Meizu M6 Note, la recensione
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Meizu M6 Note, la recensione

Solo un altro smartphone cinese dal buon rapporto qualità prezzo o qualcosa di più?

Il mercato della telefonia low cost sembra essere diventato un affare privato fra produttori cinesi. Questione di sopravvivenza: per i marchi occidentali è sempre più difficile, per non dire impossibile, competere in un arena sempre più affollata e nella quale non si può prescindere dei volumi.

Basta entrare in un qualsiasi negozio di elettronica di consumo per capirlo. Nella parte destinata agli smartphone sotto i 300 euro è ormai un monologo di prodotti Made In China. Più o meno costosi, più o meno rifiniti, tutti comunque iperdotati.

Rientra fra questi anche il nuovo Meizu M6 Note, uno smartphone che a dispetto del cartellino tutt’altro che proibitivo (299 euro il prezzo suggerito in Italia) punta a soddisfare il 99% delle necessità dell’utenza media. Con qualche concessione mirata - si veda alla voce fotocamera - verso l’utenza più smaliziata.

Dopo averlo provato per qualche giorno vi raccontiamo le nostre impressioni.

Design

Nulla di nuovo sotto il sole. Meizu M6 Note riprende a piene mani l’eredità stilistica di tutti gli ultimi prodotti della casa, senza avventurarsi in progetti troppo ricercati. Il risultato è un telefono dalle linee molto tradizionali, con cornici piuttosto ampie e un tasto home reale (ovvero cliccabile) ben in vista nella parte inferiore del frontale.

Ad ogni modo, chi non va troppo per il sottile si troverà di fronte a un dispositivo pulito, razionale, e ben costruito, nei materiali e nell’assemblaggio. L’unico vero appunto che si può muovere ai progettisti della casa di Zuhai riguarda il peso non proprio piuma del dispositivo (173 grammi), che però è giustificabile dalla presenza di una generosa batteria da 4.000 mAh.


Dotazione

L’equipaggiamento del Meizu M6 Note si colloca perfettamente a metà fra gli smartphone entry level e i cosiddetti top di gamma. Cuore della dotazione è il chipset Snapdragon 625, un processore molto collaudato che, pur senza brillare in velocità, si dimostra sempre all’altezza della situazione, anche nelle situazioni più impegnative (leggasi giochi).

Nella norma il resto delle specifiche: il display da 5.5 pollici Full HD (1080 x 1920 pixel), il doppio slot per l’inserimen to di SIM e micro-SD e il lettore di impronte digitali rappresentano ormai il minimo sindacale per un dispositivo di questa fascia di prezzo, ma l’impressione è che Meizu si sia tenuta le cartucce migliori per la parte fotografica del dispositivo. Che, come vedremo più avanti, mette sul piatto tutta una serie di risorse di fascia superiore.

Migliorabile la parte audio del dispositivo: l’ascolto in vivavoce, seppure squillante, sembra un po’ fiacco a livello di bassi (c’è solo uno speaker), inspiegabile poi l’assenza delle cuffie nella dotazione.

Software ed esperienza d'uso

Meizu M6 Note arriva equipaggiato con la penultima versione di Android, la 7.1.2 (Nougat). La grafica e le funzioni “stock" di Android sono qui stravolte dall'interfaccia proprietaria, Flyme 6.0. Seppure un po' distante dai canoni di Google, questa interpretazione della casa ha il merito di dare un'impronta più caratteristica a tutta l'esperienza d'uso.

Piuttosto ricco, in questo senso, il numero di opzioni “esclusive” offerte da Meizu. Fra queste segnaliamo le numerose gesture personalizzate per mettere il telefono in standby, risvegliarlo e aprire applicazioni, e la modalità gioco (che si attiva in automatico) che permette di aumentare l’accelerazione di silenziare le notifiche durante il gameplay.

Migliorabile il lettore di impronte digitale, reattivo ma non sempre efficace nel riconoscere il polpastrello del padrone. Inutile, peraltro, pensare di registrare una seconda impronta dello stesso dito per migliorare la probabilità di successo: il software Meizu impedisce sul nascere qualsiasi tentativo di salvare più di una traccia per singolo dito.

Fotocamera

Il comparto fotografico è regolato da un doppio obiettivo posteriore che combina un sensore da 12 megapixel (f/1.9) con uno a risoluzione più moderata 5 MP (f/2.0). L’idea, come già visto su molti altri dispositivi di fascia medio e alta, è quella di combinare le informazioni di immagine provenienti da due sensori differenti per creare sfocati e altri effetti di profondità tipici del mondo reflex.

Nonostante qualche elaborazione un po’ forzata, il risultato è nel complesso più che soddisfacente. Sia in modalità standard che doppia, il Meizu M6 Note riesce a sfornare scatti piuttosto incisivi, per luminosità, colori, esposizione e fuoco.

Meizu M6 Note: qualche foto di prova

Meizu M6 Note: qualche foto di prova

Meizu M6 Note: qualche foto di prova

Meizu M6 Note: qualche foto di prova

Meizu M6 Note: qualche foto di prova

Meizu M6 Note: qualche foto di prova

Meizu M6 Note: qualche foto di prova

Meizu M6 Note: qualche foto di prova

Meizu M6 Note: qualche foto di prova

In aggiunte alle foto con effetto bokeh, gli amanti dello scatto creativo possono cimentarsi in foto panoramiche, GIF, time-lapse, video al rallentatore oppure utilizzare la fotocamera in modalità Pro, selezionando in manuale i principali parametri di scatto come apertura, ISO, compensazione esposizione, contrasto, saturazione e bilanciamento del bianco. Positiva anche l'esperienza con la fotocamera anteriore che permette di scattare selfie da 16 megapixel (f 2.0) con autofocus e filtro bellezza.

Batteria

La presenza di una batteria da 4.000 mAh consente al nuovo Meizu di superare senza troppi patemi la classica giornata di lavoro. Con una carica completa, per intenderci, siamo stati in grado di superare quasi sempre le 36 ore di autonomia.

Per ricaricare il telefono è a disposizione un caricatore da 24W, sprovvisto però di cavo Usb Type-C (l'uscita è ancora una micro-USB). Il risultato è una ricarica rapida ma non rapidissima: da cellulare completamente scarico abbiamo si raggiunge il 13% in 15 minuti, il 25% in mezz'ora.

Conclusioni

Pur senza brillare per originalità, Meizu M6 Note è un telefono che può ritagliarsi il suo spazio nella fascia medio bassa di mercato. Soprattutto se - come accade per il 90% dei dispositivi Android - il prezzo subirà qualche variazione al ribasso.

Encomiabile il lavoro svolto sulla dotazione chiave del telefono, e in particolare su display, fotocamera e batteria. Meno brillante la parte audio del dispositivo, penalizzata dalla presenza di un unico altopalante e dalla mancanza delle cuffie auricolari.

Nel complesso un prodotto che vale i 299 richiesti, ma che - visto il numero così elevato di prodotti concorrenti - farà fatica a emergere dal mucchio.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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