Daredevil: 5 cose da sapere sulla serie tv Marvel
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Daredevil: 5 cose da sapere sulla serie tv Marvel

Tra le serie su cui punta Netflix in Italia, c'è anche il super eroe non vedente, creato da Stan Lee nel 1964. Che in tv piace più che al cinema

Tutto un altro Devil

Avete presente il Daredevil con Ben Affleck del 2003? Dimenticatelo: il Daredevil di Netflix, con Charlie Cox è tutta un'altra storia. Qualcuno dice che sia il giusto risarcimento ai fan dell'eroe non vedente nato dalla matita di Stan Lee e resuscitato da quella di Frank Miller: il film di Mark Steven Johnson invece era stato un flop.

Eroe o antieroe?

Il Daredevil televisivo è diverso, perché come ha spiegato lo showrunner Stephen DeKnight, Netflix gli ha permesso di entrare in "una zona più oscura", rispetto alle altre produzioni Marvel: più che un eroe, l'idea era quella di dar vita a un antieroe.

Da sapere

La prima stagione di 13 episodi è disponibile su Netflix da aprile 2015: in Italia la possiamo vedere da oggi, 22 ottobre, giorno di lancio ufficiale della piattaforma di streaming nel nostro paese. La seconda arriverà l'anno prossimo.

Il cast

Charlie Cox veste i panni di Matt Murdock, avvocato di giorno e acrobatico giustiziere di notte. Con lui sul set, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Vondie Curtis-Hall, Bob Gunton, Élodie Yung e due comprimari di tutto rispetto: Vincent D'Onofrio e Rosario Dawson.

Gli autori

Il deus ex machina della serie è Stephen DeKnight, la cui firma è una garanzia. Prima di Daredevil ha prodotto Spartacus e lavorato alle serie Smallville, Buffy - l'ammazzavampiri ed Angel.

Che cosa hanno scritto

Lo stile pulp e la brutalità (la tortura è uno degli strumenti di Daredevil) mirano chiaramente a darci un più alto senso di realismo, che deve essere armonizzato con l'idea di un supereroe cieco che può arrampicarsi sui muri e dall'udito spettacolare che lo lascia a funzionare, tra le altre cose, come una macchina della verità umana. Cox offre il necessario mix di grinta e insicurezze in stile Marvel. (Brian Lowry, Variety).

In ultima analisi è molto… viola. Vorrebbe essere noir, ma - mancandogli la scrittura o la grinta per raggiungere tale scopo - appare più che altro melenso e sanguinario. (Tim Goodman, The Hollywood Reporter).

Il trailer

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Eugenio Spagnuolo