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Tecnologia

Giocando online ora si fa beneficenza gratis

L'idea è dell'italiana Gamindo, una piattaforma che consente di accumulare somme da donare a enti come WWF, Emergency, Airc, Save the children e molti altri

Chi l'avrebbe mai detto che un passatempo, una distrazione, avrebbe potuto aiutare a salvare il mondo? Oppure, senza metterla giù in modo tanto radicale, avrebbe saputo sostenere la ricerca contro il cancro, la tutela dell'ambiente in affanno o dei bambini condannati a crescere nella povertà? Di fatto, è quello che succede scaricando la app Gamindo e mettendo alla prova le dita con titoli semplici come puzzle, sfide sportive, arcade ricchi di colore e un delizioso gusto rétro. Ogni partita dà diritto ad accumulare una moneta virtuale, delle gemme, che possono essere poi convertite in piccole donazioni a un ente benefico di propria scelta. Ma si sa che è la somma a fare la differenza. Tra le campagne già completate ci sono nomi noti come Airc e Save the children, tra quelle in corso WWF ed Emergency, e poi ospedali, onlus, fondi per arginare le conseguenze dell'acqua alta a Venezia.

Ognuno può trovare una causa che gli sta a cuore e contribuire con il potere dei suoi polpastrelli. A pagare, sono gli sponsor: «Le aziende ci commissionano un videogioco e fissano un budget da donare in beneficenza. Lo sviluppo del gioco è la nostra fonte di guadagno, che ci permette di garantire la sostenibilità economica della piattaforma. Il budget stanziato per la donazione da parte dell'azienda viene poi diviso in gemme, che gli utenti che giocano ai titoli di Gamindo ricevono al termine di ogni loro partita in base al punteggio fatto. Gli stessi utenti scelgono poi gli enti a cui donare le gemme che hanno raccolto giocando. Gli enti vengono scelti assieme alle aziende sponsor. Il budget per la donazione viene quindi interamente devoluto in beneficenza» riassume Nicolò Santin, il Ceo e cofondatore della piattaforma assieme a Matteo Albrizio. Si tratta di un progetto tutto italiano, che ha già ricevuto numerosi premi. «D'altronde, in Gamindo», aggiunge Santin, «vincono tutti: le persone donano senza spendere e divertendosi, le aziende si promuovono in modo coinvolgente e fanno un'attività di responsabilità sociale d'impresa, gli enti non profit sensibilizzano la causa e raccolgono fondi».

Com'è nata l'idea?

«In maniera un po' bizzarra. Tutto è cominciato con Gangnam Style. Ricordo di aver letto un articolo in cui si diceva che l'artista PSY aveva guadagnato diversi milioni di dollari dagli introiti pubblicitari presenti su YouTube, dopo il primo miliardo di visualizzazioni della canzone. Ho così pensato: creo un video, convinco la gente a guardarlo dicendo "guardalo non ti costa nulla, ma i soldi degli introiti andranno in beneficenza" e dono tutto ad uno o più enti. Far guardare un video però non è semplice».

Quindi ha pensato a un videogame.

«Fare divertire con un videogioco è molto più semplice. Sono da sempre appassionato di videogiochi e quando all'esame di marketing ho scoperto gli advergame (videogiochi brandizzati, creati dalle aziende per promuoversi) ho pensato che fossero il mezzo ideale per far donare le persone senza spendere. Da lì, ho scritto la mia tesi di laurea proprio su questo argomento. Ero talmente motivato e curioso di studiare questo argomento che ho finito per scrivere 700 pagine, raccogliendo 2.500 questionari grazie ai miei cuginetti di 12 anni che si sono messi una t-shirt in spiaggia con scritto "Se compili un questionario, ti regaliamo un sorriso"».

gamindo-schermateLe schermate di alcuni giochiGamindo

Gamindo sta funzionando?

«I primi risultati, dopo la fase di test, sono davvero oltre le nostre aspettative. Al di là dei migliaia di download che la piattaforma ha avuto sugli store online, il dato che più di tutti ci colpisce è il tempo medio per utente speso all'interno della piattaforma: 30 minuti al giorno. Va ricordato che la piattaforma contiene per tutto il tempo di gioco dei contenuti pubblicitari e per le aziende è molto più di una semplice "impression". Si tratta di un vero e proprio coinvolgimento dell'utente, che prende parte attivamente alla campagna pubblicitaria ed interagisce con il brand».

C'è qualche regola da tenere a mente?

«Ci tengo sempre a precisare che attualmente l'utente può guadagnare un numero limitato di gemme ogni giorno e stiamo implementando un sistema per permettere all'utente di giocare solo per tot tempo. Il nostro obiettivo non è quello di portare la gente a giocare ore e ore ai nostri giochi, ma di dare un valore al tempo che 2,6 miliardi di persone ogni giorno dedicano ai videogiochi. Ci dissociamo completamente dal mondo della ludopatia e dell'utilizzo scorretto ed esagerato dei videogiochi. Ci sono ormai un'infinità di ricerche che dimostrano che i videogiochi, se usati nel modo giusto, possono portare dei grandi benefici per le persone. Per questo, noi siamo dell'idea che bisogna smetterla di vederli come una minaccia ed iniziare a considerarli come un'opportunità».

gamindo-ceoNicolò Santin, Ceo e cofondatore di GamindoGamindo

Quali traguardi vorreste raggiungere?

«Nel breve termine puntiamo a un round di investimento e alla promozione della piattaforma sul territorio italiano e non solo. Nel medio-lungo termine, invece, il nostro obiettivo primario resta quello di permettere a più persone possibile di donare senza mettere mano al portafoglio e divertendosi. La storia ci ha dimostrato che quando tante persone si uniscono con un obiettivo comune possono raggiungere dei risultati che ogni singolo individuo non sarebbe riuscito a raggiungere individualmente. Pensiamo solo a Wikipedia. Sarebbe stato impossibile per una persona realizzare un'enciclopedia di questa grandezza. Tante persone si sono unite, con lo stesso obiettivo, ed è diventata l'enciclopedia più grande mai scritta (nel 2015 aveva più di 45 milioni di voci in 280 lingue). Con Gamindo vogliamo fare la stessa cosa: non conteranno solo le gemme donate dal singolo giocatore ma quelle donate da tutti i partecipanti alla piattaforma».

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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