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Cinque cose da non fare in aereo

Comportamenti bizzarri o iracondi e atteggiamenti da evitare per non essere fatti scendere prima del decollo. Tutti tratti da storie vere

Non parliamo naturalmente di ovvietà. Diciamo che se date di matto, se iniziate a schizzare i passeggeri con una bottiglietta d'acqua o vi arrampicate su una cappelliera, il decollo avverrà senza di voi. Sarete fatti scendere dall'aereo abbastanza di corsa, con modi tutt'altro che gentili. Qui vogliamo raccontarvi cinque episodi inaspettati, realmente accaduti, che hanno portato allo sbarco dei protagonisti poco prima del decollo. Situazioni di goliardia precipitata nell'ira o di nervi arrivati a fior di pelle, che si sarebbero potuti concludere con il lieto fine. E invece no.

Attenzione all'hotspot

È di pochi giorni fa l'episodio raccontato dal giornale Detroit Free Press, accaduto su un volo GoJet in partenza dalla città americana. Erano le otto di sera, l'aereo aveva accumulato un po' di ritardo, le hostess camminavano nervosamente per i corridoi chiedendo ai passeggeri di spegnere il loro hotspot, il sistema per condividere via WiFi la connessione di un telefonino. Dopo vari avvisi, il problema non è stato risolto, al punto che il velivolo è stato circondato da varie macchine della polizia. Due persone a bordo sono state fatte scendere. A quanto pare, uno di loro aveva chiamato il suo hotspot «remote detonator»: detonatore da remoto o, se preferite, telecomando del detonatore. Non proprio un'idea brillante per un volo di linea.

Limitate le battute ironiche

Su un aereo della compagnia Southwest da Sacramento diretto a Los Angeles, a raccontarlo è stato lo scorso maggio il canale di notizie Yahoo! News, un uomo è stato fatto scendere dopo un battibecco con una hostess partito da uno scherzo. Il volo era parecchio in ritardo, i passeggeri erano rimasti seduti a lungo al loro posto prima della partenza, un membro dell'equipaggio stava distribuendo loro qualche bicchiere d'acqua per diluire l'attesa. «Spero che questa sia vodka, perché stiamo aspettando da troppo tempo» avrebbe detto l'uomo. «Sì, è vodka» avrebbe risposto l'hostess, fingendo di stare al gioco. «No che non lo è» la risposta piccata del passeggero. Da qui i toni si sono improvvisamente accesi, complice anche l'intervento della moglie dell'uomo che avrebbe aggiunto: «Siamo tutti stanchi qui. Non è questo il modo di parlarci». L'addetta della compagnia, ferita nell'orgoglio, ha chiamato rinforzi e fatto scendere l'uomo. Il personale di bordo può infatti richiedere questa sanzione estrema se reputa vengano meno le condizioni di sicurezza e ordine per l'equipaggio e gli altri passeggeri. Meglio comportarsi a dovere. E non chiedere vodka se ci viene offerta dell'acqua.

Sedetevi al vostro sedile

Può sembrare la cosa più ovvia del mondo rispettare il posto assegnato che trovate scritto sul biglietto, ma per qualcuno non lo è. A Dallas, su un aereo American Airlines, un passeggero non ha gradito il fatto che si sarebbe dovuto accomodare alla fila 36. Ha perciò arbitrariamente occupato il sedile accanto al finestrino poco dietro la First Class, nella parte anteriore del velivolo. Quando il legittimo titolare di quel posto lo ha reclamato, l'uomo ha rifiutato di muoversi, invocando il fatto che, se costretto a spostarsi, quello sarebbe stato un atto brutale, una violazione della sua libertà. Potete immaginare facilmente com'è andata a finire. E che fine ha fatto il passeggero, rispedito al gate.

Cambiate posto, se vi viene chiesto

Lo stesso epilogo si è avuto su un aereo in partenza da Phoenix e diretto ad Austin. L'episodio risale ad agosto ed è stato raccontato dal magazine Newsweek. Il protagonista è un uomo che sedeva in First Class, la Business dei voli a corto raggio negli Stati Uniti, e ha avuto una reazione allergica perché la sua vicina di posto aveva con sé un cane di supporto emotivo, animali autorizzati a stazionare in cabina senza gabbietta. Nessuno degli altri passeggeri ha accettato di cambiare posto, allora l'equipaggio gli ha proposto di andare in Economy. L'uomo ha detto no, al solito l'atmosfera si è riscaldata, è intervenuto il capitano, come di consueto, sempre in nome del valore sacro della quiete e della concordia a bordo, il riottoso è stato scortato via. A quel punto, un passeggero arrabbiato a bordo era considerato un pericolo. La vicenda, stavolta, ha avuto strascichi legali. Il protagonista della vicenda ha accusato la compagnia di averlo fatto scendere solo perché un cane, e non lui, potesse viaggiare in prima classe. E di averlo discriminato per il colore della pelle. L'uomo era afroamericano.

Lasciate a terra i maiali iracondi

Ma non sempre gli animali per il supporto emotivo hanno la meglio, vengono tollerati. Anzi, può succedere siano essi stessi i colpevoli dell'abbandono anticipato e coatto dell'aeromobile dei loro padroni. Specie se scelgono di farsi sostenere non da un gatto o da un cane di piccola taglia, ma da un maiale. Come scrive la CNN, in un volo dal Connecticut diretto a Boston, una donna era riuscita a imbarcarsi con un grosso suino da una quarantina di chili. Sul fronte legale, ne aveva pieno diritto: il dipartimento dei trasporti americani parla in generale di «animals», senza specificare quali sono ammessi e quali no. Peccato che il maiale, una volta salito a bordo, ha fatto i suoi bisogni nel corridoio, appestando la cabina di odori sgradevoli, poi ha iniziato a grugnire senza sosta e a tutto volume. Se un hotspot con un nome provocatorio può innescare l'espulsione da un aereo, così come qualche parola di troppo con una hostess, essere lasciati a terra per un maiale molesto è abbastanza il minimo.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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