Benvenuti a Ca' Tron, dove si coltiva il futuro
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Benvenuti a Ca' Tron, dove si coltiva il futuro

Un'area vicino a Treviso, affacciata sulla laguna di Venezia, che si estende su duemila ettari, due province e quattro comuni. Cattolica Assicurazioni l'ha trasformata in un laboratorio naturale per sperimentare innovazioni agricole. Obiettivo: valorizzare l'eccellenza di un territorio.

da Roncade (Treviso)

Un airone si alza maestoso dal canale, sorvola un vigneto prima di sparire nel mistero fitto del bosco. Un falco lo segue, poi cambia direzione, vira spedito verso il noccioleto. Da questa collinetta d'erba lieve si vede quasi tutto: la calma appena increspata della laguna, con i campanili di Venezia impegnati a issarsi sulle nuvole basse; la torre dell'aeroporto un filo più a destra; distese di prati che degradano ben oltre l'orizzonte, tra case, cisterne, fienili, una darsena con il suo ormeggio per le barche, un crocicchio placido di fiumi. Fino all'allevamento di mucche che convivono pacifiche con gli asini, mentre i cavalli se ne stanno alteri, in disparte, nelle stalle.

Tanta pace bucolica è un inganno per gli occhi, un'illusione di quiete apparente, un concentrato di fermento invisibile: il terreno ospita sistemi evoluti per irrigare quanto basta, quando occorre, mentre sensori scrupolosi fanno la conta delle sementi utilizzate e ne valutano la resa. Dall'alto, un satellite scruta gli appezzamenti, trasmette radiografie in alta definizione dei campi, indica i rettangoli esatti da fertilizzare. Ci sono pure stazioni meteo che annusano i capricci del cielo, più un trattore mastodontico che si guida da solo o quasi e, concimando, partecipa ai lavori in corso dell'agricoltura del futuro.

Siamo a Ca' Tron, frazione del comune di Roncade, vicino Treviso. O meglio non sappiamo davvero dove siamo, perché tutta l'area si estende per 2 mila ettari, due province, quattro comuni. In Europa, questa è tra le principali tenute a corpo unico, cioè le sue parti sono tutte collegate tra loro. Appartiene a Cattolica Assicurazioni, che qui ha riannodato i fili con la sua storia, giacché è nata nel Veneto 125 anni esatti fa per tutelare i piccoli proprietari terrieri. Qui si proietta in avanti, realizzando una visione che parte da lontano, dal 2012, quando è stato comprato il primo lotto. Finché, via via, acquistando sezioni di spazi vicini, ha trasformato una fetta di regione in un laboratorio d'innovazione.

Le tenute di Cattolica Assicurazioni, le foto

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Cattolica Assicurazioni

Il cartello all'ingresso delle tenute

«È la nostra sala prove: sperimentiamo servizi e tipologie inedite di polizze che poi distribuiremo ai clienti, monitoriamo e valutiamo i possibili impatti dei diversi rischi nell'agricoltura. La compagnia mantiene una forte connotazione in questo ambito» ricorda Carlo Ferraresi, amministratore delegato di Cattolica Assicurazioni. «Soprattutto» aggiunge «lavoriamo a progetti che coniughino una sostenibilità doppia: industriale, cioè capace di reggersi economicamente; ambientale, in grado di fare bene al pianeta. È la prova di un impegno per il territorio». Non un semplice buon proposito, il contrario di un'utopia scritta in un libro dei sogni: «La valorizzazione dell'intera area è stata inserita nel Piano aziendale per il 2021-2023, abbiamo già numerosi partner a bordo o interessati a concretizzare le nostre idee. Non solo nomi locali, anche grandi gruppi internazionali».

I dettagli li illustra Fabrizio Stella, responsabile delle tenute e direttore delle attività extra assicurative di Cattolica. È lui a guidare Panorama in un cantiere a tutto green: «Qui» dice indicando una spianata brulla «progettiamo di far sorgere una centrale che produrrà biometano, un carburante verde alimentato dagli scarti dell'agricoltura. Sarà per tecnologia tra le principali al mondo». L'idea è di affiancare una stazione di servizio, aperta ai mezzi delle istituzioni e a quelli dei cittadini, su ruote e ad acqua. Rappresenterà un esempio virtuoso, pieno, totale, di circolarità: «I suoi scarti saranno fertilizzante organico per le piante, sostituendo quello chimico. L'intento è raddoppiare i raccolti, catturando due volte rispetto a oggi l'anidride carbonica, che immagazzineremo. Siamo anche pronti ad affrontare il tema dell'idrogeno, un'altra forma di energia pulita. La tenuta, così, si comporterà come un portentoso depuratore naturale dell'aria di Venezia».

Un traguardo possibile senza stressare il terreno, ricorrendo al cosiddetto «precision farming», che funziona applicando «i big data all'agricoltura». Scansando gli anglismi, significa convogliare tutte le informazioni possibili dentro un cervellone per regolare il traffico: ottimizzare la semina, l'irrigazione, gli altri necessari dintorni. A Ca' Tron, sul punto, sono parecchio avanti. E mirano a non nutrire giusto la centrale, a sconfinare nell'alimentare: a ottenere prodotti buoni come una volta perché privi di inquinanti nelle radici. Se è vero che questa zona è nata da un lavoro di bonifica, la logica prosegue in forme più raffinate: non si toglie via l'acqua, ma ciò che la sporca. Non la si spreca, la si conserva.

Poco distante, sorgerà un centro di formazione d'eccellenza per la telemedicina, esigenza cruciale ora che curarsi a distanza sta diventando una consuetudine: «Manca una scuola per questo tipo di operatori, la domanda non è all'altezza dell'offerta» fa notare Stella. Si approfondirà pure la riabilitazione legata alle neuroscienze, sebbene la soluzione non richieda chissà quali ricerche, anzi sembra essere lì, a portata d'occhi: bastano poche ore a guardare gli animali rincorrersi tra loro, le nutrie che si disperdono con scatti felini non appena avvertono il ronzio del motore, gli alberi che si muovono sull'impulso del vento, per sentire che il cervello sta già meglio.

«La tenuta» evidenzia Ferraresi «sorge in una posizione strategica, a pochi minuti dall'aeroporto di Venezia, dall'autostrada, dalla stazione dei treni ad alta velocità. È facile da raggiungere dall'Italia, dall'Europa, da altri punti del mondo». È un macrocosmo di attrattive che con la sua spinta avanguardista è riuscita a essere in anticipo sui tempi: «I suoi valori sono sostenibilità, ricerca, formazione, verde, salute. Gli stessi del recovery plan europeo appena presentato. Sembra quasi che l'Ue» scherza il Ceo di Cattolica «ci abbia copiati».

Il privato non deve sostituirsi al pubblico, però può fare la sua parte, contribuire al welfare generale. È il senso della responsabilità sociale avere un impatto positivo sul territorio su cui opera. L'idea, dunque, non è chiudere il mondo fuori, non tenerlo ai bordi di quest'immensità, di questa storia in divenire: «Vorremmo» anticipa Stella «creare un polo culturale, dove poter raccontare alla collettività la biodiversità dei luoghi, l'eccezionalità della flora e della fauna che li abita. Tracciare percorsi turistici, alcuni dedicati ai bambini. Ci sono chilometri di sentieri lungo l'acqua dov'è meraviglioso perdersi, ritrovarsi nel silenzio».

In primavera arriveranno colonie di api, che qui produrranno uno squisito miele di barena, dal nome del fiore che cresce in laguna e dal gusto inarrivabile. Con la vendemmia si farà del vino, perché il cibo buono ha bisogno di adeguata compagnia. Il senso è non schiacciare mai la natura con la tecnologia, lasciarle, con rispetto, la libertà d'esprimersi. Recuperarne la memoria, affermandone la forza. Restituirle la purezza, eliminando le contaminazioni. Dimostrare quanto, a volte, per andare avanti sia necessario guardare indietro.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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