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(Ansa)
Cyber Security

Un attacco cyber e molti ritornano “giovani”

La Rubrica - Cybersecurity Week

“Per trovare il numero di telefono di un ufficio governativo abbiamo dovuto resuscitare le vecchie guide telefoniche cartacee”. “Abbiamo dovuto spiegare ai colleghi più giovani cosa fosse un fax e come funzionasse”. La prima affermazione è di un cittadino di Vanuatu, l’arcipelago del Pacifico nota metà turistica e paradiso fiscale. La seconda è del vice-direttore generale della Contea di Suffolk nello stato di New York. Due luoghi molto lontani e assolutamente diversi, ma con una cosa in comune: entrambi sono stati vittime di un attacco cyber che attraverso un ransomware ha bloccato i sistemi informatici del governo dell’arcipelago e dell’intera pubblica amministrazione della contea statunitense. Nel giro di pochi giorni le due organizzazioni hanno fatto un balzo indietro nel tempo che le ha riportate agli anni Novanta. Epoca in cui ancora in questi giorni fanno fatica a uscire, nonostante sia passato più di un mese dai rispettivi incidenti. Per quanto a Vanuatu la situazione non sia propriamente delle migliori, hanno trovato un utile canale di comunicazione nei social network, tanto che Olivia Finau delle relazioni esterne del Ministero dei cambiamenti climatici ha affermato: “Il nostro dipartimento sta comunicando di più con il pubblico ora con Facebook e Twitter e stanno crescendo anche follower". Non si può dire che manchi di ottimismo. Un po’ più drastico Kevin J. McCaffrey, presidente della contea di Suffolk, che intende creare una commissione di inchiesta per capire come sia potuto accadere, spiegando che “hanno cercato di presentare il fatto come se si trattasse di un altro tipo di catastrofe che hanno dovuto affrontare, non diversamente dall'uragano Sandy o dal Covid”. Aggiungendo poi che L'uragano Sandy e il Covid sono fenomeni della natura, mentre in questo caso è stato un fallimento da cui ripartire e migliorare. Adesso proviamo a fare una riflessione. Le conseguenze di questi attacchi sono state pesanti e non si sono esaurite in pochi giorni; hanno colpito organizzazioni pubbliche producendo dei disservizi. Infine, hanno bloccato dei sistemi che si occupavano essenzialmente di trattare informazioni e non tecnologie deputate alla gestione di sistemi industriali o processi produttivi. Se fossero stati interessati da un evento del genere questi ultimi, le vittime sarebbero sprofondate negli anni Novanta, ma non del Novecento, bensì, più probabilmente, del Settecento, e, con una probabilità altrettanto alta, non ci sarebbero stati dei semplici disservizi, ma dei morti. Tutti noi abbiamo la memoria troppo corta, perché se incidenti come quelli di Vanuatu e della Contea di Suffolk ci mostrano la fragilità delle tecnologie digitali, ci siamo già dimenticati che in passato siamo già andati terribilmente vicini a uno scenario simile. Sarei curioso di sapere quanti si ricordano del caso di Oldsmar. Se siete curiosi è possibile rinfrescarsi la memoria qui.

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Alessandro Curioni