Mad Men
Michael Yarish/AMC
Televisione

Mad Men e la Storia americana

Serie tv amatissima (di cui esce la sesta stagione in home video), è ambientata in una nazione inquieta in cambiamento

Se c'è una serie tv che ha messo d'accordo critica e pubblico negli ultimi anni è sicuramente Mad Men: vincitrice di quattro Emmy di fila come Miglior serie drammatica (l'unica ad essere riuscita in questa impresa negli ultimi venti anni), la serie racconta le vicende dell'agenzia pubblicitaria "Sterling Cooper" durante i vivissimi anni ’60.

L'ambientazione storica in Mad Men è una (splendida) cornice in cui le vicende dei personaggi prendono vita, si intrecciano e appassionano il pubblico. Spesso, però, l'ambientazione da semplice cornice si eleva a qualcosa di più, entrando di prepotenza nella narrazione della serie, cambiandone gli equilibri e portando a interessanti sviluppi nei personaggi.
Ripercorriamo, allora, alcuni dei principali eventi storici che hanno scandito le annate di Mad Men, partendo dalla prima e arrivando fino alla sesta stagione che, sebbene non sia ancora andata in onda in chiaro, è già disponibile in Italia in un cofanetto dvd ricco di contenuti. 

Nixon Vs Kennedy

L'8 novembre del 1960 era il giorno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, le prime alle quali parteciparono anche l'Alaska e le Hawaii diventate uno stato americano l'anno precedente. In corsa c'erano il vicepresidente Nixon per i Repubblicani e il senatore John F. Kennedy per i Democratici. Nixon sembrava essere il favorito alla vigilia e, appena i primi incompleti risultati gli assegnarono la vittoria, nel penultimo episodio della prima stagione si è scatenata una festa nell'ufficio della Sterling Cooper per celebrare la vittoria dei conservatori. L'indomani mattina, però, il post-sbornia per gli impiegati dell'agenzia è stato duro: alla fine del conteggio, nell'elezione più in bilico di tutta la storia americana, a vincere per una manciata di voti (0,17%) era stato JF Kennedy, che avrebbe poi portato una ventata di progresso tanto nella nazione quanto all'interno dell'agenzia stessa. 

La crisi missilistica cubana

La ventata di innovazione portata dall'elezione di Kennedy ha causato non poche difficoltà alle agenzie pubblicitarie, che si trovavano di fronte una società "tesa" dai movimenti per i diritti civili, dal malcontento delle donne e dalle sfide poste da una nuova generazione mai così diversa dalla precedente. A scuotere ancora di più le cose, a fine seconda stagione di Mad Men, i personaggi vivono il momento peggiore della Guerra Fredda: la crisi missilistica cubana (ottobre 1962).
L’episodio, l’ultimo della seconda stagione, assume toni quasi pre-apocalittici: i personaggi devono far fronte al rischio concreto dello scoppio di una guerra nucleare, la disperazione in loro è tangibile e sembrano tutti agire di istinto. Ad esempio, Pete (interpretato da Vincent Kartheiser) si rende conto che il suo matrimonio è stato un errore e dichiara il suo amore a Peggy (Elisabeth Moss), mentre quest'ultima – in risposta – trova il coraggio di rivelargli che ha partorito il suo bambino ma lìha dato via. Se la sensazione di "fine del mondo" dietro l'angolo non fosse stata concreta, nessuna delle due dichiarazioni avrebbe avuto luogo. Così invece l'evoluzione dei due personaggi ha ricevuto una marcia in più.

L'assassinio di Kennedy

Il 22 novembre del 1963 tutti gli Stati Uniti si sono fermati, attoniti, davanti alle tv: l'amato presidente JF Kennedy era stato assassinato. L’intera nazione si è trovata paralizzata e questo non poteva che non riflettersi anche sulle vicende della serie. Il penultimo episodio della terza stagione, infatti, vede tutti i protagonisti fare i conti con la terribile notizia: Betty (January Jones) rimane esterrefatta davanti la tv, iniziando poi a piangere quando arriva la conferma della morte; Peggy guarda la tv sconvolta dal letto, con l'amante Duck che commenta "Devo chiamare i miei figli"; in ufficio tutti smettono di fare qualunque cosa e si raccolgono in lacrime davanti la tv, mentre tutti i telefoni squillano in sottofondo prima che le linee collassino; Don (Jon Hamm), forse proprio quello più indifferente alla notizia, torna a casa a rassicurare moglie e figli; Roger (John Slattery) consola la figlia disperata per il suo matrimonio l’indomani, cercando di far andare avanti comunque la celebrazione (che assume toni grotteschi con metà degli invitati assente e l'altra metà che non parla di altro o ascolta notizie alla Tv del ristorante). 
Minuti di puntata che fanno venire letteralmente i brividi, che riescono a scuotere lo spettatore e fargli capire cosa ha significato quel momento della storia per chi l’ha vissuto. Non meno drammatico è il momento in cui, mentre Betty guarda la tv, il presunto assassino viene a sua volta ucciso in diretta: l’urlo della donna è straziante. L’omicidio del Presidente ha sconvolto così tanto la vita di Betty che decide di far chiarezza con l’infedele marito e lasciarlo. Un episodio emozionante, che prepara il terreno per l’incredibile finale della terza stagione. 

L'assassinio di Martin Luther King

Se la terza stagione è sconvolta dall'assassinio del presidente JF Kennedy, la sesta vive con momenti di ansia quello di Martin Luther King, avvenuto il 4 aprile 1968, nello splendido quinto episodio La tempesta; diversamente dal primo caso, l'America non si ferma, ma ha paura delle conseguenze che tale evento potrebbe portare.
Il fulcro dell’episodio è proprio il momento (e il modo) in cui si apprende la tragica notizia: i protagonisti sono a una serata di premiazione in cui è candidata Megan (Jessica Paré) e, mentre un uomo parla sul palco, gli viene chiesto cosa ne pensa dell'uccisione di King, creando lo sconcerto generale degli invitati che – senza gli smartphone odierni – erano ovviamente ignari della notizia. Tutto passa in secondo piano, la povera Megan vincerà il premio quando ormai non conterà più nulla, e la Storia entra così con prepotenza nelle storie dei personaggi, rendendole meno importanti di fronte a un evento di tale portata. Tutti i personaggi, infatti, ne vengono coinvolti – da notare la reazione di Dawn (Teyonah Parris), l'unico personaggio di colore, che preferisce rimanere a lavoro perché terrorizzata dalle rivolte per le strade - ed è attorno alle loro reazioni che si sviluppa un episodio straordinario.

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simonasantoni