volare aquiloni e giocano al jegi chagi, una sorta di calcio nel quale oggetti leggeri sono incartati in pezzi di stoffa o di carta e vengono poi calciati. Le donne e le ragazze, invece, si dilettano nel neolttwigi, un gioco nel quale si salta su un'altalena. I bambini più piccoli, infine, si divertono con le trottole. Tra i giochi più moderni vi è invece Go-Stop, un gioco di carte nel quale si utilizzano le Hwatu, la versione coreana delle carte dei fiori giapponesi.

Sotto il punto di vista spirituale, il charye è un rito ancestrale commemorativo semplificato dedicato ai propri antenati. Poiché il charye si tiene di mattina, non è necessario accendere le candele. La disposizione degli oggetti di scena rituali e la preparazione del cibo sono quasi identici a quelli di gijesa (i riti di anniversario della morte). Tuttavia, nel caso del charye, il rito viene eseguito per tutte e quattro le ultime generazioni di antenati, il che richiede abbastanza spazio per collocare più tavolette spirituali e offerte di cibo. Nell'allestimento della tavola per il charye tutta la carne alla griglia come il manzo, il pesce o il pollo è posta su un unico piatto e messa in tavola in anticipo. Questo perché l'offerta del liquore avviene solo una volta. Secondo la consuetudine, al rito commemorativo del Capodanno lunare, una ciotola di tteokguk, o zuppa di torta di riso, è posta al posto del riso cotto e della zuppa.


L'ingresso nell'anno del Bue e i festeggiamenti dei BTS

Come abbiamo già raccontato in questo articolo, il Seollal 2021 segna l'ingresso nell'anno del Bue. E anche i BTS, con Jeon Jungkook il golden maknae del gruppo proprio di questo segno zodiacale, si sono preparati a festeggiare con gli Army da tutto il mondo.

Per celebrare con la loro famiglia mondiale i sette ragazzi da Seoul sono tornati a mostrarsi al completo (Suga, uno dei rapper della boyband era in hiatus a causa di un intervento alla spalla e il conseguente recupero, ndr). Indossati i loro hanbok hanno trattenuto gli Army con un video in cui disegnano con i pastelli a cera. Il festeggiamento è andato in tendenza in tutto il mondo grazie a Twitter e alla piattaforma Weverse utilizzata dal gruppo per comunicare con i fan.

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Marianna Baroli

Giornalista, autore

(Milano, 1986) La prima volta che ha detto «farò la giornalista» aveva solo 7 anni. Cresciuta tra i libri di Giurisprudenza, ha collaborato con il quotidiano Libero. Iperconnessa e ipersocial, è estremamente appassionata delle sfaccettature della cultura asiatica, di Giappone, dell'universo K-pop e di Hallyu wave. Dal 2020 è Honorary Reporter per il Ministero della Cultura Coreana. Si rilassa programmando viaggi, scoprendo hotel e ristoranti in giro per il mondo. Appena può salta da un parco Disney all'altro. Ha scritto un libro «La Corea dalla A alla Z», edito da Edizioni Nuova Cultura, e in collaborazione con il KOCIS (Ministero della Cultura Coreana) e l'Istituto Culturale Coreano in Italia.

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