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Tecnologia

La ripresa passerà anche dal cloud

Ricorrere alle potenzialità della nuvola può aiutare le imprese a essere più efficienti e a modulare i costi in base alle esigenze, in tutta sicurezza. La visione di Carlo Giorgi, country manager di Amazon Web Services

Sempre Amazon, ma con un nome un po' più lungo e una missione differente. Con un'anima tutta immateriale e, però, ricadute pratiche parecchio concrete. Ecco Amazon Web Services, abbreviata Aws, attività del colosso americano non specializzata nell'e-commerce, nel vendere e consegnare prodotti fisici, ma nel dare alle organizzazioni, alle imprese grandi e piccole, servizi per loro essenziali: maggiore velocità di calcolo, spazio di archiviazione e analisi dei dati, ma anche applicazioni che rientrano nei territori dell'internet delle cose e dell'intelligenza artificiale. Anziché farseli in casa, con tutti i relativi costi, possono rifornirsi di tali strumenti all'esterno, modulandone la quantità in base alle esigenze del momento: «Un po' è simile a come tutti noi utilizziamo l'elettricità o la luce quando ne abbiamo bisogno, schiacciando un interruttore, e la spegniamo quando non serve più, pagando poi in base a quel consumo. Oggi, AWS potenzia l'innovazione di milioni di clienti nel mondo e porta avanti nel paese una vera democratizzazione della tecnologia, mettendo a disposizione di aziende di ogni dimensione soluzioni che prima erano riservate alle grandi imprese o multinazionali con budget IT di centinaia o anche milioni di dollari» riassume a Panorama.itCarlo Giorgi, country manager di Amazon Web Services.

A che punto è la diffusione del cloud in Italia? Ci sono state delle accelerazioni, delle modifiche sostanziali nel modo in cui viene approcciato dopo la pandemia?

Indubbiamente il cloud è un pilastro della ripresa post-Covid, confermando il trend di questi ultimi anni in cui il cloud è diventato l'abilitatore del business e la nuova normalità, poiché le aziende di ogni dimensione stanno implementando nuove applicazioni nel cloud "by default", e cercano di migrare il maggior numero possibile di applicazioni esistenti il più rapidamente possibile. E l'Italia non fa eccezione, la diffusione dell'adozione di AWS nel paese è capillare. Ci sono aziende italiane di tutte le dimensioni e di tutti i settori che già usano il Cloud AWS in maniera sicura, da società nell'ambito Bancario e Assicurativo, come Banca Progetto, Sara Assicurazioni e Nexi, a quelle nella Sanità come Dante Labs, a quelle del Manufatturiero come AvioAero, dell'Energia come Enel, startup come Satispay, a tantissime società di piccola e media dimensione del settore privato ma anche del pubblico con svariate istituzioni pubbliche, università e società no-profit che sfruttano le potenzialità del Cloud AWS. La riduzione dei costi è uno dei primi motivi, ma un'altra ragione è l'agilità e la velocità alla quale possono cambiare l'esperienza dei propri clienti o cittadini. Non dovere ordinare l'infrastruttura, installarla e renderla operativa tramite l'installazione di vari pacchetti software, permette un'agilità e velocità di esecuzione di minuti contro mesi e consente quindi alle società di focalizzare le proprie risorse sulle necessità dei propri utenti e sull'innovazione tramite l'utilizzo dei più di 175 servizi che AWS mette a disposizione con un modello a consumo.

I vostri ambiti di applicazione spaziano dalla robotica alla realtà aumentata, dall'internet delle cose all'intelligenza artificiale. Di fatto, tutti i temi caldi, le maggiori direzioni di sviluppo della tecnologia. Ci aiuta a capire in cosa il vostro approccio è peculiare? Non è troppa, questa vastità?

Se una startup, un'impresa o la Pubblica Amministrazione sta per collaborare con un cloud provider, è in genere una decisione a lungo termine che stanno prendendo e vogliono davvero capire cosa c'è di unico nella cultura o nel partner che stanno scegliendo. I nostri clienti sono arrivati ad apprezzare che la nostra cultura e il nostro approccio in AWS sono davvero diversi, perché siamo insolitamente focalizzati sul cliente. La maggior parte delle grande aziende tecnologiche sono focalizzate sulla concorrenza. Guardano a quello che stanno facendo i concorrenti e cercano di fare meglio di loro. Questa può essere una strategia di grande successo, ma non è nostra. Il 90 per cento di ciò che costruiamo (servizi, infrastruttura) è guidato da ciò che i clienti ci dicono sia importante per loro, e l'altro 10 per cento sono cose che sentiamo dai clienti, cose che potrebbero non incontrare esattamente ciò che vogliono adesso, ma cerchiamo di leggere tra le righe e inventare per loro conto. E' per questo che abbiamo la più ampia gamma di servizi (oltre 175), perché sono i clienti che ci dicono di averne bisogno. Inoltre, i nostri clienti apprezzano il Cloud AWS per la nostra esperienza di ormai 14 anni e quella dei milioni di altri clienti nostri, creando una comunità di innovazione e di collaborazione, e che ci permette di fare economie di scala e consentire una riduzione di prezzo ai nostri clienti. Ne contiamo già 85 dal 2006, una ogni 2 mesi in pratica.

Quanto è importante dal punto di vista della sicurezza dei dati e dal punto di vista della tranquillità anche psicologica delle aziende poter archiviare i propri dati in un data center in Italia? Voi avete investito su Milano.

Con l'avvio della nostra nuova infrastruttura cloud italiana, la Regione AWS Europe (Milano), il 28 aprile di quest'anno, i clienti con o senza requisiti di residenza dei dati per l'archiviazione dei contenuti in Italia possono farlo mantenendo la completa proprietà dei dati, con la sicurezza che questi non verranno spostati a meno che non scelgano loro stessi di farlo. È chiarissimo per noi che il dato è, e rimarrà, di proprietà e nel pieno controllo dei nostri clienti. E per assicurarsi ulteriormente il pieno controllo e la non accessibilità ai propri dati, i nostri clienti possono crittografarli, sia nella fase di transito che di riposo. Una volta crittografati i dati, l'unico modo di vederli in chiaro è avere la o le chiavi crittografiche. Queste però sono solo nelle mani dei nostri clienti, AWS non ha alcuna possibilità di accesso ad esse. Il nostro impegno per i nostri clienti è di offrire sicurezza e privacy del dato, che questo dato rimanga in Italia, e che sia gestito e operato in maniera sicura su data center sicuri che risiedano sul suolo nazionale, e nel pieno rispetto della normativa europea sulla privacy.

Ma la proprietà di Amazon è comunque della casa madre americana. Ha senso temere delle differenze di affidabilità rispetto a un provider nazionale o comunitario?

Come sottolineavo poco fa, il dato è e rimane sempre proprietà dei nostri clienti anche se l'infrastruttura cloud fisica è proprietà di AWS. Voglio anche ricordare che AWS non fa business sui dati dei clienti, e che non sono uno strumento che può essere monetizzato o condiviso. Il dato è di proprietà dei nostri clienti, non nostro. È per questo che aziende di tutti i tipi si affidano a noi anche quando alcuni dei loro competitor usano anch'essi la nostra piattaforma. Un esempio è quello di Netflix, la cui infrastruttura IT gira su AWS, su cui è presente anche Amazon Prime Video. In termine di affidabilità, gestire un'infrastruttura tecnologica alla nostra scala è un'attività difficile e ad alta intensità di capitale, in cui le richieste dei clienti per l'innovazione e gli strumenti di sicurezza più recenti sono insaziabili. La scala di AWS permette di investire in modo significativo nei servizi di sicurezza e nella rapida innovazione di prodotti e servizi per soddisfare le richieste dei clienti.

carlo-giorgiCarlo Giorgi, country manager di Amazon Web Services

Tra le applicazioni più interessanti in cui siete impegnati ci sono quelle per accelerare la ricerca e i test per combattere il coronavirus. A che punto siamo? Quale potrebbe essere l'approdo? Quali le ricadute effettive sui pazienti?

Il cloud AWS ha in effetti permesso di accelerare attività cruciali come la ricerca scientifica e questo ci vede dedicare risorse e investimenti a questi clienti per aiutarli a reagire o a scalare velocemente. Ad esempio, in marzo abbiamo lanciato la "AWS Diagnostic Development Initiative", un programma globale di 20 milioni di dollari per supportare i clienti che stanno lavorando per offrire soluzioni diagnostiche migliori e più accurate sul mercato e promuovere una migliore collaborazione tra le organizzazioni che stanno lavorando su problemi simili. Un esempio in Italia di struttura di ricerca che ha beneficiato dei crediti della AWS DDI è stato il Centro Diagnostico Italiano insieme a Bracco Imaging e in collaborazione con prestigiose realtà di ricerca nazionali come l'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e la Facoltà di Ingegneria Biomedica del Campus Bio-medico di Roma. Il progetto, denominato AIforCovid, che sta utilizzando il cloud AWS e i servizi più avanzati di machine learning come Amazon SageMaker e analisi dei dati per diagnosticare in anticipo il percorso patologico dei pazienti affetti dal Covid-19. Utilizzando tutti i dati di immagine ad esempio dei Raggi-X e incrociandoli con il resto della cartella clinica di migliaia di pazienti, è possibile intervenire in maniera più puntuale, efficace e proattiva.

Tra le vostre collaborazioni c'è quella con Nextdoor. Il vicinato ha visto crescere un nuovo e vivo senso di comunità durante la pandemia. A suo avviso, quanto la tecnologia può contribuire a ridurre le distanze tra le persone? Quali avanzamenti possiamo aspettarci, includendo i territori meno ovvi, più inaspettati?

Nel 2010, uno studio del Pew Research Center ha scoperto che il 28 per cento degli americani non conosceva un solo vicino di casa per nome. Questa è stata l'ispirazione dietro Nextdoor, il cui scopo è quello di sviluppare un mondo in cui ognuno ha un quartiere su cui fare affidamento. Oggi, i vicini di 11 paesi, Italia inclusa, usano Nextdoor per fare cose come formare un club del libro o aiutarsi reciprocamente per riparare una finestra rotta. L'azienda ha scalato la propria piattaforma a livello globale per supportare un aumento dell'80 per cento degli utenti attivi giornalieri, quasi da una notte all'altra. Nextdoor è nato su AWS ed è un esempio dei moltissimi clienti che innovano e migliorano l'esperienza dei propri utenti sfruttando AWS. Anche in Italia ce ne sono tante, e mi viene in mente un team di cinque studenti di ingegneria al Politecnico di Milano che ha creato un'app chiamata FilaIndiana, che durante il periodo di lockdown ha utilizzato AWS per creare l'app in maniera rapida e scalabile, permettendo di conoscere quanta fila c'è ai supermercati di una certa zona. In pochi giorni, hanno avuto più di 500 mila utenti e più di un milione in una settimana. Questo per dire che c'è davvero una miriade di possibilità offerte grazie al cloud. E in questo caso, penso che la nostra Regione AWS italiana sia il fattore abilitante che può ispirare la nuova generazione di innovatori italiani e che sia la piattaforma che renderà ancora più facile per le aziende e le PA reinventare ed evolvere le esperienze dei clienti e dei cittadini per molti decenni a venire.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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