Sartoriale reloaded
Louis Vuitton
Moda

Sartoriale reloaded

La moda rielabora l'estetica contemporanea rivalutando la formalità di giacche e abiti. Senza tralasciare praticità, innovazione ed eleganza

L'abito non fa il monaco ma quantomeno ne definisce stile ed eleganza. Forse anche per questa ragione le ultime collezioni estive parlano di una nuova formula del vestire quotidiano, una formula che si riavvicina all'arte della sartoria e del vestire formale per definire un'estetica più precisa, prendendo così le distanze dall'invasione imperante negli ultimi anni di influenze streetwear e contaminazioni di natura sportiva.

A dimostrazione di questa tendenza il fatto che non solo le aziende italiane che hanno fatto dell'abito formale la loro eccellenza come Tagliatore, Luigi Bianchi Mantova o Lardini e designer come Giorgio Armani, Pal Zileri e Canali continuano a sostenere e ad evolvere questo codice di stile ma piuttosto il fatto che altri brand come Off-White, Craig Green e Alyx, famosi per il loro DNA decisamente streetwear, abbiano modificato la propria estetica inserendo in collezione inaspettati abiti e giacche dall'aspetto formale piuttosto che leggerissimi trench e soprabiti interpretati in tessuti performanti. Ovviamente a ognuno la propria visione creativa.

I Maestri della sartoria e del 'su misura' promuovono l'idea di un nuovo classicismo dando vita a capospalla decostruiti e sfoderati, in leggerissimi e prestigiosi tessuti o in morbidi e avvolgenti jersey conferendo ai capi proprietà quali protezione, leggerezza e lavabilità mentre brand come Louis Vuitton, Ermenegildo Zegna o Jil Sander suggeriscono versioni più fashion attraverso ricodificazione dei volumi e applicazione di palette cromatiche insolite.

Un messaggio decisamente positivo per le nostre aziende perché ricordiamoci che nell'immaginario comune sartorialità equivale a Made in Italy.



Craig Green

Sartoria Latorre

Fondata da Michele Latorre come bottega su misura ispirata alla tecnica napoletana e in parte inglese, oggi guidata dai figli Vito, Alberto, Luciano e Alessio, la Sartoria Latorre di Locorotondo in provincia di Bari, con showroom e uffici anche a Milano, unisce l'esperienza naturale per la lavorazione a mano alle tecnologie che espandono il concetto di ago, filo e ditale, sempre secondo i fondamenti della sartoria 100% italiana.

Alberto Latorre, brand manager dell'azienda, spiega come realizzano i capispalla delle collezioni. «Già sei mesi prima dell'uscita di una collezione, in stretto contatto con fidati fornitori di tessuti, andiamo a scegliere e poi personalizzare le stoffe dalle molteplici fibre naturali che riteniamo più adatte alle tendenze del momento. Successivamente, vengono testati i modelli e le forme ideate dall'ufficio stile, spesso modificate svariate volte fino a che non si raggiunge il livello desiderato adatto alla nostra clientela italiana e anche internazionale, pensiamo a Giappone, Russia, Cina, ad esempio, dove la sartoria è apprezzata più di quanto si possa pensare».

Ricerca stilistica e manifattura sartoriale, eleganza e versatilità, storia e territorio, standard di un Made in Italy aggiornato ma senza tempo, dalle proposte casual al formale e alla cerimonia, definiscono il carattere anche della nuova collezione primavera estate 2021, nata in un contesto di mercato difficile che pure non manca di stupire per complessità, cura del dettaglio e innovazione.

Latorre restituisce freschezza all'eleganza maschile, giocando sugli accostamenti, le strutture e il colore, razionalizzando il bisogno di leggerezza, comodità e facile portabilità richieste dal momento e suggerisce alcuni accostamenti stilistici.

«La gente ha voglia di leggerezza a 360° e quindi siamo partiti proprio delle giacche, alleggerite fino al limite massimo quasi a confondersi con delle camicie o delle maglie, riuscendo ad esaltare le strutture più sartoriali; poi l'abito che non tradisce mai, sempre pronto a far fare bella figura indossato in un meeting di lavoro o durante una cerimonia, con i giusti accessori che lo rendono più o meno formale, ma sempre una garanzia. E ci siamo concessi un poco di colore, in segno di ottimismo, quindi bianco ottico, toni sabbia, grigio chiaro, pastelli, mentre i blu royal sono abilmente mescolati a disegni esclusivi».

I filati, lane leggerissime, sete pregiate e jersey stretch, sapientemente trattati conferiscono ad ogni capo morbidezza e comodità, garantendo una vestibilità adattabile ad ogni tipo di silhouette e alla libertà di movimento di chi li indossa, per affrontare il contesto metropolitano con praticità conservando l'eleganza sartoriale.

Oltre ai modelli dalle tonalità piene, sono immancabili fantasie gessate, check e Principe di Galles, con particolare attenzione riservata alle microarmature che formano raffinate trame a nido d'ape.

Tombolini «Zero Gravity»: abiti adatti al movimento e lavabili in lavatrice

Il sarto imprenditore Eugenio Tombolini, profondamente legato a Urbisaglia, antica colonia e prefettura romana, degna interprete dell'operosità creativa e della cultura manifatturiera, sceglie proprio come logo lo stemma araldico della sua città natale, raffigurante San Giorgio a cavallo che combatte contro il drago.

Così immagina anche il guardaroba per l'uomo moderno, capi dinamici e funzionali al businessman in azione pronto per spostarsi in viaggio o utilizzare alla massima potenzialità le sue ventiquattrore, con un occhio di riguardo per l'alta qualità della cultura sartoriale italiana.

La collezione Tombolini primavera estate 2021 riconferma i capisaldi della tradizione aziendale e del suo progetto nato oltre cinquanta anni fa, dove leggerezza e comfort sono strettamente uniti con materiali di pregio e finiture impeccabili.

E fa un balzo in avanti nello studio dell'abito contemporaneo, lavabile in lavatrice a trenta gradi semplicemente racchiudendolo nel sacchetto consegnato in dotazione. Una volta asciutto e steso, sarà come uscito dalla lavanderia, conservando invariate caratteristiche stilistiche e materiche.

Giacche e pantaloni in modalità Zero Gravity o Running, morbidi ed elastici da far scordare che sono anche tecnologici, vestono fluidi con lunghezze più generose e spalle dritte sopra, con vita che si alza e si impreziosisce di dettagli quali pinces, cinture, coulisse e fondi con elastico, sotto.

Talora spunta un cappuccio al posto del sottogiacca, una t-shirt o la polo invece della classica camicia, mentre la scarpa stringata lascia il passo alla sneaker in questo concetto di uniforme del nuovo millennio.

I colori suggeriti su lane, cotoni, lini e jersey tecnici spaziando dai toni chiari estivi alle palette formali grigio e blu, con qualche divagazione azzurra, bordeaux e avana.

Geometrie, grafismi e armature 3D risultano eleganti e delicate e valorizzano dettagli come bottoni e pins sui rever, segno ormai inconfondibile dei capi Tombolini, venduti in tutto il mondo nelle boutique multimarca e monomarca che vedranno ulteriori sviluppi nei prossimi anni.

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Alessandro Ferrari

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Barbara Tassara