capsula boeing
(Boeing)
Difesa e Aerospazio

Successo per la capsula Starliner di Boeing, ma il colosso resta all’inseguimento di SpaceX

Il perfetto rientro della missione di Boeing segna la possibilità che la nuova capsula sia certificata dalla Nasa entro la fine dell'anno.

C’è voluto più del previsto ma alla fine la nuova capsula di Boeing, la Starliner, è atterrata con successo dopo aver raggiunto ed esserci agganciata alla Stazione Spaziale Internazionale (Iss). Una missione dimostrativa e ancora senza equipaggio ma essenziale affinché il colosso dell’aerospazio americano potesse dimostrare che i problemi del passato sono stati risolti.

La Starliner è atterrata a White Sands Space Harbor, parte del centro White Sands Missile Range dell'esercito americano situato nel New Mexico il 25 maggio alle 18:49 locali, con un touchdown perfetto che ha segnato la conclusione il volo orbitale dimostrativo numero 2. La capsula era decollata spinta da un razzo Atlas V della United Launch Alliance la sera del 19 maggio scorso ed è arrivata ad attraccare alla Iss circa 24 ore dopo. Per Boeing si tratta di una pietra miliare importante anche perché era sfumata nel 2019 a causa di problemi software che avevano impedito l’aggancio. Anche quella missione precedente si era comunque conclusa con un atterraggio perfetto seppure fosse avvenuto prima del previsto. Ma senza questo volo Starliner non avrebbe ricevuto la certificazione per poter cominciare a operare con regolarità.

Touchdown! Boeing Starliner lands in New Mexico after historic flightwww.youtube.com

Per ritornare sulla Terra la capsula si era sganciata dalla docking station della Iss alle 14:36 del 25 maggio ora della California cominciando a percorrere una traiettoria di deorbita per 58 secondi che ha rallentato la sua velocità da circa 10.000 km orari a 459 e rientrando nell'atmosfera terrestre alle 18:33 ha colpito l'atmosfera del nostro pianeta a circa 17 volte la velocità del suono. Undici minuti dopo, stando a poco meno di 9 chilometri di altitudine, Starliner ha sganciato il suo scudo termico anteriore e dispiegato due paracadute che hanno rallentato ulteriormente la velocità di discesa. A un'altitudine di circa 2,4 km i primi due paracadute si sono sganciati come previsto e se ne sono aperti altri tre che hanno la funzione di rallentare la discesa ulteriormente laddove l’atmosfera è ormai più densa. Infine, a 900 metri di quota si sono gonfiati gli airbag che hanno la funzione di assorbire l'impatto iniziale con il suolo. La Nasa e la Boeing avevano identificato altri quattro potenziali siti di atterraggio che potevano consentire il ritorno dello Starliner, posti situati in Arizona, Utah e California, ma la capsula si è posata a soli 500 metri dal suo obiettivo. Sebbene Oft-2 sia stata una missione di successo, due dei propulsori del modulo di servizio si sono guastati durante l’inserimento in orbita e un propulsore di riserva ha rapidamente compensato la spinta mancante consentendo alla missione di continuare senza incidenti. Al momento – e per questo ne diamo notizia soltanto due giorni dopo - le ispezioni e le analisi sull’accaduto sono già cominciate, in modo che la Nasa, committente dello Starliner, possa comunque certificare la navetta per il prossimo volo, quello con equipaggio, entro la fine dell'anno. Boeing ha firmato un contratto multimiliardario con il Commercial Crew Program della Nasa nel 2014, contemporaneamente alla concorrente SpaceX che però ha già lanciato quattro missioni operative con astronauti a bordo mediante il suo razzo Falcon 9 e la sua capsula Crew Dragon.

C’è voluto più del previsto ma alla fine la nuova capsula di Boeing, la Starliner, è atterrata con successo dopo aver raggiunto ed esserci agganciata alla Stazione Spaziale Internazionale (Iss). Una missione dimostrativa e ancora senza equipaggio ma essenziale affinché il colosso dell’aerospazio americano potesse dimostrare che i problemi del passato sono stati risolti.

La Starliner è atterrata a White Sands Space Harbor, parte del centro White Sands Missile Range dell'esercito americano situato nel New Mexico il 25 maggio alle 18:49 locali, con un touchdown perfetto che ha segnato la conclusione il volo orbitale dimostrativo numero 2. La capsula era decollata spinta da un razzo Atlas V della United Launch Alliance la sera del 19 maggio scorso ed è arrivata ad attraccare alla Iss circa 24 ore dopo. Per Boeing si tratta di una pietra miliare importante anche perché era sfumata nel 2019 a causa di problemi software che avevano impedito l’aggancio. Anche quella missione precedente si era comunque conclusa con un atterraggio perfetto seppure fosse avvenuto prima del previsto. Ma senza questo volo Starliner non avrebbe ricevuto la certificazione per poter cominciare a operare con regolarità.

Per ritornare sulla Terra la capsula si era sganciata dalla docking station della Iss alle 14:36 del 25 maggio ora della California cominciando a percorrere una traiettoria di deorbita per 58 secondi che ha rallentato la sua velocità da circa 10.000 km orari a 459 e rientrando nell'atmosfera terrestre alle 18:33 ha colpito l'atmosfera del nostro pianeta a circa 17 volte la velocità del suono. Undici minuti dopo, stando a poco meno di 9 chilometri di altitudine, Starliner ha sganciato il suo scudo termico anteriore e dispiegato due paracadute che hanno rallentato ulteriormente la velocità di discesa. A un'altitudine di circa 2,4 km i primi due paracadute si sono sganciati come previsto e se ne sono aperti altri tre che hanno la funzione di rallentare la discesa ulteriormente laddove l’atmosfera è ormai più densa. Infine, a 900 metri di quota si sono gonfiati gli airbag che hanno la funzione di assorbire l'impatto iniziale con il suolo. La Nasa e la Boeing avevano identificato altri quattro potenziali siti di atterraggio che potevano consentire il ritorno dello Starliner, posti situati in Arizona, Utah e California, ma la capsula si è posata a soli 500 metri dal suo obiettivo. Sebbene Oft-2 sia stata una missione di successo, due dei propulsori del modulo di servizio si sono guastati durante l’inserimento in orbita e un propulsore di riserva ha rapidamente compensato la spinta mancante consentendo alla missione di continuare senza incidenti. Al momento – e per questo ne diamo notizia soltanto due giorni dopo - le ispezioni e le analisi sull’accaduto sono già cominciate, in modo che la Nasa, committente dello Starliner, possa comunque certificare la navetta per il prossimo volo, quello con equipaggio, entro la fine dell'anno. Boeing ha firmato un contratto multimiliardario con il Commercial Crew Program della Nasa nel 2014, contemporaneamente alla concorrente SpaceX che però ha già lanciato quattro missioni operative con astronauti a bordo mediante il suo razzo Falcon 9 e la sua capsula Crew Dragon.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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