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Cyber Security

Cyber war: le superpotenze fanno quadrato

La Rubrica - Cybersecurity Week

Quando nel 2018 scrivevo “Cyber war – La guerra prossima ventura” riflettevo anche sulla natura di superpotenza cyber e indicavo come ci fossero alcuni soggetti che potenzialmente erano dotati delle caratteristiche del caso. Al primo posto mettevo Google, in compagnia sul podio di Microsoft e Amazon. Aggiungevo poi una serie di altri player statunitensi come Apple, Cisco, Meta, Intel (dimenticandomi peraltro Oracle e VMware) che insieme rendevano Washington leader assoluto.

Nel 2020 Pechino, confrontandosi con la presidenza Trump, intuì di non poter competere su quello che senza dubbio sarebbe stato un campo di battaglia decisivo in caso di scontro e lanciò un piano di investimenti quinquennale per l’astronomica cifra di 1,4 trilioni di dollari. Complice lo stato di tensione internazionale, lo scorso maggio ha dichiarato di volere sostituire i 50 milioni di computer delle sue pubbliche amministrazioni, quasi tutti made in USA, con dispositivi di produzione nazionale. Nei giorni scorsi, invece, dal Dipartimento della Difesa americano è arrivata la notizia che, oltre a Microsoft e Amazon, anche Google e Oracle parteciperanno alla gara per l’aggiudicazione del Joint Warfighter Cloud Capability, progetto chiave per la difesa cyber degli Stati Uniti. Si tratta di un allargamento di campo che evidentemente punta a estendere la capacità cyber di Washington mettendo insieme le forze degli operatori più grandi e avanzati del mondo; uno schema che ha caratterizzato l’approccio americano per tutta la durata della Guerra Fredda con Mosca. All’epoca i partner si chiamavano Lockeed Martin, Raytheon, Boeing e via dicendo.

In buona sostanza, per quanto tutti parlino di “difesa”, stiamo assistendo a una vera e propria corsa agli armamenti, perché non possiamo dimenticare che nell’ambito delle tecnologie cyber il cosiddetto “dual use” è piuttosto comune: quello che serve per proteggersi può essere utilizzato con altrettanta efficacia per attaccare.

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Alessandro Curioni