Irving Penn e i ritratti dell’anima
Irving Penn, Black and White Vogue Cover (Jean Patchett), New York, 1950© Condé Nast
Moda

Irving Penn e i ritratti dell’anima

Cardi Gallery Milano rende omaggio a Irving Penn, uno dei più grandi maestri della fotografia, con un'ampia mostra che ripercorre la vita e le opere di questo artista visionario.

Dal 9 settembre al 22 dicembre 2021 Cardi Gallery Milano ospiterà la mostra Irving Penn, la prima mostra italiana del Maestro da oltre trent'anni, una retrospettiva, resa possibile dalla collaborazione con la Irving Penn Foundation, che ripercorre il lavoro di Penn analizzandone i contesti artistici, sociali e politici che lo hanno influenzato. In particolare l'esposizione mira a sottolineare non solo la fotografia di moda per la quale Penn è riconosciuto a livello internazionale, ma anche il legame speciale che il fotografo aveva con l'Italia, un capitolo della produzione di Penn al quale la galleria dedica interamente un piano espositivo.

Definire l'opera di Penn è complicato, un artista visionario che oltrepassando le convenzioni ha fatto della fotografia un mezzo per comunicare emozioni, raccontare storie umane e trasmettere sensazioni intangibili.

Nato in America nel 1917 da genitori ebrei russi, il giovane Penn intraprende studi artistici determinato a intraprendere l'arte della pittura ma ben presto la sua attitudine a una estetica nuova, elegante e rivoluzionaria viene percepita sia da Alexey Brodovitc (Harper's Bazaar) che da Alexander Liberman (allora direttore editoriale di Vogue). Da qui il successo è pressoché immediato, dopo i primi lavori negli anni Quaranta Irving Penn diventa il fotografo di riferimento per la moda e per le celebrity grazie alle sue opere riconoscibili per l'originale uso della luce e della personale e innovativa tecnica fotografica.

Negli anni Cinquanta l'artista fondò il proprio studio a New York e ha continuato a lavorare per Vogue per tutta la sua carriera, fotografando copertine, ritratti e moda. Secondo Anna Wintour «cambiò radicalmente il modo in cui la gente vedeva il mondo, e la nostra percezione del bello». Nel corso degli anni, l'elenco dei clienti di Penn è cresciuto fino a includere General Foods, De Beers, Issey Miyake e Clinique.

Meglio conosciuto per la sua fotografia di moda, il repertorio di Penn include anche ritratti di personaggi famosi, fotografie etnografiche da tutto il mondo, nature morte moderniste di cibo, ossa, bottiglie, metallo e oggetti trovati e saggi di viaggio fotografici.

Penn è stato tra i primi fotografi a posare soggetti su un semplice sfondo grigio o bianco e ne ha utilizzato efficacemente la semplicità. Espandendo l'ambiente austero del suo studio, Penn ha costruito una serie di fondali ad angolo verticale, per formare un angolo netto e acuto. I soggetti fotografati con questa tecnica includevano John Hersey, Martha Graham, Marcel Duchamp, Pablo Picasso, Georgia O'Keeffe, W. H. Auden e Igor Stravinsky.

Penn ha sperimentato molte tecniche di stampa, comprese le stampe realizzate su fogli di alluminio rivestiti con un'emulsione di platino, rendendo l'immagine con un calore che mancava alle stampe argentee non tinte. Le sue stampe in bianco e nero si distinguono per il loro profondo contrasto, che conferisce loro un aspetto pulito e nitido.

L'esposizione Irvin Penn è una corretta ed affascinante testimonianza dell'eredità lasciataci da questo Maestro, un'estetica elegantemente impeccabile e minimalista, la dimostrazione di come anche dalla quotidianità più sgradevole si possa ricavare l'emozione della bellezza, ritratti disarmanti che prevaricano l'estetica immediata ed entrano nell'anima del soggetto.

«La fotografia è solo lo stadio attuale della storia visiva dell'uomo» - Irving Penn

Irving Penn, Black and White Vogue Cover (Jean Patchett), New York, 1950

© Condé Nast

«Il mondo sta cambiando e noi siamo ben felici di accogliere le novità»

Nicolo Cardi (Instagram)

Abbiamo incontrato Nicolo Cardi, figlio di Renato Cardi fondatore nel 1972 della Cardi Gallery Milano

Perché Irving Penn?

«Irving Penn è senza alcun dubbio uno dei più importanti fotografi artisti di tutti i tempi. Sono rimasto innamorato durante la mia visita alla retrospettiva al MET di NY nel 2017 e abbiamo subito deciso di intraprendere i contatti con la Fondazione Penn per l'organizzazione di questa grandissima mostra a Milano. Sono certo che il pubblico italiano apprezzerà molto».

Qualcosa sulla nuova apertura di Londra?

«Abbiamo organizzato un'imponente mostra, la prima in UK, di Marco Tirelli, che verrà accompagnata da una monografia sull'Artista. Per quanto riguarda la mostra successiva ci auguriamo di apportare nuovamente il nostro contributo per far sì che i nostri artisti, e in egual modo l'Italia, siano riconosciuti ancora meglio all'estero».

So che state sviluppando nuove formule di esposizione, ce ne vuole parlare?

«Il mondo dell'arte si è ritrovato a dover stare al passo con le nuove tecnologie sia per quanto riguarda i tool di comunicazione, ma anche per quanto riguarda i canali di vendita, al momento stiamo riprogettando il nostro sito in modo tale che sia il più "immersive" possibile e durante lo shooting delle nuove mostre non ci fermiamo più alle sole installation views ma abbiamo concepito anche dei video in 4D caricati sul nostro sito, come per Tirelli. Il mondo sta cambiando e noi siamo ben felici di accogliere le novità».

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Alessandro Ferrari