Samsung Galaxy Note 20 Ultra 5G e Watch3, gemelli di produttività
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Samsung Galaxy Note 20 Ultra 5G e Watch3, gemelli di produttività

La prova congiunta dello smartphone e dell'orologio che, con la loro potenza e l'ampiezza dello schermo, rendono più semplice ed efficace lo smart working. Anche lontano da un pc

Per una volta si è esagerato con il doping delle prestazioni, impostando il meglio assoluto. Nessun freno: schermo con risoluzione WQHD+ (3088x1440), un'accozzaglia di numeri e sigle astruse che implicano un effetto wow garantito, che anzi impone di fare subito outing: una brillantezza, una nitidezza, una definizione così alte sul display di un telefono, personalmente, non le avevamo mai viste. Sia nelle immagini che nei video, tanto nelle parole delle chat quanto nelle notifiche dei social network. È una goduria persino leggere a «tiziocaio piace la tua foto», un po' meno la mail del capo che chiede di sbrigare l'ennesima scocciatura, ma quella non è colpa del telefono.

E poi: niente più eresie da risparmio energetico, con la velocità della cpu limitata, la luminosità attutita, l'always on proibito. Si apre tutto, si smarmella all'inverosimile, se ci si consente la citazione di Boris memoria. La batteria alla lunga ne soffre, è evidente, ma se qualcosa di buono al lockdown si vuole trovare, è che si avrà quasi sempre una presa della corrente nei paraggi.

E pure se stiamo rintanati per la maggior parte del tempo in casa, se ci sarebbe sempre il Wi-Fi, spendiamoli questi euro al mese supplementari per scorgere il loghetto del 5G campeggiare in alto a destra. Poi, via di test di velocità, per vedere l'effetto che fa lo sgambetto alla fibra domestica. Sì, c'è.

Lo avevamo già detto in fase di presentazione e lo ripetiamo oggi: il Samsung Galaxy Note20 Ultra 5G, esagerato pure nella misura del nome, è un mostro di potenza. Un fedele ed efficiente alleato nello smart working quotidiano. O nel lavoro dovunque voi siate, a patto di avere tasche capienti o borse non extra small. Un prodotto votato alla produttività a oggi impareggiabile, vista la presenza della penna che, a farci l'abitudine, diventa piacevole compagna per scorrere tra le app, un testo, i meandri di un foglio di calcolo o di una presentazione. Per buttare giù qualche appunto al volo o sottolineare qui e lì le cose fondamentali. Oppure, non è poco, firmare i documenti in maniera credibile, senza che vi chiedano di rifarlo perché avete usato i caratteri preimpostati di Acrobat Reader che all'inizio non li conosceva nessuno, ma adesso si viene scoperti in tempo zero e si rischia una denuncia per firma fraudolenta.

Tutte premesse e ampie digressioni per la conclusione più ovvia dopo qualche settimana di test: sullo schermo da 6,9 pollici di questo telefonone ai confini con il tablet, si può fare di tutto dappertutto. Terminare un articolo in piedi alla finestra per prendere un po' d'aria e regalare ossigeno al cervello, seguire l'ennesimo webinar dalla cucina o durante una passeggiata nei dintorni della propria abitazione, distrarsi con video scemo su YouTube o con un videogioco. Perché, con tutto il dovuto rispetto per le console di nuova generazione appena atterrate sul mercato, il motore di questo oggetto gira a mille. E la potenza si sposa bene con la versatilità, apprezzabile soprattutto quando lo si collega a un monitor esterno e, magia, diventa un personal computer. All'occorrenza, o per un'emergenza, potrà sostituire il vostro portatile con la modalità desktop. L'integrazione con Office non vi costringerà a bussare alla porta di qualche emulatore da due soldi, che trasforma le lettere accentate in geroglifici strambi e incomprensibili. Meno male, questa è un'epoca di facili crisi di nervi.

È già passato qualche mese dall'uscita, l'obiezione è sacrosanta. Ma a differenza dei soliti smartphone che oggi si rinnovano più spesso della biancheria intima, la serie Note arriva una volta l'anno. Se ne parla l'estate prossima. Rispetto al prezzo iniziale, che era un po' mostruoso pure quello, si trova a meno di mille euro in siti tutto sommato affidabili, non succursali della Lituania di un reseller di Hong Kong.

C'eravamo imposti di stringere sul capitolo della produttività, ma due note a margine sono doveroso. La fotocamera, anch'essa non proprio continente nella taglia (ma così dà un graffio di carattere al telefono), lavora davvero egregiamente. L'intelligenza artificiale sorveglia il tutto senza creare caos o manipolare troppo i colori – a volte ingentilisce troppo, se proprio vogliamo trovargli un difetto – mentre lo zoom 5x funziona bene quanto l'inquadratura base. Così, se volete avvicinare un dettaglio, non lo troverete sgranato, ma definito. Un po' meno di sera e se vi trema la mano, però questo è un altro conto.

Dubbi sul colore? Neanche per un istante. Mystic Bronze. Unisex, aggressivo e insieme raffinato, elegante con carattere. E poi si fa notare. «È proprio grande quel tuo smartphone, però che bello che è» rimane un commento raccolto più volte.

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Rimanendo nel terreno dell'abbondanza dei display, al Galaxy Note20 Ultra 5G abbiamo potuto abbinare per un po' l'ultimo smartwatch della casa coreana, il Watch3. Li vedete avvinghiati qui sopra mentre si scambiano un po' di carica (perché, nota a margine, lo smartphone all'occorrenza è pure un power bank wireless).

Abituati a indossare i modelli più sportivi di Samsung, quelli dallo schermo rotondo piccolo che scompare sotto il polsino della camicia, a un primo approccio questo orologio risulta come il telefono con cui tuba tutto il giorno: troppo grande. Ma compensa ampiamente con due fattori: è leggero al punto da sembrare inavvertibile. Lo si indossa e ci si dimentica di averlo. Salvo quando comincia ad allertarci con leggere vibrazioni all'arrivo delle notifiche che abbiamo deciso di visualizzare.

Con il fratello maggiore da tasca, condivide l'ampiezza del display, che non rende sgradevole leggere testi più lunghi, visibili senza accecarsi. Chi conosce l'ecosistema da polso dell'azienda asiatica troverà immediatamente familiarità e facilità d'uso, perché i menu e le impostazioni e le modalità d'interazione sono grosso modo i medesimi. Però qui a cambiare le regole c'è la ghiera. La si ruota verso destra e si leggono le calorie consumate e molte altre informazioni utili sul movimento quotidiano, in senso antiorario ed ecco spuntare le notifiche da leggere. Se si perde di vista lo smartphone, sempre rimanendo nell'orbita smart working, si ha sempre un'idea di cosa sta succedendo e le chiamate o le mail importanti si trasformano in avvisi sul polso.

Il resto è tutto il repertorio di app che vanno dalla possibilità di gestire la musica, a quelle per consultare appuntamenti e previsioni del tempo. Ma se c'è un territorio in cui il Watch3 si esalta è quello del fitness e del benessere. Aiuta a misurare lo stress, la qualità del sonno, il tipo di allenamento che si sta svolgendo. O ne consiglia a sua volta un buon centinaio.

Lato salute, c'è la rilevazione costante del battito cardiaco o di eventuali cadute, c'è anche la misurazione della percentuale di ossigenazione del sangue, parametro dal quale siamo tutti abbastanza ossessionati al momento. Bastano pochi minuti e posizionare correttamente il braccio come lo schermo stesso mostra prima della rilevazione.

Insomma, siamo nei confini dei top di gamma della categoria. Nota finale, sebbene andrebbe messa all'inizio: l'abbinamento con uno smartphone Samsung è velocissimo, con il Note è stato quasi istantaneo. Si è capito da subito che se la sarebbero intesi a meraviglia.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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