Ribellione o tradizione. Tu da che parte stai?
Yohji Yamamoto, Givenchy, Dries van Noten, Hermes
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Ribellione o tradizione. Tu da che parte stai?

Essere o non essere. La moda parigina torna a confrontarsi con l’eterno dilemma di Amleto. Accettare la vita com’è oppure ribellarsi a essa, è questo il significato del soliloquio più famoso nella storia della letteratura e gli stilisti sembrano aver scelto di portare in passerella la loro risposta.

C’è chi sceglie la ribellione, il completo distacco da un passato lontano e impossibile da replicare come Matthew Williams per Givenchy. «Penso che tutto ciò che riguarda il marchio sia basato sulla realtà. Potevo vedere questo ragazzo, come appare, esistere per strada. E per me, questo è un approccio davvero moderno alla moda» ha raccontato lo stilista a margine della sua sfilata.

Il racconto di stile di Hubert de Givenchy lascia spazio a un nuovo tipo di abbigliamento, che spunta dalla nebbia, mentre i modelli calcano una passerella ricoperta d’acqua che riflette il cielo parigino.

Riflettendo un approccio generazionale ai codici di abbigliamento della storia, Williams porta in scena un’espressione libera e fluida di abbigliamento comunitario ispirato agli uomini - artisti, musicisti, designer - che orbitano il suo quotidiano. Si evolvono gli archetipi e i codici di abbigliamento del passato, attraverso la loro prospettiva progressista. «È un’evoluzione emozionante» ha spiato lo stilista.

I capi della collezione uomo Givenchy si plasmano attorno all’idea di una «decostruzione in ottica haute couture» con l’ausilio del savoir faire francese e della tecnologia che troviamo negli occhiali G-Cut, stampati in 3D che racchiudono le lenti in cerchi e aste angolari, oppure nei nuovi stivali da pioggia in gomma vulcanizzata.

Givenchy

È stanco delle regole, lo stilista giapponese Yohji Yamamoto che non a caso, per la sua ultima sfilata, sceglie Trouble di Elvis Presley come colonna sonora.

A quasi 80 anni, lo stilista “ribelle” riesce ancora a stupirci. E lo fa con il colore. Nella sua nuova collezione, al nero cui siamo abituati, accosta colori brillanti e vivaci. «Una scelta pericolosa» come affermato dallo stesso Yohji.

Secondo Yamamoto, quando un uomo con conosce se stesso può dire di avere uno spirito libero, svincolato dalle norme sociali.

Gli abiti dal taglio ampio assumono i toni del blu intenso, del grigio antracite e dell’avorio per poi presentare sorprendenti dettagli in tweed per un effetto patchwork o stampe simili a schizzi di vernice a creare un effetto caleidoscopico.

Yohji Yamamoto

«The Zazous a Parigi negli anni Quaranta e Buffalo a Londra negli anni Ottanta. Entrambi erano in periodi un po' simili. Tempi duri. Quindi volevamo creare la nostra versione di quello».

Dries Van Noten attinge alle sottoculture maschili per trovare ispirazione in questa stagione. Il suo è un approccio affascinante, un’eleganza insolita, che parte dalla struttura classica della sartorialità infusa con un senso di lussuria e sensualità.

Ma c’è un attrito nella nuova collezione di Van Noten. La raffinatezza, la preziosità e l’intimità si scontrano con gli strati esterni duri e robusti che ci proteggono dal mondo. Assistiamo così a una continua lotta tra due forze: la morbidezza e la solidità.

Vanno così in scena il dandy, i cui abiti attingono dagli anni Ottanta, in una mescolanza di codici maschili e femminili; il cowboy, che si ritrova nelle camicie, negli stivali e nelle scarpe stile western; il truffatore da garage, che parte dal movimento «GlamGarage» del XXI secolo e trova la sua manifestazione nei pantaloni di ispirazione motociclista ma impreziositi da ricami di perline; e infine il sognatore assonato che trova la sua espressione nel “lettering” frammentato del testo Lorem Ipsum - parole latine spezzate utilizzate dai grafici come segnaposto - impiegato su pantaloni e pezze di tessuto.

In equilibrio con l'abbigliamento sono le espressioni della couture, racchiuse nel piacere di tutto ciò che è tattile il luccichio delle paillettes quando colpisce la luce, l'increspatura del movimento nei pantaloni ariosi. Un accenno a una nuova joie de vivre, a due anni dalla sua ultima sfilata maschile.

Dries van Noten

Véronique Nichnian riveste il suo ruolo di creativa per la linea uomo di Hermes da 34 anni. Un compito che svolge con eleganza e intelligenza, seguendo con leggerezza la corrente, e cercando di rendere gli uomini «più affascinanti», senza giudizi di sorta.

È questo il sentimento racchiuso nella collezione maschile per la prossima primavera estate, presentata all’interno della Manufacture des Gobelins, dove i modelli hanno sfilato su un pavimento di ciottoli.

«La gioia della luce del sole rende tutto possibile» si legge nel comunicato diffuso alla stampa. Ogni capo è intriso dello spirito delle vacanze, gioioso e sereno. I colori dei vestiti sono dolcemente poetici: limonata, laguna, lilla, gomma da masticare e melone. A volte la luce li fa diventare bianchi, o pastello.

Alcune stampe sembrano muoversi di propria volontà, le linee deviano leggermente nel loro percorso inclinato verso un assaggio di libertà; qui una tasca scivola e si sposta come se volesse dirigersi verso l'esterno, creando una percezione di profondità e di una flessibilità priva di costrizioni.

Gocce d'acqua sono stampate sul tessuto; altrove, una camicia mostra con orgoglio un audace e affascinante cavalluccio marino, o uno spettacolare gambero gigante, mentre giacche a vento e parka con doppio cappuccio colorato, felpe con zip e canottiere in tela Berlingot catturano la luce del sole.

Hermes

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Mariella Baroli